Goldstone, avventurina pietra stellare

Goldstone, avventurina pietra stellare

Goldstone, avventurina pietra stellare

Goldstone, avventurina pietra stellare

Gioiello in oro 18 k. con gemma goldstone, 1970, credit Antiche Curiosità©

Mary Blindflowers©

Goldstone, avventurina pietra stellare

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Scrive Frazer ne Il ramo d’oro:

Ogni mago della pioggia possiede una certa quantità di pietre pluviali, per esempio cristallo di rocca, avventurina e ametista, conservate in un orcio. Quando vuole chiamare la pioggia, butta queste pietre nell’acqua, poi prende una canna scortecciata, con uno spacco sulla punta e fa cenno alle nuvole di appropinquarsi o di andarsene altrove, recitando al tempo stesso un incantesimo…

 

Tra le pietre pluviali e magiche Frazer cita l’avventurina o goldstone.
In effetti la storia di questa pietra è molto particolare. Si tratta di una pietra sintetica, creata “per avventura”, ecco perché viene chiamata in italiano “avventurina”. La sua creazione è raccontata nei libri antichi:

Si racconta, che un artefice, avendo lasciato cadere per azzardo, o come si suol dire per avventura, della limatura di ottone in una materia vitrea fusa, trovò che il composto faceva una impressione gradita all’occhio, e che poteva essere adoperata in oggetti di lusso: chiamò egli questo composto avventurina… (Delle Pietre antiche, libri quattro di Faustino Corsi, Salviucci e Figlio, Roma, 1828, p. 166).

Nell’articolo Vetri rossi e al rame avventurina, confronto di analisi e ricette, di Cesare Moretti e Bernard Gratuze, articolo estratta dalla Rivista della stazione sperimentale del vetro, è scritto che la prima ricetta per fare l’avventurina la troviamo in Giovanni Darduin, il 2 marzo 1644: “Pasta stellaria ovvero venturina”. Un’altra ricetta la troviamo nel manoscritto di D.D. Miotti (XVIII secolo):

 

Le prescrizioni sono in sintesi di fondere in crogiolo del vetro comune o ritagli di lastre, ed aggiungere poi, a piccole dosi ripetute, “calcina di piombo e stagno, ossido di rame rosso, scaglie di ferro e acciaio ben bruciato… e si lascia raffreddare naturalmente… Analogamente nel Ricettario anonimo del 1847, fondendo ritagli di specchi, si aggiungono, in varie fasi e gradualmente, crocco, marogna, rame e calcina di stagno…

 

In pratica l’avventurina è del vetro a cui vengono aggiunti dei coloranti. Durante il lungo processo di raffreddamento si formano numerosissimi cristalli di rame che la rendono simile ad un cielo stellato, per cui gli antichi pensavano che avesse proprietà magiche e ancora oggi si pensa che la pietra stimoli il chakra del plesso solare e si dice che protegga il centro energetico del corpo.
I veneziani si vantano di aver inventato la goldstone per primi, sarebbero stati i Miotti a crearla per caso, ma in realtà non c’è nessuna prova perché anche i manoscritti francesi parlano dell’avventurina e non è escluso che sia stata inventata in Persia molto tempo prima e che l’invenzione non sia affatto occidentale. La visione europocentrica potrebbe essere del tutto sbagliata, del resto la stampa, l’argo gotico, la carta e tante altre belle cose sono state inventate in contesti non occidentali, anche se per lungo tempo la cultura esclusivista europea ha insegnato il contrario.
In ogni caso la goldstone non va confusa con la pietra di sole che è l’avventurina naturale, un quarzo, calcedonio traslucido di colore verde-giallognolo o verde scuro oppure rosso bruno.
L’avventurina è chiamata oltre che goldstone, anche pietra del monaco, stellaria, vetro stella d’oro e rimane ancora oggi una pietra affascinante d’indubitabile bellezza.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

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