Il pascolo pedestre delle Muse

Il pascolo pedestre delle Muse

Il pascolo pedestre delle Muse

 

Il pascolo pedestre delle Muse

Il pascolo pedestre delle Muse, credit Mary Blindflowers©

 

Il pascolo pedestre delle Muse

Mary Blindflowers©

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Giorgio Caproni in un discorso tenuto nel 1984 all’Università di Urbino:

Libertà e disobbedienza di fronte a ogni forma di sopraffazione o di annullamento della persona: di fronte a ogni forma di irreggimentazione o, peggio, di massificazione. La società in cui viviamo minaccia con sempre maggior pesantezza i più elementari diritti del singolo: minaccia la distruzione totale del privato (della persona), per ridurre gli individui a una somma di “consumatori”, ai quali  nell’imperante mercificazione anche di quelle che una volta venivano chiamate le aspirazioni spirituali  si vorrebbero imporre bisogni artificialmente creati per alimentare una macchina economica che trae a sé tutto il profitto, a pieno scapito d’ogni scelta interiore. Il poeta è il più deciso oppositore, per sua propria natura, di tale sistema. È il più strenuo difensore della singolarità, rifiutando d’istinto ogni parola d’ordine. E per questo il sistema lo avversa, sia ignorandolo o fingendo d’ignorarlo, sia cercando di minimizzarne la figura con l’arma della sufficienza e dell’ironia.

La grande lezione di Caproni viene rispettata?

Ieri, su facebook su un gruppo chiamato Onda poetica-Poesia a teatro:

 

“Buonasera a voi.

Per le poesie da leggere il 19 novembre usate questi criteri:

NO poesie tragiche, drammatiche, funeree

NO riferimenti al femminicidio

NO riferimenti alle violenze

NO riferimenti sessuali

SI alla gioia, alla felicità, alla rinascita

SI all’amore in senso ampio, pieno, positivo

SI alla vita

Vi chiedo questa attenzione perché il senso di LIBER@ DI GIOIRE è proprio questo: una risposta forte, piena, vitale e luminosa alla violenza. Saremo all’interno di una grande manifestazione culturale e quindi abbiamo questa linea da seguire (che tra l’altro condivido).

Grazie per la comprensione e la collaborazione.

Continuate a mandare i testi per una prima lettura”.

(Monica Maggi).

 

Una manifestazione culturale che mette il bavaglio ai poeti, invitandoli a mandare i loro elaborati e imponendo dei dictat sugli argomenti di cui devono parlare, una forma velata e cortese di censura.

Interrogata la postante sul perché di queste scelte, ha risposto: “La poesia è vastissima, noi in questo caso abbiamo la responsabilità di scegliere… Poi l’immancabile frasetta priva di senso: “la vera poesia è sempre eversiva”. Quindi ha definito aggressiva la protesta per questo tipo di condotta. Non solo ha dimenticato Caproni ma anche Pasolini che pur cita in continuazione, essendo ormai di gran moda metterlo ovunque: “Chi non è aggressivo è nemico del popolo!” (La poesia della tradizione in Trasumanar e organizzar, Garzanti, 1971). Vero è che di Pasolini si citano solo i pezzi poco compromettenti e che si adattano al radical chicchismo.

Una signora molto gentile che forse dirige il gruppo Onda Poetica e che ha evidenti difficoltà con grammatica e punteggiatura, ha poi precisato in un linguaggio sgangherato (il che la dice lunga sul livello culturale di chi si occupa di poesia) che ci sono problemi più gravi nella vita, che se una persona non è d’accordo non partecipa.

Risposte non risposte, desiderio di liquidarmi in fretta, in modo da non creare imbarazzo nel gruppo, atteggiamenti che denunciano un terribile vuoto contenutistico, la volontà di esserci anche sotto censura, il compromesso di farsi tarpare le ali e comunicare il messaggio agli altri attraverso una regia che impone ai poeti perfino di cosa si possa e di cosa non si possa parlare in assoluto contraddittorio moto, si deve parlare della violenza senza fare alcun riferimento alla violenza. Tutto all’insegna dei tarallucci e vino, di uno stucchevole buonismo, di un politicamente corretto che ha il principale compito di non disturbare e di non turbare, che priva la poesia di qualunque spirito creativo. Siamo allo scimmiottamento delle stesse dinamiche mainstream in cui tutto è concertato e censurato, per non essere ignorati, per esistere nel mondo che nemmeno c’è, per partecipare alle manifestazioni del pollo fritto e impanato.

Come ha fatto la poesia a cadere nelle mani di questi personaggi?

Fanno venire la lacrimite ai buoni autori di giambi: “Salve, sommamente, o Zeus, anche tu, e salva tutta la casa dei sovrani: io, invece, passo al pascolo pedestre delle Muse”. (Callimaco fr. 112 Pf.).

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

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