Melvin Burgess, pessimo Junk

Melvin Burgess, pessimo Junk

Melvin Burgess, pessimo Junk

Melvin Burgess, pessimo Junk

La nuova letteratura rampante, credit Mary Blindflowers©

 

Melvin Burgess, pessimo Junk

Mary Blindflowers©

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Me lo hanno regalato. Io per scelta, non compro più da anni libri di grossi editori se non usati perché mi sono stufata di essere truffata. Dopo aver letto questo “capolavoro” del trash, ho pensato che forse più che un regalo sia stato un dispetto. La tentazione di farlo a pezzetti e buttarlo nel W.C. è stata fortissima. Parlo di uno dei più brutti libri che abbia mai letto, scritto coi piedi e ultra-osannato dalla stampa inglese e da una fascetta editoriale bella gialla attirattenzione che recita, testuale nell’edizione italiana:

Un libro di culto (scritto tutto in maiuscoletto), tradotto in 28 lingue, vincitore della Carnegie Medal e del Guardian Award, i più prestigiosi premi inglesi.

Spazio e ancora scritto in caratteri più grandetti, in modo che si veda bene:

Una storia vera e forte che non fa dormire.

Eh già, io non ho dormito infatti pensando ma chi conosce l’autore? Come ha fatto con una scrittura che definire mediocrissima è un complimento, a prendere i suindicati ambiti premi?
Viene in nostro soccorso l’illuminante quarta di copertina che spiega al lettore tutto quanto:

Credo che una delle ragioni principali del successo di questo libro sia che attinge moltissimo dalla vita. La cultura della Bristol underground, il modo di vivere di molti dei miei personaggi, è qualcosa che ho vissuto in prima persona (Melvin Burgess).

Parliamo infatti di Melvin Burgess, Junk, Storia d’amore e perdizione, Salani, 2012.

La ragione per cui ha avuto successo è temo sempre la stessa, pubblicità e propaganda, assuefazione alla non-lettura. Questo scarsissimo autore è pubblicato in Italia da un grosso editore che ignora tanti autori italiani validi, ma si prende la briga di importare le meraviglie stercorarie inglesi.
Lo stile è elementare, non letterario, sorprendentemente ripetitivo e pieno zeppo di citazioni di marche di prodotti specifici fin dall’incipit: Volvo, Twix, Benson, Mars, Mc Donald’s i cui hamburger vengono definiti addirittura deliziosi:

Tar ha emesso un paio di proteste vegetariane, ma l’ho trascinato dentro un Mc Donald’s, e ho ordinato due megaburger.
“Mucca morta”.
“Mucca morta” ha replicato lui solenne. Abbiamo spolverato gli hamburger. Deliziosi… (p. 83).

La cosa più divertente, a parte il grigiore banale di dialoghi sciapissimi e brevi come stoccate che non colgono il segno, è che stiamo parlando di due ragazzini che giocano a fare gli anarchici e fanno occupazioni abusive di abitazioni sfitte, dichiarano in più punti di essere contro le banche e le multinazionali, tanto che vanno a mettere la colla nella serratura delle banche, ma poi mangiano dal Mc. E che cosa è Mc Donald’s se non una multinazionale? Ma Gemma, il personaggio femminile, non sembra essersene accorta. Possibile che gli adolescenti inglesi siano così stupidi? Io non ci credo.
Va bene, direbbe un lettore accondiscendente, ma in fondo la protagonista ha 14 anni, è confusa, non sa bene cosa stia facendo.
Ammesso e non concesso che sia così, rilevo però che il libro è pieno di toppe e inverosimiglianze ridicole. Gemma infatti, all’inizio del racconto, prima di fuggire da casa, stila un elenco intitolato: Il manuale pratico per scappare di casa. Insomma lo sanno tutti che quando un adolescente vuole scappare, si segna punto per punto le cose da non dimenticare. Inizia dunque un elenco del telefono che ti fa riabilitare il nostrano Moccia che almeno non finge di essere un tipo impegnato. Ma torniamo a Burgess, dicevamo, 6 punti di cose da fare. Al primo punto dopo elencazione di vestiti e varie stupidaggini, ecco la chicca: “Carta di credito di tuo padre e numero di codice per utilizzarla”. In pratica una che scappa e non vuole farsi trovare non trova miglior occasione che strisciare la carta di credito del paparino, in modo da farsi riacciuffare in due minuti. E ancora mi domando se l’autore pensi che gli adolescenti inglesi siano dei perfetti ritardati. Non penso proprio. Il punto due invece meritava di essere segnato su carta: “Tutto il tuo cervello. Ti servirà eccome”. Ora io non so se l’autore creda veramente alle castronerie che scrive, ma evidentemente la giuria dei premi che ha preso, ci ha creduto e ci ha creduto pure Salani in Italia. Oltretutto il libro è presentato come letteratura per adolescenti. Io se fossi un’adolescente mi offenderei. I personaggi sono descritti come delle amebe prive di cervello, incapaci di imbastire un dialogo che implichi due neuroni. I giovani in questo romanzo sono in buona sostanza dei poveri debosciati imbecilli, pronti a tutto pur di garantirsi un po’ di divertimento e i genitori come degli incapaci bacchettoni. Oltretutto fornisce un’idea del tutto sbagliata dell’anarchia, stereotipandola al solito con il consumo di droghe e con una vita da idioti. I personaggi sono freddi, senza profondità emotiva, sembrano marionette buttate su uno sfondo di degrado creato da un borghese da salotto, giusto per far sembrare che si affrontino temi importanti, quando la misura del vuoto è piena.

Io credo semplicemente che stiano assassinando la letteratura, ovunque, imponendo scrittori che non scrivono alcunché e fanno solo pena ma sono molto funzionali ad un sistema che li sistema per bene e sistema pure noi al primo posto nel teatro del nulla. Soldi veramente buttati, potete però staccare la copertina e incollarla sul muro. Il disegno di copertina è l’unica cosa decente di questo libro da secchio che è una specie di Trainspotting per lettori deficitari di neuroni.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

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