Se non avete pane…

Se non avete pane...

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Se non avete pane...

Private Property, credit Mary Blindflowers©

 

Se non avete pane…

Mary Blindflowers©

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Il povero da sempre è funzionale al ricco che fin da quando nasce la moneta capisce l’importanza dello sfruttamento.
Il ricco si pasce e si bea in una società di poveri, vuole che questi figlino sempre più e si preoccuperà molto quando essi, mangiando la foglia, non faranno più figli in misura sufficiente per essere sfruttati. Meno figli di poveri significa per il ricco meno carne fresca, automi viventi, meno grovigli di atomi umani disposti a sacrificarsi con lavori sottopagati e umili, spesso inferiori al loro grado di istruzione.
I ricchi in Italia scrivono libri sulla necessità urgente di rinatalizzare il Paese. Il fatto che nascano meno bambini sarebbe gravissimo per il nostro futuro e le nostre sacre tradizioni cattoliche. Anche la Chiesa, da sempre retrograda e dalla parte del potere, contraria ad ogni contraccezione, naviga in queste stesse acque e fa propaganda affinché i poveracci figlino come coniglietti. “Fate figli, lasciate stare cagnolini e gattini, che è peccato per il nostro benessere, per il futuro del nostro Paese”. Il papa, pur di propagandare la sua idea funzionale ai ricchi, attacca perfino cani e gatti. Il futuro, il benessere perla e oro di cui si parla sarebbe dunque il nostro? Nostro di chi? Ah sì, di quelli che non si sporcano le mani, di quelli che sfornano al massimo uno o due figlioletti, li chiamano tesoro del papi e li mandano nelle più prestigiose università a pagamento e poi lisciandogli i capelli che sanno di plin plin di storione, li raccomandano affinché diventino qualcuno. Come può un ricco infatti essere nessuno? È scandaloso, inaccettabile, ci mancherebbe! Ma e c’è un ma, grosso quanto una casa: se i poveri non fanno più bambini perché si rendono conto di non riuscire nemmeno a mantenerli né di potergli assicurare un futuro decente in un mondo di raccomandati cronici e di pochi ricchi, come faranno i ricconi a pulirsi il cesso? Eh già sono problemi seri questi, degni di più interrogazioni parlamentari e di feroci consultazioni in gabinetti pubblici e privati. Come faranno questi poveri ricchi a mangiare frutta fresca di classe A? Chi si inchinerà sulla terra per raccogliere i deliziosi e succosi frutti che campeggiano sulle loro tavole? E poi chi baderà ai loro figli piccoli quando loro saranno impegnati a scrivere un capolavoro inedito per Mondadori o per qualche premio letterario già deciso dai loro parenti e amici? Eh insomma, sono faccende spinose, delicate.
Un ricco abituato al taffetà e ai salotti e ai soldi del papi erogati con regolarità, come farà?
Si metterà a elencare i gravi danni della denatalità e dirà a voi che siete poveri: “fate figli o ci estingueremo” e scriverà pure libri su questo e altri argomenti, libri pubblicati da grossi editori amici del papi o di amici. Però, se nonostante tutti i libri castroneria e la corbelleria di spingere il popolo a nuove avventure con meravigliosi bebè, le cose non migliorassero? I poveri non fanno figli come dovrebbero, cattivi! Vedendo che il povero di figli non ne fa perché non vuole buttarli nel mondo come palloncini e chi si è visto si è visto o dentro le case dei ricchi a pulir i loro capelli nel lavandino del bagno, il ricco ha un’idea grandiosa che chiama integrazione. Si è accorto che nei paesi poveri si fanno un sacco di figli. Se gli italiani non figliano, peggio per loro, ci sono i migranti da sfruttare. Li si paga meno degli italiani e li si integra spremendoli come limoni. Tutta questa operazione si chiamerà integrazione democratica e società multiculturale.
I figli dei ricchi avranno sempre chi cucina, pulisce e serve per loro, chi raccoglierà la frutta per due spicci, chi lavorerà nelle loro fabbrichette. I ricchi continueranno ad occupare posti chiave della società, posti assolutamente preclusi a chi non fa parte della loro stessa classe sociale. Poi faranno pochi figli, proprio perché se li possono permettere. È infatti volgare fare tanti figli se li si può tranquillamente mantenere, che modi sono mai questi? Dunque questi ricchi così buoni, così democratici, così peace and love, diranno di essere sensibili alle problematiche sociali, di aiutare i poveri, di integrarli, di amarli mentre quelli lustrano loro le scarpe e accettano lavori sottopagati per non morire di fame, lavorano nelle loro aziendine senza lamentarsi perché il lavoro rende liberi, come si diceva anche nei campi di concentramento.
Chi cade sempre in piedi è il ricco, l’unico ad essere libero. Mentre la collaboratrice domestica che magari ha una laurea, pulirà il suo pavimento, il ricco in televisione farà lo splendido con il suo ultimo libro sulle conseguenze della denatalità o su un monologo mezzo copiato e dedicato a qualche università, riempiendosi la bocca di parole dolci ed armoniose, sorridendo sotto lo stucco del cerone e parlando di uguaglianza di diritti per tutti, di tradizioni, di religione e di tante belle cosette. Ci racconterà dei premi che ha vinto, della laurea che ha preso senza mai essere entrato all’università (ai ricchi infatti sapete, regalano molte lauree, per il solo fatto di essere ricchi), e sorriderà raccontando come scrive, vi dirà di essere approdato alla letteratura per puro caso, vincendo magari un concorso importante. Parlerà diffusamente dei suoi libri, anche se di fatto non ha mai scritto nulla di decente in vita sua, quindi farà un complimento alla presentatrice, più stuccata di lui e che sembrerà un uccellino impagliato, poi andrà via tutto soddisfatto di sé, convinto di essere una creatura superiore a quella Marie Antoinette che diceva al popolo: “Se non avete pane, di grazia bifolchi, mangiatevi le brioches”.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

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