Eco, Orwell, accostamenti improbabili

Eco? Orwell si scansa

Eco, Orwell, accostamenti improbabili

Eco e Orwell? Scherziamo?

Orwell, il potere e la parola, credit Antiche Curiosità©

 

Eco, Orwell, accostamenti improbabili

Mary Blindflowers©

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Si dice che nessuno legga più le prefazioni. Ebbene io le leggo ma a volte mi pento. Un sano prefattore dovrebbe cercare di illuminare il lettore sul contenuto del testo, può anche dire i motivi per cui gli è piaciuto. Si presume infatti che, se ha deciso di fare una introduzione, gradisca il libro che sta presentando. E fin qui, tutto bene, ma è quando i prefattori fanno accostamenti inverosimili che tutto si sfascia e si erode, anche il senso di ciò che si dice.
Diana Thermes, parlando della lotta di Orwell contro tutte le forme di dittatura, nella prefazione a Il potere e la parola, edizioni Piano b la malaparte, ad un certo punto tira fuori dal cappello a cilindro un improbabile Umberto Eco, che è quanto di più lontano da Orwell si possa immaginare. Se io fossi Orwell mi rivolterei nella tomba dopo un simile accostamento.
Perché?
La Thermes cita l’Eco dell’eterno fascismo, altrimenti detto Ur-fascismo. Ma ecco cosa scrive:

E se il totalitarismo di ieri, uscito sconfitto dalla storia, non può certo ripresentarsi nella passate forme del nazismo o del fascismo o del bolscevismo, fa però rima con il fascismo strisciante che da circa un decennio minaccia le democrazie liberali. Umberto eco, proseguendo nel solco dell’aforisma di Primo Levi, “Ogni tempo ha il suo fascismo”, conosce la locuzione Ur-fascismo per indicare il fascismo eterno e stilava un elenco di quattordici caratteristiche identificative, di cui una sola sufficiente a far coagulare una nebulosa fascista. Tra queste, molte sono definibili orwelliane: l’irrazionalismo, il razzismo, il complottismo… (p. 59).

Quello che la Thermes si guarda bene dal dire è che mentre Orwell condannava in toto tutte le dittature, sia quella fascista, sia quella comunista, sia quella capitalista, sia quella religiosa, motivo per cui ancora oggi non è tra i libri consigliati nelle università inglesi, Eco, celebratissimo anche dopo la sua recente dipartita, ha sciorinato i suoi peraltro poco originali 14 archetipi dell’Ur-fascismo ma non ne ha seguito uno nella sua vita reale. Ecco il buon Eco citare Orwell che criticava la neolingua censurante, e inventare a sua volta una neolingua limitante e limitata alle sue esigenze di partito. La massa è cretina, perché farla parlare? Solo io posso parlare, perché io sono Eco. Il senso di molti suoi interventi alla Marchese del Grillo ma poco simpatico, era questo. Così Eco snobbava il vicino di casa non accademico e gli imbecilli del web, in una sorta di elitario isterismo da intellettuale da salotto e nello stesso tempo diceva di combattere il razzismo e l’irrazionalismo. Non si sa se il riso o la pietà prevalga
Da una parte Eco sosteneva la lotta contro l’elitarismo ma dall’altra era lui l’elitarismo stesso. Orwell invece era molto critico con gli accademici, con i fascisti ma anche con la “conformità dell’ortodossia politica dominante della sinistra, ossequiata da critici, giornalisti, scrittori, intellettuali ed editori per sincera fede oppure per vigliaccheria, prudenza, comodo opportunismo, fingendo però al tempo stesso di applicare criteri letterari”. Orwell era critico con il monopolio delle prestigiose università inglesi nel campo dell’arte e della letteratura e lo diceva espressamente. Lo scrisse in numerosi romanzi e saggi, senza eufemismi, assumendo anche posizioni non politicamente vantaggiose e controcorrente. Eco era l’uomo dell’eufemismo, della neolingua funzionale alla sua stessa contraddizione di intellettuale inquadrato. Parlava soltanto di lotta al fascismo, termine che in Italia è diventato il jolly di una sinistra che sta più a destra della destra e ha monopolizzato tutti gli spazi culturali disponibili. Orwell non limitava la sua visione del mondo a un solo partito, ma estendeva la critica a tutte le forme dittatoriali, di qualunque schieramento politico fossero. In Orwell non è possibile rilevare quelle contraddizioni che invece troviamo insanabilmente in Eco. Anzi è stato proprio Orwell a descrivere Eco, perché ha descritto l’intellettuale tipo che dice una cosa e il minuto successivo la nega. La contraddizione è il tasto principale del sistema, quello che confonde e che crea populismo e disorientamento nel momento stesso in cui dice di combatterli. Eco era il sistema e sarà lodato e riverito da tutti quelli che vi aderiscono pedissequamente. Orwell diceva con Shakespeare “sii coerente con te stesso”. Conserva la sua libertà intellettuale fino alla fine. Questa la sua lezione più grande, una lezione che però Eco non ha saputo né voluto mai seguire. Non basta scopiazzare i grandi in 14 punti e citarli per essere credibili agli occhi delle generazioni future.
Come si fa dunque ad accostare Orwell che ha criticato i metodi manipolatori della stampa e il mainstream, ha percorso a ginocchioni i tunnel dei minatori, ha criticato gli intellettuali venduti, a un uomo fortemente politicizzato e da salotto come Eco, tronfio del suo ruolo di privilegiato che considerava gli altri dei poveri imbecilli e il suo vicino di casa uno sfigato, mentre collezionava 30.000 libri nel suo studio privato?
Siamo seri, per favore. Anche certi accostamenti possono essere manipolatori e fuorvianti. Non accostiamo la cioccolata con qualcos’altro che ne richiama il colore ma è di ben altra sostanza e natura, nonostante tutti gli sforzi della propaganda per nasconderne il fetore persistente e i vari Eco direbbe, Eco farebbe, bla bla, sempre funzionali all’etica di una politica esclusivista che dice di includere e si mangia ogni spazio.

 

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

Comments (2)

  1. Mariano Grossi

    E proprio quel termine bastardo, mezzo teutonico e mezzo italiano (URfascismo) qualificano Eco quale grande interprete della verborun manumissio. Pertanto l’accostamento è per lo meno irriguardoso nei confronti di un ribelle totale e un preveggente come Orwell. Inventare le parole, unire i lemmi di lingue diverse anche questo è una sorta di strisciante dittatura: quella dell’accademico perfettamente integrato nel sistema, come facevano i miei docenti universitari anni 70 che in una mano avevano la tessera del PDUP e nell’altra la manina del figlio iscritto ed accompagnato mattinieramente alle scuole private gesuitiche e dintorni.

    1. Destrutturalismo

      Esatto, la contraddizione e lo snobismo in persona. Intellettuale di regime a tutti gli effetti!

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