Il pensiero dominante, dittatura

Il pensiero dominante, dittatura

Il pensiero dominante, dittatura

Il pensiero dominante, dittatura

Il pensiero dominante, dittatura, by Mary Blindflowers©

 

 

Mary Blindflowers©

Il pensiero dominante, dittatura

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Un tempo la critica segnava destini, ora sono i destini politicamente decisi a segnare la critica che ha perso qualsiasi piccolo residuo di indipendenza intellettuale, se mai l’abbia minimamente avuta, chissà!
La critica letteraria oggi è in totale disarmo, talmente in crisi che i critici, perlopiù accademici, si rotolano in pagine social di autocompiacimento in cui radunano pochi disperati studenti in attesa del voto ai loro esami, e pochi simpatizzanti piaggiari che li lisciano nella speranza di resurrezione in qualche paradiso editoriale.
Il critico è in disuso, questo perché la sua potenza è di derivazione, come il burro che deriva dalla lavorazione della panna. La politica a sua volta è un altro derivato, una sorta di panna stantia che deriva dal latte della grande finanza e degli interessi commerciali, quel dio denaro che ormai stende la sua viscida mano su tutto.
E se prima la letteratura era appannaggio della nobiltà o di chi trovava presso questa un mecenate, oggi la situazione è solo apparentemente cambiata. Com’è che si dice? Tutto cambia affinché nulla cambi. In pratica il potere finanziario, in accordo con il potere politico, decidono quale scrittore deve diventare scrittore, il critico segue a ruota e si adegua.
“C’è una bella canzone di Bennato che si intitola Non c’è:

 

quello lì che non c’è niente da fare… e chi è fuori dal giro che vale e dal giro della pubblicità, non c’è… E se vuole restare fuori dalla rete non c’è… e passa per le strade nessuno lo vede, quello lì che non si vuole adeguare… uno che non vuole partecipare al gran ballo delle celebrità… non c’è, e senza fare tanti giri di parole non c’è, ed è così che va, prendere o lasciare…

 

Descrive perfettamente quello che sta accadendo oggi. Chi è fuori dal giro buono, non esiste per nessuno. Di conseguenza, sentirsi apostrofare da un EAP che abbiamo criticato con la frase: “la critica non si occupa di voi”, come se questa indifferenza fosse dettata da scarsa qualità di contenuti, appare oggi veramente ridicolo. Lo sanno tutti che i critici si occupano soltanto di gente che pubblica coi grossi editori, sia che scriva bene, sia che scriva male. Tutti gli altri non esistono. Questo accadeva prima e accade anche oggi. Soltanto che oggi quasi a nessuno importa granché del parere di un critico, che di solito è un cattedratico raccomandato e piuttosto tronfio. La cosa importante infatti non è il parere di questo signore decaduto come nobile rovinato e costretto a vendersi gli ultimi mobili antichi di casa, bensì essere distribuiti e vendere. Vendere significa essere letti. A quel punto lo scrittore ha raggiunto il suo scopo, diffondere il suo messaggio. Vendere però non è semplice se non hai quattrini da investire nel marketing o se qualcuno non li spende per te.
Gli scrittori del giro buono non sono più bravi, sono soltanto molto ben distribuiti. C’è qualcuno per loro che paga per pubblicizzare i loro libri; paga affinché le catene che vendono libri o altro, tengano i loro capolavori in vetrina, davanti a tutti gli altri, ben visibili; paga per fare in modo che la critica sui giornali parli diffusamente e a più riprese di un particolare libro e non di un altro. Il denaro comanda, i suoi servi eseguono.
I signori non c’è, quelli che non partecipano al gran ballo, non hanno agganci giusti che garantiscano loro una distribuzione capillare, ma è soltanto una questione di quattrini, non di talento. Infatti libri mediocrissimi vendono, perché la pubblicità ossessiva agisce sul cervello umano in modo che il soggetto si convinca dell’assoluta indispensabilità di quel libro siappur mediocre, per poter dire: io leggo, caspita, sono informato sulle ultime novità editoriali!
I meccanismi di favoritismo sottesi al mondo editoriale non sono conosciuti dalle masse, le quali ancora credono che un libro venga pubblicato da un grosso editore perché è valido, più valido di altri. Non è così che funziona, per nulla. Rinfacciare dunque a uno scrittore che non fa parte del gran giro di valzer, che viene ignorato dai critici, non solo è malafede e gratuito pour parler, dando fiato alla bocca e facendoci entrare le mosche, ma anche fare cattiva informazione di sistema, fare in modo che tutto rimanga com’è.
Il sistema ci tiene a farci sapere che lavora per la cultura, per la letteratura, non per la nostra fregatura e tende a bannare tutti gli scrittori che invece sostengono il contrario: ignora quelli non famosi, decretando la loro morte in vita e censura anche quelli famosi che in passato hanno osato sostenere verità scomode. Il sistema inoltre usa quelli che Orwell in 1984 chiamava “neolinguaggi”, una nuova lingua artificiale in cui le sfumature sono abolite e in cui si registra un impoverimento espressivo per una minore implicazione possibile del cervello. Tutto sarà così ridotto allo slogan semplificato, contro la formazione di eventuali opposizioni al credo dominante, la dittatura del denaro.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

Comment (1)

  1. Mariano Grossi

    Spadroneggia ormai la vespa
    pur se scrive a carta crespa.
    Stimpanati i cardellini,
    Sempre in alto i gramellini.
    E se scrive anche sul guano,
    fa faville il pio saviano.
    Fate largo a chi sta in vista
    gli si adegua il conformista
    Ben dipinto dal buon Gaber
    Cui preferiscono il Faber.

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