Moccia? Tesi su Moccia

Moccia? Tesi su Moccia

Moccia? Tesi su Moccia

Moccia? Tesi su Moccia

L’acchiappasogni, credit Mary Blindflowers©

 

Moccia? Tesi su Moccia

Fluò©

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Dopo le poesie di Scalfari, di Flavia Vento, di Arminio, di Francesco Sole, di Aldo Nove, dopo aver visto Veltroni che si recensisce da solo o Mondadori che pubblica le stupidaggini della tipa al top delle visualizzazioni sul corsivo, pensavamo di aver visto tutto, ma ci sbagliavamo, e di brutto, dato che Moccia è finalmente riuscito a laurearsi con una tesi dal titolo: Jack London e Federico Moccia, differenze e affinità di stile, visione e ispirazione attraverso il tempo.
No, non è uno scherzo. Se lo fosse sarebbe quantomeno divertente, purtroppo è soltanto il risultato clownesco di tutti gli sforzi combinati di editoria, politica ed università per definire, studiare, far pubblicare e rendere celebre il nulla e continuare ad alimentare la fama di  un personaggio che serve per fare business. Pare che Federico Moccia infatti venda, così dice il marketing. Di solito quando si vuole pubblicizzare un autore si dice sempre che vende, per incuriosire le persone, tanto chi può controllare se è vero? Il problema però non è il fatto che venda, che non venda, in fondo poco importa, ma il fatto che non venda affatto libri ma se stesso, continuamente, dato che di libri non ne ha mai scritto né mai ne scriverà, perché non basta essere figli di qualcuno per saper scrivere e il nostro decisamente non sa scrivere. Egli stesso ne è perfettamente consapevole e il bello è che ne gode. È infatti famoso perché figlio d’arte e perché di base non sa fare nulla, queste due cose, ossia l’essere dei raccomandati ed essere mediocrissimi, sono la base del successo oggi.
Moccia è l’anticritica per antonomasia, l’uomo che non dice nulla, che non vuole dire nulla e lo fa con un preciso disegno di marketing. Egli gode nell’essere bistrattato, secondo la logica del purché se ne parli, utile per ogni mediocrità che si rispetti. Moccia dunque si laurea in lettere moderne. E anche questa volta non ha smentito la propria natura di uomo che non dice nulla. Sui social campeggia la sua volutamente ridicola foto, testa cinta di foglie d’alloro e sorriso prestampato di felicità per essersi laureato alla sua età, paragonando se stesso a Jack London.
Io non mi meraviglio, nemmeno mi scandalizzo. Tutte le civiltà conoscono la loro parabola discendente. Qui stiamo già non terra terra ma sotto il pavimento proprio. Il livello è quello, ma nemmeno questo mi scandalizza, a dire il vero. Moccia è Moccia e non può essere altro che uno zero famoso, più in là non può andare.
Piuttosto che perdere tempo a fare inutili commenti sulle sue parole, mi pare più utile analizzare il ruolo dell’università oggi.
Un chiarissimo professore di nome Arnaldo Colasanti ha avallato il progetto di Moccia su Moccia che si specchia dentro una pozzanghera di nulla, forse in vista di una nuova operazione commerciale, magari la pubblicazione di Moccia che parla di se stesso con un grosso editore.
C’è da chiedersi su quali basi letterarie o eventuali misteriose affinità stilistiche o contenutistiche, si possa anche solo pensare di accostare Jack London a Moccia. Questa domanda potrebbe suscitare la curiosità di leggere le eventuali e probabili castronerie della sua tesi. E lo scopo del marketing preventivo è raggiunto. Stimolare la curiosità delle masse. Che cavolo avrà mai scritto l’allorocrinito? A me di base non importa un fico secco, ma io non sono la gente o meglio lo sono ma anche no, quindi non faccio testo e nemmeno contesto al di fuori dei piccoli spazi che questo blog mi concede.
Si può anche riflettere su cosa stiano diventando le università oggi e che ruolo abbiano nella formazione delle future “intelligenze”.
Ieri gli atenei erano classisti, censuranti e totali servi del sistema di potere, basti pensare ad un Rabelais in chiara e netta polemica con la Sorbonne o a Boccaccio e a tanti altri censurati dalla Crusca. Oggi le università sono classiste, censuranti e totali serve del sistema di potere. Non è cambiato niente!
Non siamo nel Medioevo, quando la Crusca censurava autori oggi riconosciuti come grandi, esaltandone altri mediocrissimi, bensì nel XXI secolo, ma la situazione di stallo stallatico permane.
Soltanto il linguaggio cambia, si parla di democrazia, inclusione, pari opportunità, etc. etc. e poi si permette a Moccia di laurearsi su Moccia, come se Moccia fosse un autore degno di studio universitario.

Ma c’è qualcuno in tutta questa operazione di marketing, avallata dai cattedratici, (perché di questo si tratta), che capisca dove andremo a finire o meglio dove siamo già purtroppo, finiti?

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

Comment (1)

  1. Mariano Grossi

    Moccia, Moccia, Moccia, Moccia!
    Laureando vecchio sboccia!
    Tu, pischel, piglia in saccoccia
    ché ben dura ci hai la coccia!
    Non capisci? In facoltà
    pur vent’anni ce poi sta
    poi arriva questo qua
    che se deve laureà!
    Le tue Queens and Kings fan ciac!
    Lui nel mazzo ci ha un bel Jack.
    You can study hard or seldom
    He will get his glory no random!
    Scrive meglio di Sir London!
    Con il lauro pare un bonbon!

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