Eleganza, adeguamento, sistema, arte

Eleganza, adeguamento, sistema, arte

Eleganza, adeguamento, sistema, arte

Eleganza, adeguamento, sistema, arte

Stati parassitari, credit Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

Eleganza, adeguamento, sistema, arte

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Fanculo a chi parla di luce e di vita
anche se ha imparato le tabelline come Cita,
fanculo allo scrittore già arrivato
sullo scaffale dell’ipermercato,
alla borghesuccia in fregola
che ti impone la sua costante regola,
al prete, al buonista, al cagapista,
a Coelho, Smith e Murakami coi loro ricami di guano,
al baciamano al papa
fanculo pure alla rapa,
al trappista con l’unguento in culo
e dio in bocca,
al mulo tesserato,
alla gnocca senza cranio
che promette l’iperuranio,
fanculo all’abbonato a Famiglia Cristiana,
fanculo al mito della buona puttana,
fanculo,
fanculo,
fanculo!

 

Più irritante dell’incompetenza in sé e per sé, è l’ignorante che si improvvisa professore, offre consigli gratuiti su ciò che sarebbe opportuno fare per la tua vita, su ciò che sarebbe opportuno dire su qualsivoglia argomento.
Fermo restando che il gradimento di un’opera letteraria ha un certo margine di soggettività anche per chi è abituato a leggere con una certa assiduità e ad analizzare testi nel loro valore stilistico-espressivo e contenutistico-simbolico, occorre sempre valutare ciò che il testo dice ma anche e soprattutto ciò che non viene espresso direttamente, oltre a un insieme di fattori che possono condurre all’elaborazione di un giudizio che non sia puramente emozionale sul generico laudativo stile wow sono oca ma giuliva, evviva, evviva non si sa bene cosa.
Il signor X sostiene che Murakami sia uno scrittore commerciale, privo di quella profondità e di quel messaggio tra le righe che invece è proprio dei grandi e si permette di comunicare nei social il suo punto di vista così poco popolare.
Un reato penale criticare scrittori arrivati e che vendono. Arriva zampettando e con strepito la signora Y e si schermisce. Testuale: “si deve dire al massimo che non piace o al limite ammettere che non lo si è capito”.
La frittata è ancora mezza cruda, ma viene rivoltata dall’altra parte, si rompe dunque ogni equilibrio originario.
La Signora Y detta legge, la sua legge umorale e acritica sull’uovo cosmico, su ciò che sarebbe opportuno dire in pubblico. Esprimere un parere schietto, non è consentito. La Y viene gentilmente invitata a sciorinare altrove i suoi consigli di bon ton stile ragazza pon pon. 
Così alla fine della faccenda, chi ha postato la foto del libro di Murakami sostiene che soltanto l’eleganza potrà salvare il mondo, riferendosi al fatto che non è elegante criticare gli scrittori da ipermercato addobbato a festa per le masse.
Di solito però è chi vuol gabbarti a vestirsi in modo molto elegante e Murakami sa giocare bene le sue carte, fingendo di dire sempre qualcosa, senza di fatto dire nulla. Trionfo dell’apparenza.
La signora Y dà fiato alle trombe della sua profondissima critica letteraria su Murakami e partorisce dalla sua testa ano, piano piano, una sentenza che smuove le viscere alle montagne di lego: “l’ho letto in una settimana, lo adoro!” Punto. Totò aggiungerebbe anche due punti e punto e virgola, giusto per abbondare e far capire la ridicolaggine delle situazioni in cui la gente si impegola come mosca nella tela del ragno. Siccome a Y piace  Murakami e  avrebbe letto in sette giorni un suo capolavoro (che informazione di importanza universale), chi non lo ama non lo capisce perché è davvero inconcepibile che non lo si ami dato che lei lo ama. Certo c’è parecchio da capire nelle frasettine semplici di Murakami, fatte per essere lette in poco tempo e senza fatica, lasciandoti insoddisfatto come dopo una corsetta alla fine della quale ti sei rotta una caviglia.
Ma il dado è tratto e fluttua sulla frittata ormai tracimata da ogni comprensibile padella.
Il parere di Y diventa legge di massa e cibo precotto.
Non si discute. Le uova sono cotte anche se crude. La dialettica sta al bando, vige il dogma imposto dall’alto.
Siamo arrivati al punto che persone assolutamente prive di qualsiasi capacità critica, consigliano cosa il perbenismo permetta che si possa dire per non essere ineleganti.
A questo punto una domanda è lecita: è più inelegante un parere schietto e sincero con acclusa relativa e motivata recensione di un testo, oppure una lode che viaggia sul treno dell’approssimazione e bacchetta ogni avversativa senza argomentazioni profonde?
In poche parole non siamo più neppure liberi di scegliere cosa ci piace e cosa no, senza che qualcuno venga ad imporci il suo parere come inappellabile? Deve piacerci per forza quello che piace a tutti per essere giudicati eleganti e simpatici?
E poi in fin dei conti che cosa è questa tanto vantata eleganza che salverebbe ogni mondo possibile dalla sua rovina?
Grazia e semplicità, buon gusto…
Ma cosa c’è di più disgustoso che l’imporre agli altri il proprio gusto e il proprio punto di vista senza neppure curarsi di apportare a supporto della propria tesi dati oggettivi?
L’eleganza è dunque adeguamento al sistema? Oppure è elegante fingere di essere alternativi, di leggere opere pubblicate da piccoli editori e postare in continuazione soltanto fotografie di libri firmati da noti scrittori commerciali che non hanno alcun bisogno di essere pubblicizzati? La doppia faccia della borghesia si nutre di finta indignazione, fascinazione per il nome celebre e reale piaggeria. Più che eleganza questo è parassitismo incolto.

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Rivista “Destrutturalismo”

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

 

 

Comment (1)

  1. Mariano Grossi

    O parassita incolto, ti leggo e mi son sciolto, assiso sopra il cesso, col tuo verbo in eccesso. Ti piace Murakami? Beh, io ne faccio strami. Cúcine pure lodi a mo’ di sarta: per me, come Volusio, egli è “cacata charta” !!!

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