Paradiso, Purgatorio, Inferno, editoria

Paradiso, Purgatorio, Inferno, editoria

Paradiso, Purgatorio, Inferno, editoria

Paradiso, Purgatorio, Inferno, editoria

Il sistema, credit Mary Blindflowers©

 

Paradiso, Purgatorio, Inferno, editoria

Mary Blindflowers©

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Il macrosistema dell’editoria che conta utilizza sia strumenti antichissimi (la censura e la rimozione di contenuti ritenuti scomodi) che attuali (pubblicità a tappeto tramite media e social) per propagandare e vendere un prodotto e fare in modo che altri anche molto più interessanti non vengano visti dalle masse. In pratica in primis la grossa editoria decide chi deve venire pubblicizzato, dopo di che ne distribuisce il prodotto ovunque. Il distributore grosso fa accordi con la grossa editoria, in modo che solo i suoi libri e non quelli di altri, possano e debbano comparire in libreria e anche tra i libri dell’editore che conta si decide prima chi deve stare in vetrina e chi no, a chi si debba fare una propaganda massiccia e a chi no. Non tutti gli autori che pubblicano con la grossa editoria vengono trattati allo stesso modo, ad alcuni viene fatto il marketing, ad altri no. Figli e figliastri, è una questione di vicinanza a Dio. Non ci credete? Eppure è evidente che alcuni dopo aver pubblicato con un editore grosso restano sconosciuti e non hanno successo, possono solo vantarsi di essere approdati all’agognata meta del grosso editore, ma di fatto rimangono dei Pinko, un po’ perché i loro prodotti sono scadenti, un po’ perché non vengono pubblicizzati. La massiccia presenza negli scaffali, la pubblicità a tappeto, il film sul libro, i gadget etc., si garantiscono solo a quelli più vicini a Nostro Signore. Stiamo parlando in fondo di un Paradiso e di santi, non dimentichiamocelo. Ci sono creature celesti e ineffabili che siedono alla destra del padre, altri alla sinistra, altri che si prostrano ai suoi piedi e si siedono un poco a destra, un poco a sinistra, saltellando qua e là, a seconda di come spira il vento. Sono i prescelti, Serafini, Cherubini e Troni. In seconda fila ci sono Dominazioni, Virtù e Potestà. In terza fila Principati, Arcangeli e Angeli. È tutto scritto nel De Coelesti Hierarchia di tal Dionigi l’Aeropagita che tra una gita e l’altra del pensiero, ci spiega i gradi e gli ordini della gerarchia angelica che aderisce perfettamente all’editoria.

In pratica in Paradiso mica sono tutti uguali, c’è chi conta di più e chi conta di meno. Poi c’è il Purgatorio e l’Inferno. Nel Purgatorio ci sono gli aspiranti scrittori che vogliono entrare in Paradiso e diventare angeli, e lodano le varie schiere angeliche, pubblicizzano quelle più vicine a Dio, le incensano e stanno attenti a che nessuno osi esprimere un parere critico o negativo su di esse. Sono i devoti che attendono la loro promozione per aver servito bene il Signore loro Dio, padrone delle loro menti e dei loro corpi che ambiscono alla celestità angelicata. La loro pena consiste nel vivere coi prosciutti sugli occhi e non poterli mangiare per vederci meglio.

Nell’Inferno ci sono i ribelli, gli sgradevoli, quelli che nella loro vita pensano che la letteratura non possa e non debba essere innocua e che non aspirano più né a entrare in Purgatorio né tantomeno in Paradiso. L’entrata in Purgatorio comporterebbe doversi mettere i prosciutti sugli occhi e il Paradiso, peraltro lontanissimo, comporterebbe entrare dentro una gerarchia e sottomettersi totalmente ai dogmi di Dio. Nell’Inferno ci sono i diavoli e il sistema li censura. Non vuole che parlino, perché essendo liberi sia dalla necessità di coprirsi gli occhi, sia dal servilismo verso le gerarchie angeliche, sono pericolosi. Un tempo venivano messi al rogo e le loro opere messe all’Indice. Ora che i roghi si sono spenti, la grossa editoria li relega nell’Inferno, la loro voce si disperde tra i fuochi della Geenna. La loro parola viene censurata, i loro libri non compaiono in libreria (a meno che non siano stati famosi in passato), le loro opinioni che discutono il dogma di Dio, vengono considerate oggi blasfeme o non politicamente corrette. Sono diavoli, indesiderati, abitano nell’oscurità. La maggior parte di loro non ha nome e quelli sono sempre stati diavoli, da quando sono nati, però ci sono alcuni di loro che un tempo sono stati angeli e per essersi ribellati, come Lucifero, sono stati trasportati all’inferno dalla cancel culture, perché ritenuti, a distanza di secoli, scomodi, tanto scomodi da far cascare le dentiere alle signore bene della media e alta borghesia, e l’occhialetto ai perbenisti che di continuo cercano di bannarli dai programmi universitari a favore di scrittori-angelo vicini a Dio e completamente prostrati ai suoi sacri piedi. Tra gli abitanti dell’inferno che un tempo erano angeli, c’è Orwell, per esempio, sostituito nei programmi accademici da angeli oxfordiani e conservatori che lisciano i piedi di dio e parlano di maghetti; c’è Rabelais che parlava di sorbonagri, ossia asini della Sorbona; c’è Casti che ha osato denunciare la monarchia assoluta dei cortigiani e ne raccontava di belle su di loro; c’è Boccalini, grande dimenticato, pacifista in tempi di guerra, e c’è pure Joyce le cui esternazioni in fatto di imperialismo inglese, sono oggi un bel cactus proprio lì per i programmi universitari che preferiscono far accompagnare con Pullman i loro servi fedeli; c’è poi Lucano che inizialmente in gloria, poi osò contestare Augusto e il suo pupillo Virgilio, il quale sta invece in Paradiso assieme a Properzio e Orazio. Ma in quest’Inferno c’è anche Leopardi che viene denigrato costantemente dagli angeli accademici prostrati ai piedi di Dio perché arricciava il naso davanti ai salotti, mentre Monti che ci andava, sta ovviamente in Paradiso anche se di fatto è ormai illeggibile. E poi c’è… e c’è… e c’è… Scopritelo voi chi c’è, potreste rimare sorpresi… Su quelli già famosi precipitati all’Inferno dal becero perbenismo, il sistema agisce con la parziale censura di parti scomode, l’oblio nei programmi ufficiali universitari e la denigrazione con articoli senza capo né coda, ma non riesce a impedire che vengano letti, perché ormai sono troppo famosi. Invece sui diavoletti non famosi, quelli nati diavoletti, il gioco è facilissimo, basta non permettere loro di parlare, censura e mancata distribuzione nei circuiti librari, nei social e nelle biblioteche, così rimarranno per sempre nell’oscurità e il Paradiso potrà coltivare generazioni di macchine programmate tra un Harry e un inutile dindirindà.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

 

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Comment (1)

  1. Mariano Grossi

    Se tu critichi Harry Potter
    fai la fine dello squatter,
    tu che non stai muto e schivo,
    non vai al corso creativo,
    non potrai mai esser divo,
    di cultura tu abusivo!
    Non avrai mai conto in banca
    tu con Orwell e la Lubianka
    siedi in coda ai disgraziati
    che in Empireo son bannati!!!

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