Aegritudo amoris, Plutarco, Antioco

Aegritudo amoris, Plutarco, Antioco

Aegritudo amoris, Plutarco, Antioco

Aegritudo amoris, Plutarco, Antioco

L’albero, credit Mary Blindflowers©

 

Il brano che segue, estratto e poi tradotto da Mariano Grossi dalle Vite Parallele di Plutarco, Vita di Demetrio 38, tratta il tema dell’aegritudo amoris, topos comune nell’antichità letteraria, poi ripreso dagli autori successivi, poesia provenzale e stilnovista compresa, nonché da Boccaccio. La vicenda è semplice. Antioco si innamora della matrigna e ha i sintomi tipici del mal d’amore, abbassamento degli occhi, pallore, tremar di polsi. Il medico si accorge di quale natura sia il suo male e consiglierà un rimedio poco ortodosso ma efficace.

 

Traduzione di Mariano Grossi©

Vita di Demetrio 38.

(1) Οὕτω δὲ λαμπρᾷ κεχρημένος εὐτυχίᾳ, πυνθάνεται
μὲν περὶ τῶν τέκνων καὶ τῆς μητρὸς ὡς μεθεῖνται, δῶρα
καὶ τιμὰς Πτολεμαίου προσθέντος αὐτοῖς, πυνθάνεται
δὲ περὶ τῆς Σελεύκῳ γαμηθείσης θυγατρός, ὡς Ἀντιόχῳ
τῷ Σελεύκου συνοικεῖ καὶ βασίλισσα τῶν ἄνω βαρβάρων (5)
(2) ἀνηγόρευται. συνέβη γάρ, ὡς ἔοικε, τὸν Ἀντίοχον ἐρα-
σθέντα τῆς Στρατονίκης νέας οὔσης, ἤδη δὲ παιδίον
ἐχούσης ἐκ τοῦ Σελεύκου, διακεῖσθαι κακῶς καὶ πολλὰ
ποιεῖν τῷ πάθει διαμαχόμενον, τέλος δ’ ἑαυτοῦ κατα-
γνόντα δεινῶν μὲν ἐπιθυμεῖν, ἀνήκεστα δὲ νοσεῖν, κε- (5)
κρατῆσθαι δὲ τῷ λογισμῷ, τρόπον ἀπαλλαγῆς τοῦ βίου
ζητεῖν καὶ παραλύειν ἀτρέμα καὶ θεραπείας ἀμελείᾳ καὶ
τροφῆς ἀποχῇ τὸ σῶμα, νοσεῖν τινα νόσον σκηπτόμενον.
(3) Ἐρασίστρατον δὲ τὸν ἰατρὸν αἰσθέσθαι μὲν οὐ χαλεπῶς
ἐρῶντος αὐτοῦ, τὸ δ’ οὗτινος ἐρᾷ δυστόπαστον ὂν ἐξ- @1
ανευρεῖν βουλόμενον ἀεὶ μὲν ἐν τῷ δωματίῳ διημερεύειν, εἰ
δέ τις εἰσίοι τῶν ἐν ὥρᾳ μειρακίων ἢ γυναικῶν, ἐγκαθ-
ορᾶν τε τῷ προσώπῳ τοῦ Ἀντιόχου καὶ τὰ συμπάσχειν (5)
μάλιστα τῇ ψυχῇ τρεπομένῃ πεφυκότα μέρη καὶ κινή-
(4) ματα τοῦ σώματος ἐπισκοπεῖν. ὡς οὖν τῶν μὲν ἄλλων εἰσ-
ιόντων ὁμοίως εἶχε, τῆς δὲ Στρατονίκης καὶ καθ’ ἑαυτὴν
καὶ μετὰ τοῦ Σελεύκου φοιτώσης πολλάκις ἐγίνετο τὰ
