Il Corbaccio, Boccaccio misogino?

Il Corbaccio, Boccaccio misogino?

Il Corbaccio, Boccaccio misogino?

Il Corbaccio, Boccaccio misogino?

Il cigno nero, credit Mary Blindflowers©

 

Il Corbaccio, Boccaccio misogino?

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Mary Blindflowers©

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Il Corbaccio è stato ridotto da certa critica forse poco attenta alla lettura del testo originale, a una semplice operetta misogina di denigrazione del gentil sesso, con propensione compiaciuta all’osceno:

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Siamo di fronte a un’operetta che mette apertamente alla berlina le donne, utilizzando tutti gli strumenti retorici a disposizione del genere: biasimo, denigrazione, ironia, enfasi ridicolizzante, vocazione aggressiva e gusto compiaciuto per un linguaggio chiaramente osceno… l’autore pronuncia una tirata fortemente polemica nei confronti del genere femminile che non riguarda soltanto la protagonista, ma l’intero universo. (P. Cosentino, L’invettiva misogina: dal Corbaccio agli scritti libertini del ’600, p. 32).

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Innanzitutto nella finzione narrativa non è l’autore che fa la tirata misogina, ma il marito della vedova che l’autore protagonista incontra nel Labirinto d’Amore e che nel suo discorsetto contro le donne, rispolvera tutti i luoghi comuni del mondo antico e medioevale sul sesso femminile, dei veri e propri topos che, ben lungi dal dimostrare la presunta misoginia di Boccaccio, tradiscono invece il distacco emozionale dell’autore stesso dalla materia trattata, per mettere in scena la rappresentazione dei più noti motivi retorico-letterari contro le donne. Dare fiato a un personaggio misogino nell’economia di un’opera, non significa affatto essere misogini, dunque la domanda, Boccaccio fu un misogino o un filogino? ancora una volta appare davvero priva di senso se si legge il testo originale con la dovuta attenzione e non si fa una critica che pretenda di essere accademica e sensata perché basata soltanto su altra critica accademica che formula ipotesi non suffragate da prove certe né tantomeno dall’opera stessa la cui lettura non può ridursi ad un solo piano di superficie. Essenzializzare erroneamente Il Corbaccio, con operazione riduttivistica, alla sola misogina oscenità compiaciuta e attribuirla a Boccaccio stesso, significa fermarsi a una lettura parziale del testo, senza cogliere il vero spirito rivoluzionario dell’autore, la sua poliedrica ed inesauribile capacità di rappresentare il dritto e il rovescio con una tecnica ambigua che trascina solo un lettore disattento verso domande insulse e verso la cattiva strada dell’attribuzione di etichette scontate e banali che portano ad una catalogazione che poco si addice alla complessità della letteratura.
La tirata misogina dello spirito nel Labirinto d’amore è carica di simboli che vogano volutamente verso l’iperbole buffonesca. I meriti delle donne virtuose sono come corvi bianchi e cigni neri:

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Ma io non credo che in fatica d’onorarne alcuna per li suoi meriti, a’ nostri bisavoli, non che a noi bisognasse d’entrare: e prima spero si troveranno de’ cigni neri e de’ corbi bianchi…

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L’immagine simbolica del cigno nero, già citata da fonti antiche, serve a rafforzare il tema misogino, aggiungendovi quello dell’impossibilità. L’europa del Medioevo infatti non sapeva dell’esistenza dello splendido cigno nero, Black Swann, (Cygnus atratus), che divenne noto all’occidente soltanto nel 1697 quando Willem de Valmingh lo scoperse nel continente australiano. Sulla base della falsa premessa dell’inesistenza del cigno nero, il filosofo libanese Nassim Nicholas Taleb, ha sviluppato “la teoria del cigno nero”, sull’impatto storico-finanziario di avvenimenti non previsti. Boccaccio utilizza cigno nero e corvo bianco come elementi utili per raggiungere l’iperbole dei significati e un effetto grottesco che poi farà crescere man mano che si moltiplicano le incalzanti metafore sessuali che, in tutta franchezza, fanno più ridere che indignare. Tutta la tirata misogina dello spettro marito defunto della vedova, ha i connotati dell’esagerato creato appositamente come sagace strumento di letteratura polisemantica, un tipo di procedimento che in questo contesto tocca i tasti del comico. Si accentuano i particolari “schifosi”. Per esempio lo spirito descrive giovani fresche che si concedono a vecchi bavosi per interesse, oppure il tuono che proviene da Malpertugio, ripreso dal Decameron per indicare un luogo situato tra due monti, qui chiara allusione all’ano flatulente della vedova:

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Che ti dirò, adunque più avanti del borgo di Malpertugio, posto tra due rilevanti Monti, del quale alcuna volta, quando con tuoni grandissimi e quando senza… spira un fumo sulfureo sì fetido e sì spiacevole che tutta la contrada d’attorno appuzzola?

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La tecnica sviluppata si inserisce in un gioco di incastri e di rimandi con opere precedenti e successive, operando un ribaltamento contenutistico che ha il preciso e ben calcolato fine di spiazzare il lettore, attraverso la rappresentazione di ogni aspetto della realtà del suo tempo, in positivo e in negativo.

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https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://www.youtube.com/watch?v=AhcttcXcRYY