Tombe, credit Mary Blindflowers©
Mary Blindflowers©
Ginevra Amieri, sepolta viva
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Manni in Notizie di Ginevera Amieri Rondinelli, contenute nel tomo sesto de Le veglie piacevoli, Gaspero Ricci 1816, racconta che Antonio Rondinelli era innamorato di una giovane di nome Ginevra da quattro anni, ma il padre di lei volle darla in sposa a uno degli Agolanti di nome Francesco, perché era molto più ricco, anche se dispiaceva alla ragazza. I matrimoni all’epoca erano tutti combinati e la donna non aveva voce in capitolo sulla scelta.
Nonostante il naufragio della speranza di avere Ginevra come sposa, Antonio, continuò ad amarla e rifiutò di accasarsi con un’altra donna.
Ginevra ben presto si ammalò e venne data per morta, quindi sepolta. Era ottobre e c’era la luna piena quando la sposina dopo parecchie ore si risvegliò dentro il sepolcro e vide la luna da una fessura. Si liberò dalle bende mortuarie, si mise a sedere, salì una scaletta di cinque gradini che conduceva alla piccola lapide e la spinse fino a smuoverla perché ancora non era stata murata. Uscita dunque dalla tomba, Ginevra rediviva se ne andò a casa del marito e bussò. Ma il marito, vedendola, iniziò a tremare di paura, si fece il segno della croce e la cacciò via promettendole per l’indomani messe e orazioni.
Ginevra pianse e si lamentò, ma fu tutto inutile. Il marito pensava che fosse uno spettro, perciò non la accolse. Allora si recò a casa del padre, Bernardo Amieri che aveva l’abitazione dietro S. Andrea. Ginevra picchiò alla sua porta.
Il padre non c’era. Rispose la madre che le disse: “va’ in pace anima benedetta”.
Ginevra allora riprese il cammino e si recò da un suo zio che le disse “va in pace” a sua volta, e le chiuse l’uscio in faccia.
Ginevra si ricordò allora del Rondinelli e si recò a casa sua nonostante fosse lontana. Picchiò alla porta. Antonio la fece entrare in casa e coricare in un “letto temperatamente caldo”, la fece nutrire con brodi e bevande ristoranti, marzapane e confetti che allora si usavano per confortare i malati. La fece vegliare. Dopo quattro giorni era guarita:
Per quella notte fatta coricare appresso di essa la madre propria, e tenuta a vegliare, e servirla una fantesca, pareva a lui mill’anni, che si facesse di per udire se avea riposato, e quanto, e come, e sì per approntare qualche altro bisognevole. Non erano trascorsi quattro interi giorni, che si fe’ conoscer guarita (Manni, p. 54).
Ginevra giurò di non tornare mai più con il marito, piuttosto avrebbe preferito farsi monaca che tornare ad abitare con lui.
Il Rondinelli aveva comprato dal marito gli abiti e i gioielli di Ginevra. Tramite un notaio, la ragazza decise di sposare Antonio quando ancora tutti la credevano morta.
Il Vicario in seguito diede il beneplacito all’unione con Antonio.
Il Manni avanza l’ipotesi di isteria:
Alle dubbiezze avutesi da alcuni sulla verità, ed ingenuità de’ fatti seguiti nella persona di Ginevra degli Amieri, e di Antonio Rondinelli suo amante, pongono fine la costante fama invalsa per tre secoli, e mezzo… in Firenze l’anno MCCCC cadde malata anche Ginevra, ed o forse di Peste, o pur d’altro male, le affezioni isteriche l’assalirono in modo, che non avendo forza i medicamenti, e non giovando la buona cura de’ Medici, o le diligenze adoprate dal marito, e dalla suocera, si ridusse affatto senza polso, e senza senso alcuno, insomma ad esser creduta da tutti i circostanti assolutamente morta, sendo malattia quella degl’isterismi alora non ben da tutti conosciuta, e che ne’ susseguenti tempi ha dato occasione a grossi sbagli, e tra essi in altre femmine vive d’esser sepolte per morte, e dipoi trovatesi in sepoltura a dover morir per forza (Manni, p. 48).
Nel carnevale del 1546 nel palazzo del Duca Cosimo si fece una commedia dal titolo: Ginevera morta dal Campanile, la quale essendo morta, e sotterrata, resuscitò.
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DESTRUTTURALISMO Punti salienti