τῆς Σαπφοῦς (fr. 2, 7 sqq. D.) ἐκεῖνα περὶ αὐτὸν πάντα,
φωνῆς ἐπίσχεσις, ἐρύθημα πυρῶδες, ὄψεων ὑπολείψεις, (5)
ἱδρῶτες ὀξεῖς, ἀταξία καὶ θόρυβος ἐν τοῖς σφυγμοῖς, τέλος
δὲ τῆς ψυχῆς κατὰ κράτος ἡττημένης ἀπορία καὶ θάμβος
(5) καὶ ὠχρίασις, ἐπὶ τούτοις προσλογιζόμενον τὸν Ἐρασίστρα-
τον κατὰ τὸ εἰκός, ὡς οὐκ ἂν ἑτέρας ἐρῶν βασιλέως υἱὸς
ἐνεκαρτέρει τῷ σιωπᾶν μέχρι θανάτου, χαλεπὸν μὲν
ἡγεῖσθαι τὸ φράσαι ταῦτα καὶ κατειπεῖν, οὐ μὴν ἀλλὰ
πιστεύοντα τῇ πρὸς τὸν υἱὸν εὐνοίᾳ τοῦ Σελεύκου παρα- (5)
κινδυνεῦσαί ποτε καὶ εἰπεῖν, ὡς ἔρως μὲν εἴη τοῦ νεα-
(6) νίσκου τὸ πάθος, ἔρως δ’ ἀδύνατος καὶ ἀνίατος. ἐκπλα-
γέντος δ’ ἐκείνου καὶ πυθομένου πῶς ἀνίατος, „ὅτι νὴ
Δία“ φάναι τὸν Ἐρασίστρατον „ἐρᾷ τῆς ἐμῆς γυναικός.“
(7) „εἶτ’ οὐκ ἄν“ εἰπεῖν τὸν Σέλευκον „ἐπιδοίης Ἐρασίστρατε
τῷ ἐμῷ παιδὶ φίλος ὢν τὸν γάμον, καὶ ταῦθ’ ὁρῶν ἡμᾶς
ἐπὶ τούτῳ μόνῳ σαλεύοντας;“ „οὐδὲ γὰρ ἂν σύ“ φάναι
„τοῦτο πατὴρ ὢν ἐποίησας, εἰ Στρατονίκης Ἀντίοχος
(8) ἐπεθύμησε.“ καὶ τὸν Σέλευκον „εἴθε γὰρ ἑταῖρε“ εἰπεῖν
„ταχὺ μεταστρέψαι τις ἐπὶ ταῦτα καὶ μεταβάλοι θεῶν ἢ
ἀνθρώπων τὸ πάθος· ὡς ἐμοὶ καὶ τὴν βασιλείαν ἀφεῖναι
(9) καλὸν Ἀντιόχου περιεχομένῳ.“ ταῦτ’ ἐμπαθῶς σφόδρα
τοῦ Σελεύκου καὶ μετὰ πολλῶν δακρύων λέγοντος, ἐμ-
βαλόντα τὴν δεξιὰν αὐτῷ τὸν Ἐρασίστρατον εἰπεῖν, ὡς
οὐδὲν Ἐρασιστράτου δέοιτο· καὶ γὰρ πατὴρ καὶ ἀνὴρ
ὢν καὶ βασιλεὺς αὐτὸς ἅμα καὶ ἰατρὸς εἴη τῆς οἰκίας @1 (5)
(10) ἄριστος. ἐκ τούτου τὸν Σέλευκον ἐκκλησίαν ἀθροίσαντα
πάνδημον εἰπεῖν, ὅτι βούλεται καὶ διέγνωκε τῶν ἄνω
πάντων τόπων Ἀντίοχον ἀποδεῖξαι βασιλέα καὶ Στρατο-
(11) νίκην βασιλίδα, ἀλλήλοις συνοικοῦντας· οἴεσθαι δὲ τὸν
μὲν υἱὸν εἰθισμένον ἅπαντα πείθεσθαι καὶ κατήκοον
ὄντα μηθὲν ἀντερεῖν αὐτῷ πρὸς τὸν γάμον· εἰ δ’ ἡ γυνὴ
τῷ μὴ νενομισμένῳ δυσκολαίνοι, παρακαλεῖν τοὺς φίλους,
ὅπως διδάσκωσιν αὐτὴν καὶ πείθωσι καλὰ καὶ δίκαια τὰ (5)
(12) δοκοῦντα βασιλεῖ μετὰ τοῦ συμφέροντος ἡγεῖσθαι. τὸν
μὲν οὖν Ἀντιόχου καὶ Στρατονίκης γάμον ἐκ τοιαύτης
γενέσθαι προφάσεως λέγουσι.

