Apocalittici e integrati? Snobismo

Apocalittici e integrati? Snobismo

Apocalittici e integrati? Snobismo

 

Apocalittici e integrati? Snobismo

Vintage Wooden, Donkey, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

Apocalittici e integrati? Snobismo

 

Umberto Eco in “Apocalittici e integrati”, accusa continuamente di snobismo critici e letterati, salvo poi cadere nello snobismo a sua volta. Nell’articolo Cultura di massa e “livelli” di cultura, infatti, con frasi molto chiare, esclude snobisticamente che un giallo possa essere un capolavoro e dà per scontato che un impiegato di categoria C non riesca a capire la poesia di Pound ma solo il giallo. E usa un bellissimo, “io posso fruire” sia del giallo che della poesia di Pound, ma l’impiegato, visto da lui come sottotipo umano, no. Quindi la possibilità ventilata all’inizio “in linea di diritto”, ossia che in teoria ciascuno possa leggere e capire diversi livelli letterari e poetici, cozza, a suo dire, contro la realtà pratica, per cui Eco è Eco, ossia può capire tutto secondo lo stesso Eco: se si vuole svagare si legge un giallo, se no legge poesia dei laureati. Gli altri, invece, poveretti sono “culturalmente in soggezione”, specie se fanno lavori modesti. Lo specificare che l’impiegato del suo esempio è di categoria C, la dice lunga sul classismo di Eco e anche quell’ “io posso”, è sintomatico della complessata megalomania dello scrivente:

… tra il consumatore di poesia di Pound e il consumatore di un romanzo giallo, in linea di diritto, non esiste alcuna differenza di classe sociale o di livello intellettuale. Ciascuno di noi può essere l’uno e l’altro in diversi momenti della propria giornata, nell’un caso cercando un’eccitazione di tipo altamente specializzato, nell’altro una forma di trattenimento che sia in grado di veicolare una categoria di valori specifica.
Dico, “in linea di diritto”. Perché si potrebbe obiettare che in linea di fatto io posso fruire sia di Pound che del romanzo giallo, mentre un contabile bancario di categoria C, per una serie di motivi (molti dei quali non irrimediabili, ma allo stato attuale dei fatti insormontabili) può fruire solo del romanzo giallo, e quindi si trova culturalmente in stato di soggezione.

Questo ragionamento alla Marchese del Grillo, io son io e voi…, viene però smentito non solo in linea di diritto, ma anche nei fatti.

Bukowski per un decennio ha lavorato come impiegato alle poste, non so se fosse di categoria C, ma queste son quisquilie. E vogliamo parlare di Kafka? Lavorava come impiegato alle assicurazioni generali di Praga e a tal proposito scriveva: “Ora la mia vita è in pieno disordine. Ho, è vero, un posto con un minuscolo stipendio di 80 corone e 8-9 interminabili ore di lavoro, ma le ore fuori dell’ufficio le divoro come una bestia feroce” (Lettera di Kafka a Hedwig Weiler, 8 ottobre 1907). E ancora: “In ufficio. Sono alle Assicurazioni Generali, nutro però la speranza di sedermi un giorno sulle sedie di paesi molto lontani, di guardare dalle finestre dell’ufficio su campi di canna da zucchero o cimiteri musulmani, e il ramo assicurazioni mi interessa molto, anche se per il momento il mio lavoro è triste” (Lettera di Kafka a Hedwig Weiler, 8 ottobre 1907).

William S. Burroughs per un certo periodo di tempo ha lavorato nel settore disinfestazioni. Il suo compito? Sterminare insetti.
Jack Kerouac fece diversi lavori: lavapiatti, raccoglitore di cotone, guardia notturna, benzinaio, impiegato alle ferrovie, mozzo.
Jack London “lavorò” come pescatore clandestino di ostriche.
Herman Melville fu impiegato di banca, insegnante e mozzo su una nave mercantile.
John Steinbeck lavorava come guida turistica e custode di un allevamento di pesci sul lago Tahoe, poi si mise a produrre manichini in gesso.
Si potrebbe continuare…
Non tutti gli scrittori facevano lavori super qualificati e super pagati come Eco.
Tutti gli scrittori suindicati potevano leggere sia gialli che poesie e hanno scritto opere decisamente migliori di quelle di Eco.

Inoltre, G. Holiday Hall de La morte alla finestra, ha ampiamente dimostrato che anche un giallo può essere un capolavoro.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

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