Struttura né certa né vera

Struttura né certa né vera

Struttura né certa né vera

Struttura né certa né vera

The Brain Coral, credit Mary Blindflowers©

 

Angelo Giubileo & Mary Blindflowers©

Struttura né certa né vera

.

Esiste una struttura alla quale affidare ogni discorso, così com’è inteso il Logos alla maniera dei Greci? In vero, riteniamo di no. E cioè, espressamente, che non possa ritenersi “vera” una qualsiasi “Struttura”, e in principio “originaria”; e in quanto vera, che possa definirsi altrettanto “certa”, e quindi “immutabile”, dalla quale derivino, secondo le categorie di genere e specie, le cose che Severino chiama “eterni”. Diverso è invece il discorso – prima del logos aristotelico, che distingue genere e specie – che fissa originariamente e inizialmente, alla maniera heideggeriana, il principio universale dell’eternità del Tempo, che Platone chiama inequivocabilmente Il Medesimo. Banalmente diciamo che di “certo” e “immodificabile” non c’è niente e che piuttosto, alla maniera dei più antichi pensatori greci, la natura incerta delle cose è quella degli “enti”, nel senso di cui a breve diremo. La struttura è di per sé nozione fallace ed illusoria che offre di sé la litica certezza di una pietra che si sfalda con il tempo, perché la storia è un eterno ritorno, un insieme di corsi e ricorsi destinati a proporsi, estinguersi e riproporsi nel ciclo infinito del mondo e delle stagioni autoperpetuantesi, sempre uguali sempre diverse, in un paradosso in cui mode, sistemi, mentalità e significati si involvono per poi di nuovo evolversi e ancora involversi, e così via, ciclicamente.
In premessa, occorre però precisare un altro concetto, che è relativo a ciò che Martin Heidegger ha chiamato il “pensiero iniziale”, ovvero il modo essenzialmente logico ma anche corretto, potremmo anche dire “coerente”, come meglio vedremo, di relazionarsi sin da principio all’oggetto, e quindi pensare in modo “iniziale”. A giudizio di Heidegger e di Plutarco, il primo pensatore iniziale sarebbe stato Parmenide. Ma questo significa soltanto che nel pensiero di Parmenide appaia per la prima volta (?!) all’opera, e quindi anche formalmente, una struttura iniziale o originaria di pensiero logico, che, come diciamo, non è certa, né vera, né immodificabile. Certezza, verità e immutabilità sono infatti fondamenti della fede dogmatica e chiusa in un submondo in cui pensare è rigorosamente vietato perché altri hanno già pensato per l’uomo medio che quindi deve credere indefessamente-fessacchiottamente al pensato come universale e fisso. La filosofia, per fortuna, non ha necessariamente il compito o il fine della certezza, perché se è vero che crea, mette anche in discussione i sistemi e le strutture opponendo resistenze al sistema imperante per costruirne uno nuovo e non di certo per il gusto sadico di distruggere e basta. La filosofia si avvale oltre che della ragione, della matematica, sua sorella di latte.
Sin da principio, esiste una relazione inscindibile tra la scienza della matematica e quella della filosofia, come testimonia l’opera di due autori quali il matematico austriaco Kurt Godel e il già citato Plutarco.
L’opera di Kurt Godel è nota in particolare per un suo famoso articolo del 1931 in merito alla formulazione di due teoremi dell’indecidibilità. “Con qualche semplificazione” il primo teorema di Godel afferma che: “In ogni formalizzazione coerente della matematica che sia sufficientemente potente da poter assiomatizzare la teoria elementare dei numeri naturali – vale a dire, sufficientemente potente da definire la struttura dei numeri naturali dotati delle operazioni di somma e prodotto – è possibile costruire una proposizione sintatticamente corretta che non può essere né dimostrata né confutata all’interno dello stesso sistema”. E, in merito al secondo teorema: “Nessun sistema, che sia abbastanza espressivo da contenere l’aritmetica e coerente, può essere utilizzato per dimostrare la sua stessa coerenza”.
Dunque, in base alla conformazione delineata, se il sistema di cui si discute è quello proprio dell’aritmetica, la struttura (o il pensiero logico) della scienza matematica può ritenersi equivalente alla struttura (o pensiero logico) della scienza filosofica, e quindi i principi godeliani del sistema per così dire estensibili e applicabili anche all’interno del sistema della filosofia.
Nel caso del primo teorema, se il sistema è supposto coerente, ogni proposizione al suo interno non è né dimostrabile né confutabile. L’aporia, ovvero l’impossibilità di risolvere il problema, implica, secondo la logica di tipo aristotelico, una contraddizione che, in tal caso, consiste nel fatto che ogni proposizione del sistema non è né dimostrabile né confutabile, e quindi potremmo dire: incerta (né vera né falsa). E qui torniamo decisamente alla futilità e inutilità della certezza dogmatica come termine essenziale di ogni sistema. Il dogma è infatti nemico della scienza, della filosofia e di ogni metodo che implichi l’utilizzazione del pensiero che analizza e verifica senza credere ciecamente alla fallacia di sistemi pre-costruiti da un super-ego dominante che ha tutto l’interesse a tarpare le ali al pensiero.
Nel caso del secondo teorema – precisando che entrambi indissolubilmente fondano il principio dell’indecidibilità -, se il sistema è supposto coerente, in alcun modo tale coerenza può essere dimostrata dall’interno del sistema medesimo. L’aporia, ovvero il problema irrisolvibile consiste stavolta nella dimostrazione di coerenza dell’intero sistema (vero o falso, in base ai principi della logica aristotelica di identità, non contraddizione e terzo escluso). È pertanto evidente che il ragionamento logico di tipo formale, sia esso matematico che filosofico, determina comunque l’insorgenza di aporie ovvero, in modo corretto, l’impossibilità di risolvere determinati problemi o questioni laddove il dogma presuppone, al contrario, la risoluzione di tutti i problemi attraverso la fede indiscussa presentata sul piatto della certezza assoluta che viene però negata e derisa sia dalla filosofia che dalla matematica stesse.

.

Rivista Il Destrutturalismo

Christ was a female

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Video – The Black Star of Mu

 

Post a comment