Christopher Matthew, poesie umoristiche

Christopher Matthew, poesie umoristiche

Christopher Matthew, poesie umoristiche

Christopher Matthew, poesie umoristiche

Christopher Matthew, Now we are sixty, 1999, credit Antiche Curiosità©

 

Christopher Matthew, poesie umoristiche

Mary Blindflowers©

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Now we are sixty, di Christopher Matthew, autore poco conosciuto in Italia, è stata una scoperta. Pubblicato da John Murray nel 1999 e illustrato da David Eccles, è un testo di poesie in cui si coglie un sorprendente mix tra divertimento, amarezza e ironia con a tratti una punta di tristezza. Di che parla? Apparentemente della vecchiaia, come precisa nella prefazione lo stesso autore:

The film actor Tony Curtis was once asked by the host of an American tv chat show how he would sum up his life. “When I was a very young man”, Curtis said, “I arrived in Hollywood without any money, checked into a cheap motel, showered, shaved and then I came here to talk to you”.
Having recently turned sixty, I know just how he feels. One minute I was looking at my parents and their friends and wondering what it would be like to be as old as them… Mind you, in their day sixty-years-olds were old. Elderly, certainly, and resigned to a slow, slippered twilight. I, on the other hand, am nothing if not a product of my age, and thus do not feel a second older than I did ten years ago- or even twenty.
Who am I kidding, though? Another ten years and my Biblical quota will be up. Like it or not I have joined the ranks of the zimmer brigade. This collection is by way of marking, if not celebrating, my new-found status.
I could have waited for a year or two to ensure a first-hand account of the pleasures and pains of being an oldie, but decided I’d better crack on while the going is good and before someone asks me to show my bus pass. How best, though, to run the unfamiliar gamut of geriatricity? A vade mecum for the elderly, however liberally laced with jokes, could all too easily decline into a catalogue of whinge and woe. Pith, with and pleasure are more the order of the day – tempered with the merest touch of melancholia. And then it suddenly occurred to me. Here I am, even more baffled by life than when I was a small boy. I had already purloined A.A. Milne’s title and twisted it to my purpose, so why not pick the best of the poems he wrote for six-years-olds and re-write them for sixty-years-olds?

Una volta il conduttore di uno show televisivo americano chiese all’attore cinematografico Tony Curtis come avrebbe riassunto la sua vita. “Quando ero molto giovane”, ha detto Curtis, “sono arrivato a Hollywood senza soldi, ho alloggiato in un motel economico, ho fatto la doccia, mi sono rasato e poi sono venuto qui per parlarti”.
Avendo da poco compiuto sessant’anni, so come si sente. Un attimo prima guardavo i miei genitori e i loro amici e mi chiedevo come sarebbe stato essere vecchio come loro… Intendiamoci, ai loro tempi i sessantenni erano vecchi. Anziano, certamente, e rassegnato a un crepuscolo lento e scivoloso. Io, d’altra parte, non sono altro che un prodotto della mia età, e quindi non mi sento un secondo più vecchio di dieci anni fa – o anche di venti.
Ma chi sto prendendo in giro? Altri dieci anni e la mia quota biblica aumenterà. Piaccia o no, mi sono unito ai ranghi della Brigata Zimmer. Questa collezione vuole sottolineare, se non celebrare, il mio status ritrovato.
Avrei potuto aspettare un anno o due per assicurarmi un resoconto di prima mano dei piaceri e dei dolori di essere un vecchio, ma ho deciso che sarebbe stato meglio andare avanti mentre il gioco andava bene e prima che qualcuno mi chiedesse di mostrare il mio abbonamento dell’autobus. Qual è il modo migliore, però, per gestire la gamma sconosciuta della geriatria? Un vademecum per anziani, per quanto generosamente intriso di battute, potrebbe facilmente trasformarsi in un catalogo di lamentele e sventure. L’essenza, il divertimento e il piacere sono più all’ordine del giorno, temperati dal minimo tocco di malinconia. E poi all’improvviso mi è venuto in mente. Eccomi qui, ancora più sconcertato dalla vita di quando ero ragazzino. Avevo già rubato il titolo di A.A. Milne e lo ho adattato ai miei scopi, quindi perché non scegliere le migliori poesie che ha scritto per i bambini di sei anni e riscriverle per i sessantenni?

In realtà la vecchiaia è solo una scusa per poter presentare al lettore tutta una serie di problemi che affliggono la società contemporanea, dalla misoginia, all’uso smodato di mezzi elettronici, dalla convenzione borghese del matrimonio, alla disoccupazione, dallo snobismo della monarchia, alle deiezioni di cani sulle strade di Londra. Tutti questi argomenti sono sviluppati spesso in rima e con un raffinatissimo senso dell’umorismo e uno stile accattivante, a dimostrazione che si può far riflettere il lettore senza essere pesanti. Geniale anche la sovraccoperta che riproduce nello sfondo la copertina di un libro vintage con tanto di fioriture e spacchi ovviamente solo fotografati, per dare un’idea di antico… (continua su Destrutturalismo n. 7).

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Libri Mary Blindflowers

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

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