Cagliari, Biblioteca e censura

Monoteismo nella Sardegna Precristiana

Cagliari, Biblioteca e censura

Dedola, Monoteismo nella Sardegna precristiana

Dedola, Monoteismo nella Sardegna precristiana, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

Cagliari, Biblioteca e censura

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In una locandina della Biblioteca della Metropolitana Emilio Lussu, sistema di Monte Claro, Cagliari, San Giovanni Lilliu, è scritto che il linguista professor Salvatore Dedola dal 16 Febbraio al 5 Aprile 2024 terrà un ciclo di conferenze: “La civiltà e il pensiero degli Shardana”, conferenze dedicate alla cultura storica e linguistica sarda:

16 febbraio ’24

Il Carnevale barbaricino e il monoteismo degli Shardana

1 Marzo

Traduzione e commento della stele di Nora

5 Aprile

I nuraghi chiese del dio sole.

 

Cagliari, Biblioteca e censura

Locandina Biblioteca 

 

Il professor Dedola ha da pochissimo dato alle stampe il suo libro intitolato Monoteismo della Sardegna precristiana, Thinking Man, 2024, testo che potete acquistare qui e che tratta argomenti inerenti alla conferenza stessa. Ebbene, ho subito notato che la locandina fatta dalla biblioteca non fa il minimo accenno al suindicato libro e ho pensato: “curioso!” Così ho suggerito al professore di scrivere nei social che durante la conferenza presenterà anche il suo libro.
Ebbene, fulminante è arrivata da parte della Biblioteca della Metropolitana Emilio Lussu, la censura, tant’è che Dedola scrive nei social:

Agli amici che verranno devo dire che l’Organizzazione della Biblioteca (una cooperativa) mi proibisce severamente di vendere il mio libro. DOVRO’ SOLO PARLARE SENZA FARE RIFERIMENTO AL RECENTISSIMO TESTO. Non vi dico altro, anche se di tale Organizzazione potrei dire moltissimo. Pertanto gli amici che vorranno avere il mio libro sono qui avvertiti che dovranno aspettare la fine della conferenza, ed io glielo cederò nel parcheggio, come fossi un venditore di coca. Spero che qualche malintenzionato non s’inserisca in questo messaggio e s’appressi a svaligiarmi anche il portabagagli. In tal caso resterete a bocca asciutta.

A questo punto una domanda è lecita.
Le biblioteche nostrane che ci dicono leggete, informatevi, che si lamentano dell’analfabetismo funzionale oggi imperante, e poi censurano la libera circolazione di idee che non siano di stretta provenienza accademico-mainstream, non sentono, non dico tanto, che sarebbe pretendere troppo, ma una vaga punta di vergogna nel censurare una pubblicazione appena data alle stampe che sostiene una tesi con bibliografia e fonti documentate?
Nelle sacre aule bibliotecarie devono dunque circolare soltanto libri graditi al sistema?
È questa la cultura a senso unico e censurante di cui dicono di essere portatrici le biblioteche?
Allora tanto vale chiuderle e predicare piuttosto ignoranza e analfabetismo, se cultura è diventata imposizione di un monopolio culturale che dura da troppo tempo e che decide chi è autore degno di essere distribuito e venduto e chi invece deve stare nelle retrovie a guardare le meravigliose gozzoviglie dei poeti e saggisti laureati all’accademia della piaggeria.
Non aggiungo altro. Credo sia più che sufficiente e non è nemmeno un caso isolato di censura, ma una regola fissa ormai quella di creare una cultura d’élite che risponda a precise esigenze di innocuità contenutistica e rispetto della casta la quale non si preoccupa di confutare, ma applica direttamente la censura. Vi siete mai chiesti infatti perché in libreria ci siano sempre i libri degli stessi autori? Semplice, i distributori fanno accordi coi grossi editori affinché siano visibili solo i libri della grossa editoria, principalmente quelli arrivano in libreria e in biblioteca, a meno che qualche libraio illuminato non decida di acquistare altro per suo conto o su richiesta del lettore. Certo, se nessuno deve sapere che un libro è stato pubblicato, perché chi comanda decide chi debba essere visibile e chi no, il lettore vede sempre gli stessi libri, quelli che è consentito nominare anche durante le conferenze. Questa è democrazia culturale? No, è dittatura di casta. L’arroganza di chi ha il potere e vuole conservarlo.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

 

Comments (2)

  1. Mariano Grossi

    Vieni a noi qui in biblioteca
    parla! “e il libro?” , che ti freca?,
    tienlo là dov’è il bagaglio
    ché ti metterò il bavaglio!
    Devo fare io il solfeggio
    ai magnaccia! Tu in parcheggio
    puoi far pur quel che ti pare:
    qua da noi giammai parlare
    di chi studia e destruttura!
    Del mainstream faccio cultura!

  2. Giuseppe Ioppolo

    Forse è più facile per un Kalashnikov attraversare le arcane crune d’una biblioteca che farlo un libro che non ha l’imprimatur della cultura dominante. Si deduce che i libri e la cultura sono armi sottoposte a ferreo controllo: passano solo quelle innocue al sistema di potere!

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