Una lettera a Orwell

Una lettera a Orwell

Una lettera a Orwell

Una lettera a Orwell

La cul-tura, disegno su quaderno degli appunti by Mary Blindflowers©

 

Una lettera a Orwell

Mary Blindflowers & Mariano Grossi©

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Caro Orwell,

Ti scriviamo questa nostra lettera dall’aldiquà all’aldilà per informarti che molte delle tue previsioni si sono rivelate profetiche. Avevi ragione sulla morte della letteratura, sta in agonia, soffocata dalla spazzatura, dai talk show televisivi e dalla propaganda del bipensiero infarcito di slogan contraddittori in pieno delirio di schizofrenia intellettualoide. In tv un poco dappertutto in Europa, spopolano i figli dell’upper class che, seguendo le solite corsie preferenziali, pubblicizzano i loro libri spazzatura, scritti in pochissimo tempo per seguire l’onda degli ultimi avvenimenti di cronaca. Spuntano come funghi accademici generati da altri accademici che propinano, come santi oracoli, verità che qualsiasi cretino può capire da solo leggendosi un libro di storia. Ma nessuno legge più. La gente si compra il nome sbandierato e pubblicizzato per far soldi, i maledetti quattrini di cui parlavi in “Fiorirà l’aspidistra”. Gli intellettuali che arrivano a comunicare attraverso i media che contano, sono tutti ricchi e ben pasciuti, servili e cresciuti a capo chino. I figli degli operai che si mettono in testa di studiare, hanno due scelte per fare successo, o si vendono al partito, diventando degli zerbini totali, oppure rimangono nell’oscurità più completa. Scrivere è un’attività monopolizzata da quella borghesia di porci da fattoria degli animali a cui dà fastidio essere definiti borghesi, forse perché sarebbe meglio definirli maiali. I termini borghesia e proletariato, specialmente in Italia, sono stati messi completamente sotto sequestro e ritenuti obsoleti e offensivi, termini tipici di un’archeo-lingua ormai in disuso a favore di nuove neo-lingue che ammantano l’ipocrisia con lo zucchero di dolcissimi quanto ipocriti eufemismi. Adesso i borghesi sostengono che tutti siano borghesi, che il proletariato non esisterebbe più, questo soltanto perché la catto-sinistra italiana sta più a destra delle destre e non si preoccupa affatto dei diritti dei lavoratori di cui non importa nulla a nessuno. I radical chic, forma degenerata di porci borghesi che parlano di comunismo con il Rolex d’oro al polso e le macchine d’epoca in garage, riescono a parlare di antifascismo essendo cattolici e più fascisti dei fascisti nello stesso tempo. Hanno ideato a tal scopo l’espressione politically correct, evoluzione della specie lessicale da te prevista e preconizzata : «Orthodoxy means not thinking — not needing to think. Orthodoxy is unconsciousness.» La cultura italiana è in mano loro, o sei uno di loro o non sei nessuno. L’intellettuale che conta è perlopiù un venduto che riesce a far soldi sul nulla… (continua su Destrutturalismo n. 4).

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

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