Colla, cerette, cosmesi, medicina

Colla, cerette, cosmesi e medicina

Colla, cerette, cosmesi, medicina

Colla, cerette, cosmesi e medicina

Del Compendio dei secreti razionali dell’Eccellente Medico e Cirugico M. Leonardo Fioravanti, Bolognese, Venezia, Vincenzo Valgrisi, 1564, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

Colla, cerette, cosmesi e medicina

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Di fronte ad oggetti di comune uso quotidiano, spesso ci chiediamo chi e come e perché li abbia inventati. A volte esistono risposte precise, specie se si tratta di un’invenzione recente, altre volte non sappiamo proprio la risposta. Ad esempio, la prima colla e la prima ceretta della storia sono due sostanze prodotte dall’ingegno umano che, a ben guardare, al di là dei brevetti moderni, non hanno precisa paternità o maternità. Non sappiamo chi abbia inventato la prima colla o la prima ceretta della storia, quindi la nostra curiosità, sempre alla ricerca di nomi e di geni che confortino la nostra appartenenza al genere umano, è destinata a rimanere senza risposta.
Tracce di colle fatte con le linfe delle piante sono state trovate perfino in siti preistorici. I Greci e i Romani usavano colle a base di pesce. Nel Medioevo e nel Rinascimento esistevano già diversi tipi di colla e diversi modi di fabbricarle: con il formaggio, con l’amido, con la carne, con le anguille. Le colle, alcune delle quali resistevano perfino all’acqua, venivano utilizzate sia per incollare carta o oggetti, sia dai medici e chirurghi per chiudere le ferite aperte.
Leonardo Fioravanti descrive con accuratezza, la preparazione di diversi tipi di colla. La colla di formaggio, per esempio, descritta come miracolosa si faceva con il formaggio grattato sgrassato in acqua bollente. Il procedimento prevedeva la macinatura successiva sopra una pietra o una tavola liscia e pulita, poi si aggiungeva calcina in polvere e si rimacinava fino a che non diventava liquida. Un altro procedimento prevedeva l’uso della biacca:

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Del formaggio si fa una colla miracolosa per incollare tavole e altre infinite cose, la quale si fa in questo modo, cioè, si piglia il formaggio grattato e si mette dentro l’acqua bollente e si rimena tanto con le mani che non faccia più grassezza di sorte nissuna, ma che resti benissimo netto; e come è ben purificato si macina sopra una pietra overo sopra una tavola liscia, o polita; e come è ben disfatto vi si mette un poco di calcina viva in polvere, e si macina bene insieme fin tanto, che diventa liquida e corrente, e questa è la colla, che usano i maestri che lavorano il legname per incollare i lavori che fanno. Ma chi la volesse fare fortissima e mirabile, faccia così, quando lava il formaggio lavalo con lissiva da capo che sia alquanto fortetta; e quando macini la colla che è fatta aggiungevi un poco di biacca e menala bene; e questa sarà colla potentissima, che resiste ad ogni cosa, e non teme caldo ne humido; e questo è gran secreto della natura in tale artifitio; e questa sorte di colla è la vera da incollare le ferite (Del Compendio dei secreti razionali dell’Eccellente Medico e Cirugico M. Leonardo Fioravanti, Bolognese, Venezia, Vincenzo Valgrisi, 1564, p. 167).

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Il discorso valido per la colla, circa l’impossibilità di stabilirne il primo inventore, si può fare anche per i cosmetici, usati fin dai tempi più antichi.
Già Egiziani si depilavano, sia i sacerdoti per rendere onore alle divinità, sia le donne, per motivi estetici. Esse usavano la cera d’api e il miele per eliminare i peli superflui.
In Grecia e a Roma, gli atleti si depilavano e le donne usavano cere, gusci arroventati di noce e unguenti a base di arsenico che indebolivano i peli.
Fioravanti con la sua prosa divertente ed arguta, descrive la preparazione di una ceretta a caldo cinquecentesca, sostenendo che il numero di donne con la faccia pelosa, all’epoca fosse piuttosto alto. Probabilmente soffrivano di irsutismo:

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Del modo di fare un ceroto da cavare i peli di sopra la faccia.

Sono molte donne, le quali hanno la faccia pelosa oltremodo; la qual cosa è molto brutta da vedere: percioche disconcia e disforma assai una bella faccia. Per rimediar adunque à questo, farai il seguente impiastro, il quale cava tutti quei peli con grandissima facilità, e lascia la faccia polita e netta… Piglia rasa di Pino colata e netta, termentina, cera gialla, biacca et tutte dette cose si fanno liquefare insieme dentro un pignattino… e quando si vuol pelare la faccia, bisogna liquefare la detta mistura, e con un penello andarsela attaccare sopra la faccia da una banda; e bisogna avvertire che non sia troppo calda, perché non facesse male; e detta mistura si dee dare un poco grossetta, e lasciarla tanto sopra la faccia, che diventi dura; e poi pigliarla da una banda, e tirarla via con gran prestezza, et tutti i peli resteranno dentro questo impiastro; e così ogni altra bruttezza che sopra la faccia fosse… e così cavarai i peli dove vorrai, senza pericolo alcuno, e questo è bellisssimo e raro secreto. E per questo solo secreto io meritarei che tutte le donne mi volessero bene, e mi amassero con tutto il cuore… (pp. 123, 124).

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Chi volesse provare la ricetta può farlo a suo rischio e pericolo, non si accettano reclami.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Rivista Il Destrutturalismo

 

 

Comment (1)

  1. poeta dell'Amiata

    STUPENDO QUANTE COSE ANCHE SEMPLICI NON SI SANNO BE GRAZIE

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