Non-Poesie, leggi, butta, frutta

Non-Poesie, leggi, butta, frutta

Non-Poesie, leggi, butta, frutta

Non-Poesie, leggi, butta, frutta

Il grillo parlante, mixed media on canvas by Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

Non-poesie leggi e butta

 

Le seguenti sono non-poesie leggi e butta come frutta andata, colta in semiveglia, nate tanto per fare, senza cura, senz’arte, senza parte né carte o sveglia appesa al collo che suoni, giusto due o tre aloni. La sveglia è ferma, non ci sono orologi. Non-poesie perché hanno la stessa pretesa poetica dei trafiletti necrologi, sono solo riflessioni, inutili tuonarelli che nascono per scherzo dal transeunte, dall’estemporaneo, tant’è che dopo averle lette potete tranquillamente buttarle via o usarle per detergervi il crasso, che nessuno si offenderà per questo né la Poessssia Parnassssssiana, quella che conta, potrà esserne minimamente turbata. Niente di serio, insomma, non illudetevi, si fa solo per ridere alla capra stanca. Se poi il riso sarà amaro e il ritmo da saltimbanca arrugginita, declino caprina-mente ogni responsabilità.

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Bischeri poeti

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Scampanio di bischeri poeti,
grandi studiosi lanciapeti
astrattori di quintessenza chic
dal parterre aterre sullo iannone cric
4 semianalfabeti stendono il pennone bravobis,
scalca la capretta che s’affretta al criticume, tris, fric
ehi, tu! Guidapoeta cip, grande acume arcispedale
nell’incavo di mamma
slappa slippa al salotto il trotto d’angiogramma,
ma quando è troppo è troppo,
qualcosa qua s’è scotto,
lo smotto è in atto.
Il ratto è tratto.
Il verso con-pietà-mente sfatto,
l’encefalogramma, piatto.

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Scrivo

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Scrivo

Vada piuttosto a riordinar plutei
a covare un uovo sui glutei,
misurare metri o, appunto, lavar vetri.

Scrivo bene, credo!

Vedo!
S’infogni e si sfecondi,
s’anneghi, si rinneghi,
s’alleghi a un treno in corsa,
si fratturi la mano in una morsa.

Io non la capisco!

Nitrisco e regredisco, infiacchisco la sostanza,
il virus-scritturale, dimentico del caos,
dell’animale uomo,
vade retro, criminale!

Comunque il vetro non lo lavo!

Un tempo anch’io così cantavo…

E poi?

E poi eccoci a noi.
Senza preamboli, anche gli angoli.

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Un po’ carogna, un po’ faustiano

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E nella valle come un pappafico,
vedo quel poeta antico
sparasfacciare da dietro il pantalone
una canzone sotto il sole aprico,
dopo una lunga mammacolazione,
a cinquant’anni scrive le poesie,
le sole culle, le sole acinesie
che sullo specchio recitate
danno un’idea di vecchio,
di stantio.
Ah me lo diceva sempre zio,
meglio uno zeffirello d’ano
specie dopo il parmigiano,
che un poeta-fogna già lapalissiano,
ma lo diceva piano,
senza fretta,
poiché era sgenio già artigiano,
un po’ carogna, un po’ faustiano.

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https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://en.calameo.com/books/0062373361d7556bb3ead

 

Comment (1)

  1. Mariano Grossi

    Parapoesia che stucca
    per l’editora mammalucca senza né metro né verso
    buona ad un udito perverso per un auditorium beduino pronto a osannare il petopoeta babbuino!

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