Anno delle lingue, esperanto

Anno delle lingue, esperanto

Anno delle lingue, esperanto

Anno delle lingue, esperanto

Barmouth, credit Mary Blindflowers©

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Anno Internazionale delle lingue e Esperanto

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Anna Maria Dall’Olio©

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Nella risoluzione 61/266 del 16 maggio 2007 l’Assemblea Generale dell’ONU proclamò il 2008 Anno Internazionale delle Lingue in questi termini:
“L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite,
Riconoscendo che le Nazioni Unite sostengono il multilinguismo come mezzo per promuovere, proteggere e conservare nel mondo la diversità delle lingue e delle culture.
Riconoscendo inoltre che il vero multilinguismo favorisce l’unita nella diversità e la comprensione internazionale, e riconoscendo l’importanza della capacità di comunicare con i popoli del mondo nella loro lingua
….
Proclama il 2008 Anno Internazionale delle Lingue, facendo seguito alla risoluzione adottata dalla Conferenza Generale dell’UNESCO nella sua 33° sessione, il 20 ottobre 2005, e invita l’UNESCO ad assumere il ruolo di Agenzia guida dell’Anno, e in questo contesto:
… Invita gli Stati Membri, gli organi delle Nazioni Unite, e tutti gli altri interessati a sviluppare, sostenere e intensificare le attività il cui scopo sia quello di creare rispetto e promozione per tutte le lingue (in particolare quelle minacciate), e di promuovere la diversità linguistica e il multilinguismo.”
Sostenitori della mozione furono, anzitutto, i Paesi del Terzo Mondo, le cui lingue rischiano di sparire nel giro di alcuni decenni, e il movimento internazionale esperantista, che da sempre lotta per proteggere tutte le lingue e tutte le culture. Come lingua neutrale per i rapporti internazionali, l’esperanto non si avvale di eserciti, di economie, di industrie culturali, pronti alla sopraffazione, pertanto può essere utilizzato per i rapporti internazionali senza rischi. Gli esperantisti si battono perché tutti si possano esprimere nella propria lingua materna e in essa partecipare alle attività della loro comunità, capire ed essere capiti. E’ certamente importante che ognuno studi le lingue straniere che reputa necessarie, specialmente quelle parlate dai popoli vicini; solo però una lingua neutrale può mettere tutti in condizioni di parità.
Fra le iniziative più importanti, la UEA (Universala Esperanto Asocio = Federazione Esperantista Universale) nominò un gruppo speciale di lavoro per coordinare varie iniziative in occasione dell’Anno Internazionale delle Lingue, che coincise col centenario della fondazione della stessa UEA (1908 –2008). In tale prospettiva venne scelto anche il tema del successivo 93° Congresso Universale di Rotterdam (Lingvoj, trezoro de la homaro = Lingue, tesoro del’umanità). Infine, l’UNESCO proclamò il successivo 21 febbraio 2008 il 9o Giorno Internazionale della Lingua Materna. In tale data il Consiglio Nazionale della Federazione Esperantista Italiana lanciò una campagna per far riconoscere i diritti linguistici come parte integrante dei diritti dell’uomo, sanciti dalla Dichiarazione Universale di Parigi.
Tuttavia, come scrisse Uve Joachim Moritz, vicepresidente del Comitato Internazionale per le Libertà Etniche, non è sufficiente riconoscere la parità giuridica tra gruppi linguistici, anche se ciò è la premessa. Numerose comunità, – per esempio quella lussemburghese e quella gaelico irlandese – hanno bisogno di un appoggio morale, perché non rinuncino al diritto di usare la propria lingua ovunque, perciò anche nell’ambito delle istituzioni europee. Inoltre, per renderla veramente autonoma è necessario riformare una lingua minoritaria modernizzandola profondamente: si può pensare alla compilazione di dizionari generali e specializzati. Inevitabilmente, sullo sfondo, un adeguato sistema economico di supporto. Solo quando ogni comunità linguistica sarà emancipata giuridicamente e di fatto, solo allora sarà matura per confrontarsi a pieno titolo con organizzazioni come l’Unione Europea, le Nazioni Unite. Allora si determineranno le vere condizioni per la democrazia linguistica, purché il ponte fra le comunità sia uno strumento d’espressione neutrale come l’esperanto.

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https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://www.youtube.com/watch?v=Oz2FxoQEa0I

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