I librai di Orwell

I librai di Orwell

I librai di Orwell

I librai di Orwell

Stampa da libro del 1747, credit Antiche Curiosità©

 

I librai di Orwell

Mary Blindflowers©

.

L’immaginario collettivo tende a descrivere un libraio che tratta “libri rari” come una specie di salvatore della patria, uno che recupera libri che altrimenti rimarrebbero sepolti nell’oblio, per puro amore di cultura e conoscenza. Molti librai che operano nel settore dell’usato infatti usano lo slogan del recupero attento e appassionato, per farsi pubblicità, in modo da attirare le simpatie dei clienti, generalmente collezionisti. Qualcuno di questi librai, dentro botteghe nel centro delle città, attività al 90 per cento ereditate, finge perfino di essere colto. Si fa trovare infatti dentro la sua bottega con un libro in mano, in modo da dare un’impressione di buona cultura ai suoi clienti. A volte afferma di essere collezionista ma di fronte ad un lauto guadagno, è pronto a vendere tutta la sua collezione assieme ai propri parenti stretti.
I librari antiquari sono di due tipi: quelli ricchi di famiglia che ereditano la libreria del nonno e hanno una sufficiente ma non esaltante cultura di stampo borghese e i parvenus, gli arricchiti, figli di qualcuno che “faceva i mercati” e si è arricchito in passato vendendo, tra le altre cose, anche libri, per poi aprire una libreria senza aver mai letto un libro.
Generalmente avidi, i librai di entrambe queste specie animali, offrono somme esigue a ricchi a cui è morto un parente, fingendosi contriti ma nello stesso tempo minimizzando il valore dei libri “del caro estinto” di cui gli eredi vogliono generalmente liberarsi perché convinti che portino acari, polvere, siano inutili e valgano poco rispetto a più appetibili mobili, dipinti e quant’altro.
Capace di comprare intere biblioteche di libri antichi per pochi spicci, il libraio a volte recupera tutti i soldi spesi con poche vendite, il resto è guadagno, ma, anche se ha un enorme negozio in centro, da buon parvenu, finge sempre di essere povero. La frase più ricorrente che sentirete da un libraio che tratta libri antichi e usati è infatti la seguente: “non si trova più nulla, non si fanno più gli affari di una volta”, poi accennerà borbottando e maledicendo internet come il peggior male possibile perché, grazie alla rete, i ricchi “fessi” possono vedere in diretta quanto vale un libro e non li si può più ingannare come un tempo. I librai nati ricchi diranno le stesse cose, ma meno brutalmente perché devono ammantare tutti i loro discorsi di una patina di gentilezza posticcia mentre i loro occhietti avidi non aspettano altro che di ricevere i soldi per il libro che vi hanno venduto a caro prezzo.
Molti librai assumono atteggiamenti zuccherosi con chi deve vendere loro dei libri, ma in realtà disprezzano quelli da cui comprano, considerandoli dei danarosi sprovveduti, atteggiamento comune anche ad antiquari e mercanti di roba usata in genere che pagano uno per rivendere a cento e se riescono pagano uno per rivendere a mille, con la scusa che altrimenti non rientrerebbero nelle spese. Anche nei confronti dei loro clienti, l’atteggiamento è di disprezzo. Specialmente i parvenus, vi diranno che vi stanno cedendo il libro ad un prezzo bassissimo, più basso addirittura di quanto lo hanno pagato, che non ci guadagnano niente, etc. e che lo stanno facendo per voi, perché siete un eccellente cliente, anche se magari gli avete comprato due libri in un anno.
Il ricco di famiglia invece sarà più snob e compassato, in caso gli chiediate uno sconto, farà finta di inorridire dietro gli occhiali, e come se avesse una scopa infilata dove il sole non batte, pigolerà con sforzo evidente un semplice: “no, siamo spiacenti, non sono previsti sconti per questo articolo già scontato”. Vi guarderà poi come se aveste commesso un reato penale, osando chiedere una riduzione del sacro prezzo imposto naturalmente da lui.
Un terzo tipo di librario è colui che, in pensione, si apre un negozietto di libri rari, quelli che ha comprato durante tutta la sua vita, pagandoli pure salati e li espone come se fossero oro. Non essendo che un commerciante novello, nonostante l’età, sarà più esperto di libri che di vendite, conoscerà vita, morte, miracoli e vicissitudini di ogni volume che vende e da cui si separerà veramente a malincuore, mettendo prezzi altissimi, dato che i libri non li ha comprati in blocco. Non comprerete probabilmente nulla da lui, ma saprà darvi tante informazioni sui libri e sarà generalmente colto. Egli sarà l’unico con cui varrà la pena di parlare e sarà generalmente gentile, anche se non comprate nulla, anzi quasi quasi, siccome in realtà non vuole vendere, segretamente vi ringrazierà di non averlo privato di uno dei suoi preziosi volumi che rappresentano pezzi della sua vita di collezionista.
In Fiorirà l’aspidistra, libro politicamente assai scorretto, Orwell descrive alla perfezione Cheeseman, un parvenu, un commerciante di libri rari, sfatando tanti luoghi comuni e false credenze sui librai antiquari, per esempio l’idea che debbano essere lettori colti e sensibili:

 

Nel giro di due anni aveva fatto del suo negozio una delle migliori librerie di “libri rari” di Londra. Per lui un volume era semplicemente un articolo, come un paio di pantaloni di seconda mano. Non aveva mai letto un libro in vita sua e non riusciva a capire perché qualcuno potesse desiderare di farlo. Il suo atteggiamento nei riguardi dei collezionisti che si chinavano così appassionatamente sulle sue edizioni rare era quello di una prostituta sessualmente frigida verso la sua clientela. E nello stesso tempo egli sembrava sapere solo toccandolo se un libro avesse o non avesse valore. La sua testa era una miniera perfetta di vendite all’asta e di date bibliografiche ed egli sembrava nato per mercanteggiare sui libri. Il suo metodo preferito di acquisto era la compera di intere biblioteche di persone morte da poco, soprattutto ecclesiastici. Ogni qualvolta un ecclesiastico moriva, Cheeseman piombava sul posto con la prontezza di un avvoltoio. Gli ecclesiastici, aveva spiegato a Gordon, hanno così spesso biblioteche eccellenti e vedove ignoranti… Gordon a volte si chiedeva come Cheeseman passasse le sue serate, quando non usciva per stanare qualche buon affare. S’immaginava Cheeseman seduto in una camera chiusa, a doppia mandata, le finestre dietro le imposte, intento a contare pile di mezze corone e fasci di banconote… (Fiorirà l’aspidistra, Mondadori, 1960, p. 307).

 

Orwell non mente.

.

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

Comment (1)

  1. Mariano Grossi

    Read, dear buddy, read Orwell
    save his echo like a sea-shell!
    Do prefer him to the smell
    of the publishers who dwell
    inside politically correct wall:
    they can fill your liver with gall!

Post a comment