Chiesa, reliquie, santi, comunismo

Chiesa, reliquie, santi, comunismo

Chiesa, reliquie, santi, comunismo

Chiesa, reliquie, santi, comunismo

Antique Engraving Print, Consider the Lilies of the Field, 1862, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

Chiesa, reliquie, santi, comunismo

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Il Frate Cipolla del Decamerone boccaccesco, imbroglione a sua volta gabbato, si salva con l’escamotage della parola la cui potenza ha la forza di dirigere le menti. La novella non esalta soltanto le capacità affabulatorie come mezzo per liberarsi dalle trappole e crearne nello stesso tempo, ma mette in evidenza la realtà del culto delle reliquie che nel Medioevo era particolarmente sentito e affondava le sue radici nell’ingenuità popolare.
Esemplificativa a tal proposito la nota vicenda del braccio di Santa Reparata, giunto a Firenze il 22 giugno 1352. I fiorentini si accorsero ben presto che il braccio era di legno e gesso.
Una quantità enorme di false reliquie circolava allo scopo di blandire la credulità delle masse e spingerle a offrire elemosine.
Nel racconto cialtronesco del frate c’è un bell’elenco:

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il dito dello Spirito Santo così intero e saldo come fu mai; ed il ciuffetto del Serafino che apparve a San Francesco; et una delle unghie de’ Cherubini; et una delle coste del Verbum caro fatti alle finestre e de’ vestimenti della Santa Fe’ cattolica; et alquanti dei raggi della stella che apparve a’ tre Magi in oriente; ed una ampolla del sudore di San Michele quando combatté col diavolo; e la mascella della morte di San Lazzaro, et altre…

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La Chiesa Medioevale aveva scoperto le indulgenze e le reliquie con le quali faceva leva sull’ingenuità delle masse. Boccaccio parodizza il culto delle reliquie attraverso la comicità del frate imbroglione e non solo… Il patriarca di Gerusalemme diventa così ‘Nonmiblasmete Sevoipiace’ che ricorda il francese antico “Ne me blasmez se vos plait”. L’atmosfera è carnevalesca, giocosa. Il frate inizia a ciarlare di mirabolanti viaggi immaginari che man mano acquisiscono connotazione sempre più beffarda, in cui mescola luoghi reali a posti di fantasia: dai privilegi del Porcellana al Borgo de’ Greci, dal reame del Garbo verso Baldacca, da Parione alla Sardigna fino a Truffia e Buffia, paesi molto abitati e con gran popoli, ecco poi la Terra di Menzogna dove ci sono molti frati della nostra e di altre religioni. Ecco il frate negli Abruzzi, nelle montagne dei baschi e nell’India Pastinaca per poi giungere nella Terra Santa ad acchiappar reliquie il cui culto non è morto nemmeno ai nostri giorni. La camicia insanguinata indossata nel momento del martirio da Rosario Livatino, il 21 settembre di 31 anni fa, è stata venerata, infatti, come reliquia nella Messa di beatificazione dedicata al giudice ragazzino e mostrata ancora oggi durante le cerimonie sacre ai ragazzi delle scuole, come esempio di ciò che fa la mafia.
Una Chiesa incapace di giustificare se stessa, il suo ruolo nel mondo, il suo potere e la sua capillare presenza un poco ovunque, con quel crocifisso ben in vista nelle scuole che sembra ricordare a chiunque chi sia il vero unico e solo dio, strumentalizza a piene mani figure positive della storia e le santifica, per accattivarsi presenze, catturare emozioni e far leva sulla pietà popolare attirando consensi in nome della lotta antimafia. Un metodo antico, quello di agire sul lato emozionale, utile per restaurare la dignità di una Chiesa sconvolta da tanti, troppi, scandali.
Sono ampiamente documentati i rapporti tra mafia e chiesa. I mafiosi sono anche notoriamente devoti. Nel 1997 le forze dell’ordine dopo aver fatto irruzione nel covo del boss Pietro Aglieri, uno dei mandanti per le stragi di Capaci e di via D’Amelio, hanno trovato una piccola cappella privata completa di panche, altarino con crocifisso di legno e due statue in gesso della Madonna. Immagini sacre vengono usate anche nei riti di iniziazione alle organizzazioni mafiose. Nella Camorra l’iniziazione non può avvenire se non si bacia l’immaginetta della Madonna di Pompei perché il mafioso deve essere rispettoso della religione. L’ateismo non è contemplato dalla mafia, se si esclude il caso di Matteo Mesina Denaro. Il mafioso vuole la sua legittimazione nella Chiesa che ha negato a lungo perfino l’esistenza della mafia. Note le affermazioni del Cardinale Ruffini che con convinzione sosteneva che la realtà mafiosa era soltanto “un’invenzione dei comunisti”.
La Chiesa attuale ha bisogno di martiri e siccome non ne ha di propri, usa personaggi della nostra storia recente, per crearne di nuovi a suo uso e consumo. Ritorna dunque il feticismo delle reliquie e dei santi, esattamente come nel Medioevo.

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