Pianta, orticoltura, scrittori, scrittura

Pianta, orticoltura, scrittori, scrittura

Pianta, orticoltura, scrittori, scrittura

Pianta, orticoltura, scrittori, scrittura

Sezione di albero pietrificato, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

Pianta, orticoltura, scrittori, scrittura

.

Parlare della propria arte è come recensirsi da soli, ovvio che il punto di vista risulterà falsato. Cocteau sosteneva che un artista non può parlare della sua arte più di quanto una pianta possa discutere di orticoltura. Chi parla solo di se stesso pensando di essere un artista è solo un pirla, in sintesi, o un disperato che sa che se non parlerà egli stesso in prima persona del suo stesso lavoro, nessun altro lo farà.
Così il pirla, zampettando qua e là nei social, si adegua alla struttura, cercando di farvi rientrare il proprio sé e maturando l’idea che l’unica via sia solo quella autopromozionale, una ridicola esibizione d’ego super-tronfio, la descrizione minuta e particolareggiata della sua biografia in tempo reale minuto per minuto, come se a qualcuno potesse interessare qualcosa di quando è nato, a che ora si alza la mattina e con quale marca di dentifricio si lava i denti, quanti figli ha, se è sposato o convive, quali dolci gli piacciono e a che ora il suo cane fa il bisognino. Ciascuno, attraverso i social diventa un personaggio.
Purtroppo è operazione vana perché il mediocre non sa che improvvisarsi personaggio non è essere un personaggio.
Forse molti saranno interessati alla biografia di Marx, ma a chi potrebbe interessare la bio di un comune signor Rossi che ha scritto un libro magari autopubblicato e pieno di dialoghi insulsi? Probabilmente a nessuno.
Ma il Signor Rossi vive un’esperienza mistico-religiosa pensando di essere qualcuno per il solo fatto di aver postato la sua bio nei social. Egli diventa il Cristo in terra e impone il silenzio in merito alla critica letteraria, sostenendo che tutti i colleghi scrittori (li chiama colleghi perché si ritiene scrittore) che postano critiche al sistema, ai giornalisti, agli editori, sono soltanto degli invidiosi che non sanno quello che fanno e invoca non il perdono di Dio per simili incalliti peccatori, ma le folgori del demonio. Il signor Rossi per entrare nella struttura del sistema che impone la censura e l’esaltazione del mito preconfezionato, spappagallando le parole degli scrittori arrivati, sarà dunque disposto a tutto, perfino ad autocensurarsi, sostenendo a gran voce che il cielo è blu, les oiseaux chantent, gli editori sono benefattori dell’umanità che pagano sempre invariabilmente i diritti d’autore, quelli che pubblicano coi grossi editori sono tutti ovviamente bravi, i fiori profumano e dio è così grande e ineffabile che chiunque trovi storture nel sistema non è del tutto sano di mente perché il mondo è perfetto così com’è.
Questa stolida razza di imbecilli integrali che aspira a ottenere la pubblicazione con un editore, fa da corteo ai falliti di successo che pubblicano, per intercessione dei santi e della Vergine Maria momentaneamente cecata, con un grosso editore. Scrivono maluccio, ma poco importa. Carta canta, i loro libri non volano, il linguaggio è elementare, ma poco importa. Il marchio è tutto. Sono arrivati alla grossa editoria. Anche per loro dunque il cielo è blu, les oiseaux chantent, gli editori sono tutti i San Francesco della terra, non esistono i raccomandati e Dio è grande, mentre chi critica il sistema è un piccolo invidioso, teorema esistenziale della volpe all’uva.
Questi individui vivono pietrificati dentro il sistema, dentro la struttura, e sono inconsapevoli del fatto che in realtà non esiste una struttura unica e immutabile valida eternamente per tutti i secoli e le epoche storiche, perché tutto cambia che ci piaccia o no. Il mondo è mutevole. Le certezze sono destinate al decadimento e alla consunzione. I loro libri saranno letti dai posteri che probabilmente li useranno per pulircisi il culo.
Un giorno les oiseaux non canteranno più allo stesso modo di oggi; gli dei cadranno dai loro scranni dorati procurandosi dei bernoccoli; la parola verrà letta per ciò che essa è e non per il nome o il marchio che porta chi la esprime; il cielo avrà sfumature diverse dal tutto blu assoluto e gli editori saranno valutati per ciò che realmente sono e non per ciò che si dice che essi siano; la libertà di critica tornerà di moda, come la dialettica ormai quasi del tutto morta, perché tutto torna, è inevitabile.
Il mondo è soltanto un grande ciclo di corsi e ricorsi, di involuzioni ed evoluzioni.
Finché ci sarà qualcuno che chiamerà pirla chi vuol censurare la libertà di espressione e limitarla negli angusti recinti da porci del solo sé gonfiato e autoreferente, il mondo continuerà a girare con il suo peso di pene, dolori, miserie e nobiltà. I pirla si illudono soltanto di averlo fermato a loro uso e consumo, ma non è così.

.

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Video – The Black Star of Mu

Rivista Il Destrutturalismo

Christ was a female

Post a comment