Due popoli, uno Stato?

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Due popoli, uno Stato?

Due popoli, uno Stato?

Due popoli, uno Stato? Credit Mary Blindflowers©

 

Giuseppe Ioppolo©

Due popoli uno Stato?

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Due popoli uno Stato o uno Stato laico per due popoli che possano liberamente esercitare le loro confessioni religiose?

Ogni volta che la cronaca ci sbatte in faccia la guerra infinita tra “Arabi” di Palestina ed “Ebrei” d’Israele ecco che torna il mantra delle gran casse mediatiche che, tra risoluzioni ONU mai applicate e spedizione punitive sempre criticate, di fatto mai realmente ostacolate, ci ripropone la stantia tiritera “due popoli due stati” come fosse la soluzione del problema e non il problema.
Mi spiego: se domani tutti i testimoni di Geova del mondo – ma lo stesso sarebbe per qualsiasi altra confessione religiosa – che non si riconoscono nelle attuali leggi degli stati ONU pretendessero di organizzarsi in uno stato confessionale cristiano, gli stessi commentatori mainstream che oggi sostengono il diritto d’Israele di difendersi, darebbero del matto a chi sostenesse un’idea simile: costruire da qualche parte uno Stato confessionale per ospitare i soli testimoni di Geova, che è invece quanto accaduto per lo stato sionista ebraico.
In fondo, e per dirla tutta, è questa la radice del problema: la rivendicazione di uno stato sionista da collocare in una terra dove uno Stato ebraico non c’è mai stato o, caso mai ci fosse stato, per ritrovarne le tracce bisognerebbe ritornare alla Bibbia di Mosè e David. Una forzatura politica e statuale che, se da un lato ha fatto la fortuna delle potenze occidentali aprendo opportunità immense ai loro immondi commerci in armi nonché a soddisfare la loro fame insaziabile di risorse energetiche, dall’altro è alla radice dell’instabilità politica e sociale di tutto il Nord Africa nonché di quei flussi migratori incontrollabili che partono dalle coste nordafricane alla ricerca i opportunità in un’Europa che, pur avendone bisogno, vista la sua allarmante situazione demografica, li respinge.

E allora qual è la soluzione?

Si tratta come al solito della scoperta dell’acqua calda. Se all’origine di tanta instabilità che periodicamente sconfina nella tragedia della guerra sta la nozione “due popoli, due stati” è questo inciampo politico-diplomatico internazionale che andrebbe urgentemente rimosso passando alla rivendicazione: uno stato laico e democratico per due popoli.
Uno stato laico e democratico può ospitare più di due popoli, far convivere più confessioni religiose, fissare regole ben precise per il rispetto delle minoranze, far diventare tutto il medio oriente ed il mondo arabo musulmano terra d’incontro operoso tra culture diverse e un grande faro di civiltà come lo è stato in un non lontano passato. Ma tutto questo presupporrebbe una emancipazione verso l’autonomia e l’indipendenza di tutti gli stati e staterelli del Nord Africa, quello che voleva quel guastafeste di Gheddafi (im)provvidamente fatto fuori da un Occidente che, quando sente termini come autonomia e indipendenza, viene immediatamente assalito dai pruriti colonialisti che l’hanno sempre guidato nella storia passata ed in quella più recente. Di fatto l’occidente democratico non vuole un Nord Africa emancipato. Meglio se succube di politiche colonialiste e di rapina come avviene ormai da secoli. Perché cambiare?

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

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