“La tristezza di Pietro”

"La tristezza di Pietro"

“La tristezza di Pietro”

"La tristezza di Pietro"

Equilibri, credit Mary Blindflowers©

 

 

Angelo Giubileo & Mary Blindflowers©

“La tristezza di Pietro”

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Il dibattito in corso in Italia sull’approvazione del disegno di legge in materia di transfobia e omofobia ha avuto senz’altro il merito di ricondurre e quindi fare in modo di ricomprendere il dibattito stesso e in generale l’intero dibattito, culturale e politico, su uno dei diritti fondamentali dell’uomo, nell’ottica “metafisica” di una legge sovraordinata al sistema, che comunemente chiamiamo Legge Naturale; e per la quale Antigone decide di sfidare la legge imposta da Creonte.
Molta è la confusione sotto il cielo. E tuttavia, la situazione non è affatto eccellente! In realtà, nella concezione della Nova Scientia vichiana – piuttosto antichissima, in quanto erede della tradizione della prima Accademia platonica – il vero e il fatto s’identificano, la verità si manifesta nel fatto e il fatto testimonia la verità, al di là della legge “positiva” degli uomini, soggetta al mutare dei tempi e quindi al dominio incontrastato di Kronos.
Nel corso delle ere, la nostra “umana condizione” è stata soggetta a innumerevoli metamorfosi; tanto che pensavamo fosse superfluo rammentare che da quel “LUCA” originario – primo organismo terreste unicellulare che ha assunto oggi diverse forme di “umano” – sono passati, sembra attualmente, circa 4 miliardi di anni (BAGGOTT 2015). Ma, ancor più, pensavamo fosse assurdo rammentare e riportare all’attenzione del comune buon senso il mito universale dell’androgino o, in biologia, pseudo-ermafrodito e cioè persona che presenta caratteristiche fisiche e comportamentali proprie di entrambi i sessi. Modello originario e originale di unità e quindi di perfezione.
Questa concezione è presente sia negli antichi testi egizi che ebraici, nelle figure rispettivamente di Hapi e Mut; la troviamo anche nell’Edda nordica, nella Teogonia di Esiodo e in tante altre fonti antichissime; ma soprattutto nella tradizione del Midrash Rabba e nel Convivio di Platone.
Nel Midrash Rabba (8,1): “Dio creò l’umanità a sua immagine, ad immagine di Dio egli la creò; maschio e femmina egli la creò”. Alla domanda su quale fosse questa immagine divina, la scuola rabbinica chiaramente: era una immagine androgina.
Nel Convivio (178): Eros, annoverato tra gli Dei più antichi, non ha né madre né padre. A tale proposito, Platone fa dire ad Aristofane che in origine la nostra natura di uomini fosse diversa e che esistesse un genere, ermafrodito, avente forme sia maschili che femminili. Aristofane aggiunge anche che ai suoi tempi non ci fossero più persone con le caratteristiche di questo terzo genere e che il loro nome, la loro specie fosse caduta definitivamente in disgrazia per volere degli stessi Dei e in particolare di Zeus. La spiegazione di Aristofane è questa: come i Giganti – che erano stati sconfitti e distrutti dagli Dei nel corso della lotta iniziale per il potere e quindi il dominio dell’intero cosmo -, Zeus avrebbe voluto distruggere la specie originaria e originale degli uomini, tutti ermafroditi, ritenuta perfetta ma, per questo stesso motivo, pericolosa per il destino degli Dei stessi. Ma, diversamente dal destino riservato ai Giganti, Zeus aveva deciso in questo caso di dividere l’Uomo, ermafrodita, in due generi, maschio e femmina, in modo da rendere tutti gli uomini più deboli e proni al volere degli Dei stessi.
Riproponendo questo antico testo, ci auguriamo e speriamo che ciascuno sia lasciato libero, sempre nel rispetto altrui, di vivere la propria sessualità come più crede opportuno, in armonia col suo io interiore, senza arroganza e senza che gli dei falsi e bugiardi continuino a lanciare strali.
In una società evoluta queste frasi sarebbero ritenute scontate, non in quella italiana, ancora retrograda e bigotta in uno Stato che si definisce laico ma permette al Vaticano di ingerirsi nelle sue leggi e dall’alto di pulpiti sporchi di corruzione e scandali (recentissimo il rinvio a giudizio del Cardinale Angelo Becciu, monsignor Mauro Carlino, Enrico Crasso, Tommaso Di Ruzza, Cecilia Marogna, Raffaele Mincione, Nicola Squillace, Fabrizio Tirabassi, Gianluigi Torzi e René Brülhart), si permette di dire agli altri come si debba vivere, ingerendosi nella sfera intima e privata delle persone, per un controllo totale, attraverso una tecnica ben consolidata nel tempo che imponeva e impone al credente una morale ipocrita e fittizia, la quale morale relega nell’ambito della perversione e della devianza, tutto ciò che esula dalla famiglia tradizionale uomo-donna. Questa concezione, è mutuata dal Medioevo.
Pier Damiani in Liber Gomorrhianus sosteneva che l’omosessualità era largamente praticata negli ordini monastici e segnava il suo percorso di condanna senza appello con parole di fuoco, considerando la “sozzura adamitica” una turpitudine e il peggiore tra i crimini, atto che riteneva contro natura, nature probatur adversum. Auspicava l’allontanamento dagli ordini ecclesiastici di chiunque praticasse il vizio di Sodoma. Fu un anticipatore dell’atteggiamento di condanna che poi si diffuse nel XIII secolo, quando l’omosessualità divenne un reato. Un editto regio castigliano promulgato da Alfonso X, ordinò che i sodomiti venissero appesi per le gambe e pubblicamente castrati. In molti Paesi Europei vennero emanate leggi in cui l’omosessualità era punita con la morte. In Inghilterra, re Edoardo II venne ucciso con il suo amante.
In Boccaccio i giudizi della Chiesa ufficiale, sono notevolmente ridimensionati. Egli mostra indulgenza per la “tristezza di Pietro”. La sua omosessualità è descritta nel Decamerone in modo piuttosto neutro: “uno che molto più a altro che a lei l’animo avea disposto”, “le femine contro all’animo gli erano”, senza condanne morali (Dec. V, 10).
Ci auguriamo per il futuro uno Stato laico in cui non ci siano più discriminazioni sulla base delle scelte sessuali, perché non siamo più nel Medioevo anche se più di qualcuno sembra non essersene accorto.

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Christ was a female

Rivista Il Destrutturalismo

 

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