TRADUZIONE DEL CAPITOLO XXXVIII DELLA “VIA DI DEMETRIO” di PLUTARCO
Pertanto, utilizzando un’enorme fortuna, venne a sapere che i suoi figli e la loro madre erano stati liberati dopo che Tolomeo aveva elargito loro doni e onori, ed apprese altresì che sua figlia, già moglie di Seleuco, aveva successivamente sposato Antioco, figlio di Seleuco ed era stata proclamata regina dei barbari che abitavano la regione più a nord. Accadde infatti, come sembra, che Antioco, innamorato di Stratonice che era giovane ed aveva avuto già un figlio da Seleuco, se la passasse male e facesse di tutto per combattere questa passionaccia, e da ultimo desiderasse autocondannarsi per questa vergogna e che si ammalasse irrimediabilmente, e fosse impedito dal ragionare e cercasse un modo per uscire dalla vita e indebolisse progressivamente il corpo in ragione di negligenza nella cura e astinenza di nutrimento con il pretesto di essersi ammalato di una qualche patologia. Accadde altresì che non fosse difficile che il medico Erasistrato si accorgesse che egli fosse innamorato, essendo però disagevole scoprire di chi e volendolo dedurre, il medico si tratteneva nella sua stanza, caso mai entrasse qualche bel giovanetto o qualche bella donna, e scrutava la faccia di Antioco per controllare i movimenti del corpo e di quelle parti fisiche massimamente capaci di riflettere i rivolgimenti psichici. E poiché dunque quando entravano gli altri non mostrava mutamenti, mentre, entrandovi da sola o dietro Seleuco Stratonice, egli mostrava tutte quelle situazioni descritte da Saffo (nella sua poesia), blocco della voce, rossore infuocato, annebbiamento della vista, repentine sudorazioni, mancanza di controllo e inquietudine nei polsi, ed infine quando l’anima era sopraffatta prepotentemente, disagio, stupore e pallore, avendo ragionevolmente dedotto Erasistrato che il figlio del re, non potendo amare altre, persisteva nel tacere fino alla morte e riteneva terribile parlarne e rivelarlo nella sua interezza, avendo però egli fiducia nella benevolenza di Seleuco verso suo figlio, volle rischiare e dirgli che la sofferenza del ragazzo era riferibile all’amore, ma a un amore impossibile e insanabile. E poiché Seleuco ne rimase sbalordito e volle informarsi del come mai quell’amore fosse insanabile, Erasistrato gli disse: “Perché, per Zeus, è innamorato di mia moglie!”; al che Seleuco disse: “E tu che sei mio amico, Erasistrato, non cederesti a mio figlio le nozze, pur vedendo che a causa sua noi vacilliamo in ogni cosa?” E quello rispose: “ Ma nemmeno tu che gli sei padre lo faresti, se Antioco desiderasse Stratonice!” E Seleuco fece: “Magari un qualche dio o uomo rivolgesse e cambiasse le cose in tal senso, amico mio, poiché io cederei anche il mio regno a lui in ragione del bene che provo per Antioco!”. Siccome Seleuco diceva queste cose in maniera decisamente commovente e con molte lacrime, il medico gli tese la mano e disse che Seleuco non avrebbe avuto affatto bisogno di lui; e difatti, essendo egli padre, marito e sovrano, non avrebbe potuto non essere allo stesso tempo il miglior medico per la sua stessa casa. Dopodiché Seleuco convocò un’assemblea pubblica e disse che era sua intenzione, ed anzi lo aveva già deciso, nominare Antioco re di tutti i territori più a nord e Stratonice regina, facendoli unire in matrimonio; e riteneva che suo figlio fosse abituato ad ubbidirgli in tutto e che, docile com’era, non si sarebbe affatto opposto alle nozze; e se sua moglie non avesse acconsentito a fare ciò che non era ritenuto giusto, avrebbe invocato i suoi amici per spiegarle e persuaderla a ritenere buono e giusto e al contempo vantaggioso il parere del re. Si dice che proprio per questo motivo avvenne il matrimonio di Seleuco e Stratonice.

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