Bianchi-Giovini, Vangeli, Censura

Bianchi-Giovini, Vangeli, Censura

Bianchi-Giovini, Vangeli, Censura

Bianchi-Giovini, Vangeli, Censura

Aurelio Bianchi-Giovini, Critica degli Evangeli, 1862, II Edizione, credit Antiche Curiosità©

 

 

Mary Blindflowers©

Bianchi-Giovini, Vangeli, Censura

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Aurelio Bianchi-Giovini (Como, 25 novembre 1799 – Milano, 16 maggio 1862), è uno di quegli autori di cui non sentirete mai parlare nella scuola italiana, per via del taglio fortemente anticlericale delle sue opere.
Bianchi-Giovini nel 1862 scrisse la seconda edizione originale, riveduta ed aumentata considerevolmente della Critica degli Evangeli, per Francesco Sanvito, Milano, in due volumi. È proprio in questo libro che, nella prefazione, comunica al lettore i metodi usati dalla censura ecclesiastica.
La Chiesa di Roma ha dichiarato eretiche ben sei delle sue opere. Bianchi-Giovini si rivolge direttamente ai censori:

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Monsignori Illustrissimi e Reverendissimi

La venerata vostra Notificanza del 2 ottobre di quest’anno 1852, letta in tutte le chiese di Torino la domenica del 14 successivo novembre, venne ad avvertirmi che fra li autori di cui vi piacque condannare e proibire le opere, io sono il più aggravato, siccome colui sui cui dorso pesa il fardello di niente meno che sei opere… Santa Madre Chiesa cattolica apostolica romana… ha condannate quelle mie opere e le ha registrate nell’Index Libri Proibitorum.

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L’autore contesta la base stessa del dogma, ossia l’idea di infallibilità della chiesa, incapace di fatto di confutare il contenuto delle sue opere ma capace di una censura ridicola e spietata, elargita senza riflessione alcuna e soprattutto senza leggere il testo.
Racconta infatti ai lettori come è stata censurata nella realtà una sua opera, la biografia di fra’ Paolo Sarpi:

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Il caso merita di essere tramandato all’immortalità. Io seppi che Monsignor Nunzio a Svitto, che fu poscia l’eminentissimo cardinale de Angelis già vescovo di Montefiascone e Corneto (vedete bei nomi!) ora arcivescovo di Fermo, ne desiderava una copia: mi feci un pregio di mandargliela. Sua Eccellenza ne tagliò delicatissimamente colle forbici il frontispizio; a me rimandò i due volumi decapitati, e il frontispizio lo mandò alla Sacra Congregazione dell’Indice, la quale leggendo e meditando gravemente il sullodato frontispizio, con suo decreto 4 luglio 1837 damnavit opus. Condannare un’opera sul frontespizio, che ve ne pare? Ma forse tutti i libri si condannano a Roma in questo modo… la religione, qual viene insegnata dai preti, non ha regola sicura che la guidi ed è la cosa più incerta e contraddittoria del mondo…

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L’autore spiega come il suo testo, Critica degli Evangeli, sia basato sulle domande a cui la Chiesa non vuole mai rispondere. Se le si domandasse da chi la Chiesa ha ricevuto l’autorità indiscussa alla censura e alla conoscenza della verità, la Chiesa stessa risponderebbe, da Cristo; e se ancora si chiedesse chi garantisce che Gesù Cristo ha veramente concesso l’autorità alla Chiesa, questa risponderebbe i Vangeli. Chi garantisce l’autorità dei Vangeli? La Chiesa: “Dunque la Chiesa garantisce l’autorità dei Vangeli e i Vangeli garantiscono l’autorità della Chiesa. Strano circolo vizioso”. In pratica, dice l’autore la Chiesa garantisce se stessa, “la sua dunque è un’autorità gratuita, destituita di ragioni e di prove, e fondata sopra un mero supposto”.
Un ragionamento moderno che svincola l’uomo dai gravami del dogma e dall’oscurantismo del non-pensiero.
Sui Vangeli si fonda la credibilità della Chiesa, del papa, dell’Index. È richiamandosi ai Vangeli che si censuravano libri e giornali in nome di Dio, pretendendo di interpretarne in maniera infallibile la volontà ineffabile.
Bianchi-Giovini procede dunque all’analisi critica dei Vangeli dimostrando come siano soltanto il frutto di rimaneggiamenti, interpretazioni, aggiunte, manipolazioni varie, dimostrandone la contraddittorietà. Ma si spinge anche oltre: “Tutte le religioni”, dice, “sono in decadenza”. Lo scopo della Chiesa cattolica poi è semplicemente quello di arricchirsi:

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Voi non credete che Gesù Cristo sia venuto al mondo a compiere un gran sacrifizio, ma credete che sia venuto al mondo per dare al papa una potenza temporale e per commettergli la cura di tiranneggiare tre milioni di cristiani; Voi credete che sia venuto al mondo per dare ai cardinali un sontuoso piatto, per dare ai vescovi una sontuosa mensa, e per procacciare ai dignitari della Chiesa, onori, agi, titoli, ricchezze, lusso. La vostra fede non è né in Gesù Cristo, né nella sua Chiesa, né nel suo Vangelo, né nella sua dottrina, né nella sua morale; ma è nelle vostre rendite, nei vostri palagi, nelle vostre ville, nei vostri cocchi, nei vostri cavalli, nelle vostre livree, nei vostri titoli, nella dispotica vostra autorità, nel vostro fasto, nel vostro orgoglio, nei vostri piaceri… Voi non credete più in nulla, nemmeno in Dio, posciaché vi siete fatto un Dio di voi medesimi e delle stesse vostre passioni…

 

Del resto lo stesso Nietzsche non diceva che Dio è morto?

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Rivista Il Destrutturalismo

 

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