La testa
contro l’austera carnalità del giorno,
titanico,
l’albero geme,
par che senta
i colpi dell’accetta,
l’unghia ramosa
stretta
nei fianchi di una verde nuvola
di sangue,
l’albero aspetta,
freme,
si perde
nella lenta
agonia della foresta.
https://antichecuriosita.co.uk/destrutturalismo-e-contro-comune-buon-senso-psico-pillole/
https://www.youtube.com/watch?v=BiqSAVVVorM
C’è una solennità ed una sacralità speculare, a mio modo di vedere, in questa eccezionale (in senso etimologico privo di retorica: è un’eccezione nel mare di ovvietà e banalità delle pseudo-liriche contemporanee) poesia dell’autrice. Pensiamo di conoscerla a fondo per poter dire che la sua dignitas inscalfibile ed incompromettibile si riflette in quella della pianta maestosamente inabbattibile a fronte della protervia umana corrotta ed opportunisticamente asservita. Tecnicamente la teoria delle dentali tenui (testa -austera – carnalità – senta – accetta – stretta – aspetta – lenta – foresta) pare echeggiare l’impenetrabile solidità essenziale del mondo vegetale. Magnifica la Ring Komposition rimata capo-caudale testa-foresta in una simmetria anulare gravida di ieraticità. E al solito le asimmetrie distanziate del geme-freme ad umanizzare il bersaglio frondoso dell’uomo arrogante, lenta-senta, accetta-stretta-aspetta a ribadirlo!