Short Story: “Sei Reni”

Short Story: "Sei Reni"

Short Story: “Sei Reni”

Short Story: "Sei Reni"

Il sogno, schizzo veloce su carta by Mary Blindflowers©

 

Giorgio Infantino©

Short Story: “Sei Reni”

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Una lettiga fu la prima immagine che vide. Subito dopo un’altra dove osservava il suo corpo steso. Ne intravide altri intorno, distesi, inerti a loro volta. Gli sembrò di essere in uno di quegli ospedali dove si sistemano morti e feriti dopo un bombardamento o un devastante terremoto. Forse era successo qualcosa di simile e lui nemmeno se lo ricordava. Un medico donna si era avvicinata e lo stava tastando.

Sei reni”, disse allontanandosi, mentre contemporaneamente alcune mani lo afferravano per portarlo chissà dove, forse in sala operatoria.

Si svegliò di colpo, sudato e spaventato. Si toccò i fianchi, quasi per riflesso condizionato: c’era tutto, o almeno così sembrava. Vide sul display della sveglia che era proprio arrivata l’ora di alzarsi per andare a fare un controllo in ospedale. Sapeva come funzionava, c’era passato altre volte e anche quel giorno non andò diversamente. La figlia lo lasciò nello spazio antistante il padiglione dove aveva la visita di controllo. Si sorrisero, poi lui entrò, salutò l’infermiera e prese il numero che disciplinava i turni: 6C, lesse. Di nuovo il numero sei, pensò.

“Novanta”, chiamò l’infermiera.

“Scanto”, commentarono due o tre di quelli che erano lì, da chissà quanto tempo, facendo sorridere tutti gli altri.

“Novanta B”, precisò l’infermiera, ma il paziente novanta B non c’era, forse si era davvero spaventato nell’attesa o era andato via o, altro evento improbabile ma possibile negli ospedali, era morto aspettando. Così l’infermiera andò avanti per un’altra mezzora, finché chiamò il 6C.

Finalmente toccava a lui. Si alzò, andò dentro una stanzetta e si distese su un lettino.

Un medico donna, praticamente la sorella gemella di quella del sogno, iniziò a far scorrere lo strumento. Ora lui si aspettava che dicesse: “sei reni”.

La dottoressa disse invece tutt’altro. Effettivamente, la protesi che gli avevano messo portava  l’assetto della gamba operata ad essere un centimetro e mezzo, quasi due, più lunga di quell’altra sana. Ormai non si poteva fare nulla. Tutt’al più, avrebbe potuto ovviare solo con delle scarpe adatte, mentre per camminare in casa la dottoressa consigliava di continuare a utilizzare il girello che già aveva comprato in modo da potersi appoggiare. Potevano giovare anche delle sedute fisioterapiche, almeno per il primo mese.

“Conosce qualcuno, dottoressa?”, disse rassegnato.

“Guardi, qui abbiamo una buona struttura ma se vuol essere seguito anche a domicilio ho un contatto con un centro di cui mi fido. Chiederò a loro e le farò sapere”.

Lui sorrise. Pensò che, alla fine, fossero i medici le prime vittime della malasanità, ma anche che se l’erano cercato quel destino, loro come tutti gli altri cittadini pecore, lui incluso. Avrebbero potuto scioperare o scendere in piazza sui doppi incarichi, cioè sul fatto che un primario di ospedale potesse avere anche una sua struttura privata; oppure su quella barzelletta che spesso erano diventati i medici di base, o i passacarte di base, come li chiamava lui; oppure … Oppure … Se avessero scioperato o avessero manifestato per tutto ciò, forse non ci sarebbe stato bisogno dei medici cubani o di quello che erano o che sarebbero stati. O forse no, sarebbero arrivati lo stesso.

Tutti questi pensieri gli passarono in mente velocissimi e poi, come sempre, si volatilizzarono di colpo. Con la gentile dottoressa si scambiarono il numero di telefono. Probabilmente gli avrebbe proposto una sua amica per la fisioterapia, ma chi non fa così?

La sera gli arrivò la telefonata con l’indicazione che aspettava e la mattina successiva si trovò di fronte una quarantenne sveglia, con tanta voglia di fare e un sorriso che sembrava un sole.

“Sei Reni?”

“Sì, Renata Cannata, ma Reni va benissimo, è il mio diminutivo e può darmi tranquillamente del tu”, rispose lei sorridente.

“Entra”, disse lui semplicemente, tanto il sogno gli aveva già anticipato tutto.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

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