Successo, omesso libero pensiero

Successo, omesso libero pensiero

Successo, omesso libero pensiero

Successo, omesso libero pensiero

Vintage print, Funny Frolics, credit Antiche Curiosità©

 

Successo, omesso libero pensiero

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Mary Blindflowers©

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Vecchi soloni incartapecoriti, portatori nati di verità apodittiche, camminano con fare grave e patriarcale. Giovani nati vecchi, rugosi dentro, nascosti dietro pieghe imbiancate di maschere contenute dentro sorrisi da réclame posticcia. Eccoli, con fare sussiegoso, come re di regni di cartapesta dipinta, ti invitano formalmente con lettere e mail molto austere a collaborare alle loro riviste letterarie. Si aspettano da te devozione completa, come Faust al diavolo, come Lucia Mondella al matrimonio, e plaudono la tua opera finché non li contraddici, allora ci rimangono male, cambia tutto, si innesta la retromarcia e si abbatte ogni mancato consenso con l’arma della segnalazione a oltranza, della censura, della minimizzazione del tuo lavoro, ora diventato pessimo, proiettato all’improvviso nella sfera del dislike.
Editor compunti che insegnano a metter punti e virgole, lodano il tuo blog, i suoi contenuti, lo segnalano pure in giro, guardalo, che è ben costruito, salvo poi, data un’avversativa ma, dichiararti eterno odio e disprezzo da inferno dantesco. Là ti collocherebbero volentieri assieme a pochi dannati non classificati come degni del loro micro-macro-Paradiso di lettere. Lo zelo editoriale che li anima si appunta più sul brillante nome all’occhiello che sulla sostanza filosofica del brutto e del bello.
E poi la meravigliosa informazione globale dei blog letterari, che sorgono come funghi e il 99,9 per cento di questi ha una sola ed unica funzione: recensire sempre positivamente i libri degli amici magari presentati da altri amici che prima o poi ricambieranno il favore, oppure in alternativa di autori che pubblicano con editori famosi, in barba a qualsiasi buon senso e onestà intellettuale. Ovviamente l’adagio critico sul testo è sempre positivo, farcito di punti esclamativi e gran meraviglie degne di Alice. Si promettono letture da vere e proprie gozzoviglie intellettuali, per titillare la mente in avventure eccezionali. Un pitale sporco diventa il sedile incrostato di perle del re, e se c’è poi interesse del recensore a pubblicare, quel vaso di sterco può diventare il trono di re Salomone in persona.

C’è il recensore pigro che ripete a pappagallo cose già dette da altri, specie dai giornali importanti, quando non prende direttamente stralci dalla quarta di copertina e li riporta nel suo pregevole articoletto. Il recensore impegnato invece, che vuole farsi notare dall’editore con cui il recensito pubblica, si barcamenerà in una dinamica apologetica ricca di particolari che spesso dimorano solo nella sua micro-testina di lodatore indefesso del sistema.
Poi ci sono i recensori a pagamento che scrivono due righe di lode dovuta previa pecunia preventivamente ed opportunamente incassata da tutti i disperati scrittori esordienti che pagano pur di avere una riga di attenzione fosse pure in rete e fosse pure in un blog che vedono in 4 gatti e mezzo spelacchiati in tutto.
C’è il recensore che non legge nulla, ma scrive poche righe generiche sul tema centrale del libro, già enucleato dall’autore in qualche intervista e compone un articoletto in cui invita la gente a comprare quel libro. Questo vizio non è soltanto dei blogger, ovviamente, ma è un vecchio trucchetto ereditato dai giornali. Molti giornalisti non leggono il libro e si avverte, si limitano a fare quella che viene chiamata “segnalazione”, ossia invitano a leggere un libro che nemmeno loro stessi si sono presi la briga di leggere. Ah ma non dimentichiamo il recensore indispettito, quello che ha ricevuto una recensione negativa al suo capolavoro mondiale e, per dispetto, recensisce negativamente chi lo ha poco tempo prima stroncato, e mette sul fuoco della sua rabbia uno sproloquietto da catechista mancato che convince giusto i due amichetti che gravitano attorno al suo pollaio sporco.

Ci si illude in sintesi che la rete offra la possibilità di spazi alternativi, ma in buona sostanza la maggior parte dei blog si riduce ad una piaggeria manifesta in cui il libro del grande editore, è quasi sempre un grande capolavoro di letteratura universale e i suoi detrattori vengono dipinti come invidiosi ebeti.
Nell’ambiente letterario si dice che se hai un blog di successo, ossia un blog che ha un numero di visitatori ragguardevole, prima o poi gli editori ti notano.
Il problema vero però non è avere o meno tanti visitatori, che molti gestori non mostrano nemmeno, per evitare di far capire che non li segue praticamente nessuno, ma farsi notare con recensioni sempre positive, con lodi sperticate alle ultime pubblicazioni di grossi editori. Questi ti notano così positivamente, in pratica c’è gente che per anni fa loro recensioni gratis per cercare di ingraziarseli, anche quando il libro recensito è palesemente una ciofeca di totoana memoria. La maggior parte dei blogger-scrittori, che aspirano al massimo della loro categoria, un po’ come il cagliaritano Piddu nel filmetto Bomber del 1982, lodano lodano e lodano senza alcuna remora intellettuale, senza nessuna vergogna, e appongono in bella vista il loro nome sopra articoli che con il libro recensito non hanno nulla a che fare, polpettoni di inchini studiati ad hoc per mandare un messaggio nella rete a chi dovrebbe notarli, i mitici agognati e sognati la notte, grossi editori che contano. Ovviamente il nome dell’editore viene messo ben bene in evidenza, poi quando l’articolo viene linkato sui social, si tagga l’editore in modo che lo veda per benino.  Guardino, vedano… Mi chiamo cippa lippa, ho scritto l’articolo, guardino bene… Ehi, sono qui, esisto, sono anni che vi ungo i bulloni…
Questo gioco fatto per anni, ad alcuni ha reso. Sono riusciti a pubblicare finalmente con l’agognato grosso editore a forza di lisciate e falsità.

Ma possiamo definire chi perde la libertà intellettuale, uno scrittore di successo?
Se butti il libero pensiero nell’omesso, sei comunque un fallito anche se pubblichi col più grosso editore del mondo, rimani e rimarrai sempre un mediocre perché lo scopo di ogni scrittura è comunicare il vero attraverso la finzione, non il falso attraverso qualcosa che sembra solo vero.

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https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://www.youtube.com/watch?v=YDgPWdE9l-s

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