Guide, Sinis, leggende, esotismo

Guide, Sinis, leggende, esotismo

Guide, Sinis, leggende, esotismo

Guide, Sinis, leggende, esotismo

Il Sinis, a cura di Giuseppe Pau, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

Le pubblicazioni degli Enti per il turismo, “Il Sinis”

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Mi è capitata tra le mani, una vecchia pubblicazione dell’Ente Regionale del turismo di Oristano intitolata Il Sinis, copertina morbida di grande formato, testi di Giuseppe Pau che sono stati aggiornati da Raimondo Zucca. In una breve nota iniziale il testo viene definito un “atto d’amore verso il Sinis…” aggiornato con “puntualità e grande attenzione”.
Il libro si divide in dieci capitoli, uno più approssimativo dell’altro:
I Geografia, Geologia, Flora e Fauna; II Civiltà nuragica; III Civiltà Fenicio-Punica e Romana, Tharros; IV Civiltà Paleo-Cristiana e Bizantina; V L’Ipogeo di San Salvatore; VI e VII Itinerario turistico del Sinis; VIII Leggende del Sinis; IX Tradizioni popolari; X Gastronomia dei prodotti del Sinis e vini.
Lo stile di scrittura indulge parecchio all’esotismo, sottolineando in modo abbastanza scontato la bellezza dei paesaggi, degli sfondi, della vegetazione con corredo di vento ululante e saettare di ramarri, etc., col solo appunto che Pau non è la Deledda, quindi poteva risparmiare al lettore superflue quanto retoriche descrizioni ambientali:

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I colori stessi del Sinis, così mutevoli d’ora in ora, i venti che quando imperversano ululano con la voce del mare e col rimbombo delle onde contro le scogliere, i meriggi che nell’afa torrida sono vivificati solo dal roteare dei falchi nel cielo e dal saettare dei ramarri sulla terra…

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Le informazioni sono generiche, senza approfondimento. Alcune frasi davvero infelici. Nel capitolo dedicato alle leggende, si racconta che un uomo aveva visto le anime del Purgatorio. Era un cercatore di lumache che si era attardato in campagna tra gli anfratti rocciosi. Ma non è il racconto in sé a colpire l’attenzione del lettore quanto la definizione che l’autore, snobisticamente, dà degli abitanti del Sinis, definiti “sfaccendati e diseredati”:

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Un cercatore di lumache, altra attività di un popolo di sfaccendati e diseredati, sosteneva di aver visto le anime del Purgatorio. Si era attardato, l’uomo negli anfratti e fra i roccioni, aveva strisciato sotto i lentischi e si era fatto sera… Nel grande silenzio e nel profondo buio della notte distinse chiaro qual che si agitava nel brulichio luminoso: Le anime del Purgatorio avvolte dalle fiamme, si dibattevano frenetiche ai suoi piedi, vi si issavano sopra, si arrampicavano alle sfrangiature dei pantaloni per sottrarsi al calore delle fiamme…

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Ci sono anche degli errori veri e propri oltre che molto pressappocchismo. Si sostiene per esempio, che nel Sinis non ci siano leggende: “Una terra così vasta e così suggestiva dovrebbe essere ricca di leggende. Non lo è. Lo stesso Gino Buttiglione in “leggende e tradizioni popolari di Sardegna” riporta una sola leggenda del Sinis di Cabras…”

Dal fatto che Buttiglione riporti una leggenda, l’autore deduce che non ve ne siano. Poi si barcamena in una pseudo-spiegazione che non spiega di fatto nulla: “Dall’alto dell’altipiano basaltico l’uomo vedeva l’uomo, o quello della terra o quello della laguna o quello del mare. Forse per questo nel Sinis non ci fu una grande fioritura di leggende”.

In realtà non è affatto vero che nel Sinis non ci fossero leggende. Solamente facendo una piccola ricerca on line ne ho trovate diverse, specie legate alle Janas.

Non so quale sia lo scopo di tanta approssimazione. So soltanto che spesso le pubblicazioni degli Enti provinciali lasciano molto a desiderare dal punto di vista contenutistico, nonostante gli autori appongano il titolo di professore, in bella vista accanto al loro nome e citino, di continuo, pezzi su pezzi di professori universitari noti.

Il Sinis merita di più e probabilmente anche i suoi abitanti.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

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Rivista Il Destrutturalismo

 

Comment (1)

  1. giancarlo rosati

    bello quello che ho letto credo anche io che la Sardegna tutta meriti molto di più è una terra meravigliosa in passato anche dei suoi costumi oltre le storie che si raccontano nelle fredde sere come cani con due teste ecc.

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