Ligresti, Perifrasi della caduta

Ligresti, Perifrasi della caduta.

Ligresti, Perifrasi della caduta

Ligresti, Perifrasi della caduta.

Ligresti, Perifrasi della caduta. Immagine fornita da G. Ligresti.

 

Ligresti, Perifrasi della caduta

 

Di recente ho curato la prefazione di Perifrasi della caduta e mi è venuta la curiosità di intervistare l’autore sia sul libro che su alcune questioni generali (Mary Blindflowers).

Intervista:

 

– Cos’è per te la poesia?

– La poesia non tende a smuovere nulla, non ha la prerogativa di insegnare, serve appena a distaccarci dalla frenesia quotidiana per dare il via ad una vita parallela non meno reale e vissuta, senz’altro senza filtri e con quel po’ che ci è rimasto di coraggio e di fantasia, nonché di lealtà.
Il poeta non deve spiegare, deve limitarsi a sentirla, la poesia, viverla sulla propria pelle (soprattutto) e infine scriverla, anche se non sai mai da dove giunge: a volte tutto nasce dall’osservazione, altre volte da un’immagine, altre ancora da una visione o tante volte dal ricordo; può trattarsi di un solo verso, che annoti immediatamente, ma la poesia può manifestarsi per intero (anche se poi riceverà delle revisioni), raramente arriva ben apparecchiata; di certo bisogna “spingere” la Poesia verso l’Assoluto, verso il Sublime, la poesia ha bisogno di una certa verticalità, pur servendosi del linguaggio di tutti.
Scrivendo si manifesta la propria crisi ma al tempo stesso si rifiuta di volerne uscire, perché la crisi stessa è in poesia, si esprime, al meglio, in poesia. Infatti ogni possibile risoluzione ideologica significherebbe la morte della poesia.

– Cosa ne pensi dell’editoria italiana (e non)?

– La grande editoria italiana non è credibile, è in mano alle lobby, alla politica, alla chiesa, si basa sul clientelismo. La piccola editoria è alla stregua di una copisteria, chiunque può pubblicare con qualsiasi editore (anche pagando). A questo punto la via del “publish on demand” (magari con certi colossi come Amazon) è da prendere seriamente in considerazione (se tanto mi dà tanto…)
Questo mio ultimo libro è stato pubblicato dal “Convivio editore” di Giuseppe Manitta che mi ha colpito in quanto il suo modo di operare si avvicina a quel che è il mio modo di intendere una casa editrice.

– Di cosa parla il tuo nuovo libro?

– “Perifrasi della caduta”, un percorso doloroso, dove tutto il male è manifesto, è setacciato ovunque, e la spasmodica ricerca di una soluzione – a volte transitoria, altre finale – non fa altro che aumentare la sensazione di una capitolazione. L’illusione si fonde spesso alla delusione, l’insuccesso collettivo si mescola a quello personale, come si evince dalla prefazione.

– Cosa ne pensi delle varie fiere del libro?

– Be’, potrebbero essere un ottimo lancio per le pubblicazioni, l’idea in sé è valida, potrebbe essere un punto di ritrovo per diversi scrittori, poeti, un luogo d’incontro dedicato esclusivamente alla scrittura. Invece appare più come una sfilata, dove l’edonismo e l’egocentrismo la fanno da padrone, dove il grosso “pesce” cerca di mangiare il piccolo. Alla fine (come mi dice chi ha vissuto a pieno l’esperienza), per la maggior parte degli utenti, la fiera (soprattutto il “Salone”), è solo un evento -pieno di vip.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

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