La gaia oca, maschilismo italiota©

La gaia oca, maschilismo italiota©

Di Mary Blindflowers©

Rompere il buio, credit Mary Blindflowers©

 

Scrive Gino Raya nella terza edizione del suo libro “La fame”, Roma, Ciranna, 1974:

«Nel gennaio 1961 suscita grande rumore l’esperimento Petrucci (interrotto al 29° giorno) sulla fecondazione artificiale umana: chi si preoccupa della scienza in sé e per sé, e dunque di controllare la validità scientifica dell’esperimento, o di auspicarne gli sviluppi?
Reazione dell’impulsiva scrittrice Elsa Morante: “la scoperta è antipatica”. 

Reazione della prudentissima Maria Bellonci, incerta da dove spiri il vento: “ho bisogno di pensarci prima di poter dare un giudizio”.

Reazione del parrocchiano esemplare (un funzionario delle imposte di consumo di Napoli, tale Antonio Mirra): “denunzia legale degli studiosi bolognesi per infanticidio”.

Reazione di 14 professori dell’Ateneo bolognese: “le esperienze, mirabolanti quanto chimeriche, sono state eseguite in ambiente del tutto estraneo all’Università di Bologna e senza alcuna interferenza da parte degli istituti universitari”. Il gran peccato per la dotta Bologna è l’estraneità alla gang. Chi non è con noi è contro di noi. Gli estranei ai lavori non sono presi in alcuna considerazione».

Che l’Italia sia la patria del privilegio tutti lo sanno, da sempre, eppure l’esposizione dei mali italiani dà comunque fastidio ai benpensanti. Dire che i docenti universitari costituiscono una casta, che qualunque scoperta non direttamente legata ai loro interessi, venga fortemente avversata, dire che senza raccomandazione in Italia non puoi fare ormai nemmeno più lo spazzino, che i vigili spesso e volentieri prendono le mazzette, che gli editor e gli scrittori fanno rapida carriera se provengono dalle file di un partito, che l’adesione attiva all’Associazione cattolica consente di presentare mediocri scrittrici come angeli illuminati di grazia creativa per bontà divina e volontà della nazione, dire che l’italiano medio è maschilista, significa generalizzare.

Raya nel suo libro svela alcune verità, “generalizza”, denunciando vizi antichi della società italiana, spaziando su temi differenti, costume, religione, poesia, etc.

La lettura del libro di Raya mi ha fatto venire voglia di affrontare il tema della generalizzazione. Ho fatto un esperimento su fb, postando dei temi sul maschilismo, sulla corruzione e sul servilismo dell’italiano medio.

Ormai è di moda, quando non si è d’accordo su un argomento, rispondere con una formula magica che va bene per tutto: “tu generalizzi”, in modo da liquidare l’interlocutore senza dire niente.

Purtroppo non esiste scienza senza generalizzazione. La medicina, l’antropologia, la sociologia, tutte scienze generalizzanti.

Ho postato su fb una frase in cui davo del maschilista all’italiano medio.

Arrivano subito sedicenti poeti e scrittori, professionisti in vari settori, paladini per la difesa del maschio a denominazione di origine controllata. Gente che non riesce mai a commentare neppure mezza poesia, si ribella con fierezza dicendo che non si può generalizzare, che ciascuno di loro è perfettamente cosciente dei diritti delle donne, che il maschio italiano è evoluto sotto tutti i punti di vista, etc. etc. Tutti santi. Poi stuzzicati cominciano a parlare… Interviene il primo che nel profilo fb si definisce “poeta” e recita da casalingo perfetto:

Io mi pulisco casa da solo… mai badato al lavoro domestico femminile o maschile… so che mi piace avere la casa pulita. Spero davvero di non essere un caso così unico. (Confesso però che il sogno un pò maschilista di avere una camerierina con grembiulino e crestina tuttofare… c’è l’ho.)”.

Poi c’è l’uomo pagante e raffinato che non deve chiedere mai: “In ogni modo, io non sono evoluto, non perché non sappia lavare un piatto (non è che ci voglia una laurea), ma perché se usciamo e pago sempre io (non conosco ‘alla romana’), se si va in vacanza e pago io, se le bollette e l’affitto li pago io, è anche giusto che un piatto in più lo lavi tu. Dice, come sei squallido ti compri i servigi col denaro. No, io ricambio una gentilezza con un’altra, perché per procurarmi quel denaro io mi spacco il c…o dalla mattina alla sera…”. A questo punto ci si chiede se la compagna di quest’uomo faccia qualche cosa nella vita o abbia qualche interesse o lavoro, oltre ad accompagnare il pagante  e farsi sostenere le vacanze. Non lo si dice.

Ecco che arriva uno “scrittore”, difensore dell’autosufficienza domestica maschile: “Oggi gli uomini sono autosufficienti sul piano domestico: spesa, pulizie, cucina, poi c’è il mondo interiore dove siamo ancora bloccati, questo sì, purtroppo…”.

Ma ecco il difensore delle mamme, della fragilità maschile e della categoria degli stalkers, povere vittime delle donne crudeli: “L’arroganza femminile, di cui noi novelli masochisti siamo anche in parte colpevoli… stando sempre in ginocchio ai piedi femminili, non solo per gioco o metaforicamente, sta generando solo moltissimi stalkers e femminicidi. E quelli che la cosiddetta legge chiama “stalkers”…io spesso-non sempre, dipende dai
casi-chiamo vittime delle donne, o cuori infranti… lasciati senza una spiegazione. Ho detto quasi tutto. Democraticamente. Scusa il disturbo Mary. P.S. Quello che la gente dice sugli autobus però allora mi fa ben sperare. E…sì, per me le donne sono sempre state “sveglie”…e crudeli. (A parte mia madre, off cours!…la mamma è la mamma!…) Non solo oggi. Oggi…esagerano solo. Di brutto…”.

La violenza dell’uomo sarebbe causata dall’arroganza femminile. Questo sì che non è maschilismo, questa è autentica poesia.

E dulcis in fundo, come dire la ciliegina sulla torta, mi arriva un messaggio in chat di un tipo che ha lavorato per un’azienda farmaceutica o almeno così scrive sul profilo fb:

Cara Mary perché sei sempre incazzata? una così bella ragazza dovrebbe essere sempre di buon umore!”.

Quanto maschilismo e quanti pregiudizi e processi alle intenzioni possono nascondersi in una domanda?

Credo che finché rimarrà un solo uomo che affermi con sfacciata sicumera in un pubblico post che la violenza sulle donne è causata dall’arroganza femminile, non possiamo definirci un Paese evoluto.

Ma mi raccomando, acqua in bocca, le donne non devono pensare, altrimenti sembrano incazzate, poi se sono belle devono essere sempre di buon umore, che la gaia oca fa sempre tendenza.

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