Le librerie chiudono? Pazienza!

Le librerie chiudono? Pazienza!

Le librerie chiudono? Pazienza!

Le librerie chiudono? Pazienza!

Chiuso, credit Mary Blindflowers©

 

Le librerie chiudono? Pazienza!

Mary Blindflowers©

 

Quello che sto per scrivere sarà molto impopolare ma qualcuno deve pur dire che ormai la retorichetta buonista è penetrata nella testa della gente che vede solo un lato dei problemi senza andare oltre. Quando chiude una libreria del centro in Italia, su induzione dei giornalisti della domenica, la gente finge di cospargersi la testa di polvere e di strapparsi i capelli, gridare contro la decadenza subumana dei nostri tempi incolti. Poi con un procedimento retorico piuttosto in voga, i giornali reiterano la tiritera che punta tutto sull’importanza della figura del libraio, considerato nei vari articoli a stampa “una figura di riferimento importante”.
Doverosa a questo punto una distinzione tra libreria e libreria. Parliamo prima delle librerie che vendono libri nuovi.
Le grandi catene commerciali che vendono libri, dischi, etc. non offrono nessuna consulenza al cliente che entra in enormi spazi, vede subito ciò che il sistema vuole che veda, i libri della Rowling o di Dan Brawn, per esempio, piazzati in bella vista, pile di libri tutti uguali ammucchiati gli uni sugli altri come se fossero barattoli di pomodori o di acciughe di scarsa qualità del supermercato globale del libro. Il povero cliente, un poco disorientato, avanza e vede che anche negli scaffali ci sono copie di libri tutti uguali, non trova quello che cerca, allora chiede al famoso libraio che in queste catene non è un libraio vero ma in genere un ragazzetto assunto con una paga da fame e che non vede l’ora di tornarsene a casa. Quest’infelice che spesso è digiuno di letture, va dunque sul computer, vede se il libro richiesto c’è su Amazon o presso l’editore e lo ordina se possibile, se no dice al cliente che non è disponibile.
Poi ci sono le librerie indipendenti che sono gestite da privati alcune volte preparati, altre meno. Quelli che amano la lettura ordinano qualche libro “alternativo”, chiamiamolo così, qualche libro lontano dai circuiti commerciali che contano, ma inevitabilmente, per vendere, se no chiuderebbero, mettono in vetrina i libri dei soliti noti, gli stessi che troverete nelle grandi catene suindicate e che è possibile comprare a meno on line. Se il cliente cerca un libro in particolare che non hanno, le librerie indipendenti che fanno? Lo ordinano dall’editore o da Amazon e il cerchio si chiude.
Passiamo all’usato, alle librerie antiquarie. Come sono belle le librerie del centro, affascinanti, ci passereste ore, non è vero? Tutta un’altra atmosfera rispetto alle librerie che trattano solo il nuovo.
Ma c’è qualcuno che si è fatto mai una domanda in più su come i famosi librai, quei gentili signori o quelle cortesi signore borghesi, si procurino i libri?
Libreria in centro. Sto guardando negli scaffali. Arriva un vecchietto, dice al libraio che vuole vendere un libro che forse è vecchio, forse no, non lo sa, non ne capisce, così dice. Mi gusto la scenetta. Il libraio ha gli occhi lucidi, avidelli.
Il vecchietto dice che magari ci si può ricavare qualcosa dal libro che ha in mano. Il libraio lo prende, lo sfoglia, alza le spalle fingendo disinteresse e dice al vecchietto che può dargli massimo 2 euro.
Il vecchietto dice che è poco, che si aspettava di più e il libraio inizia ad elencare tutti i presunti difetti del libro: ha dei buchi di tarlo, (minuscoli tra l’altro), delle imperfezioni, (che sono normali in un libro antico), ingiallimenti qua e là, etc. etc.
L’elenco di castronerie del volpone non finisce mai e il vecchietto si rassegna, fidandosi dell’esperto, si prende i due euro e se ne va dicendo: “meglio di niente”.
Il libraio ha in mano una Bibbia del Seicento comprata a due euro. La rivende minimo a 600. Gongola, sulla sedia, per il maltolto. Mi guarda e dice: “lo vede? Quando un furbo e un fesso si alzano per tempo la mattina e si incontrano, fanno entrambi un buon affare”.
Quest’uomo aveva il negozio in pieno centro, era cattolicissimo e considerato da tutti un ottimo professionista.
Le librerie antiquarie campano sulla morte e sulla ignoranza della gente o meglio campavano perché da quando c’è Internet la gente è più sveglia. Se il vecchietto avesse saputo usare il mezzo elettronico, avrebbe scoperto il reale valore di quel libro, avrebbe capito che il libraio lo stava letteralmente imbrogliando.
Lo stesso libraio mi ha raccontato che una signora che aveva ereditato dal padre defunto una consistente quantità di libri, sentita la sua offerta per tutto il blocco, gli aveva indicato la porta, ritenendosi offesa: “mi ha offerto per 5000 libri i soldi utili per comprarne uno, ho visto su Internet quanto valgono”.
Il libraio che non era affatto un caso isolato, ma la regola, mentre mi parlava di questo piccolo incidente, scuoteva la testa: “Eh non ci sono più i tempi di una volta!”
La demonizzazione del mezzo elettronico non sempre è positiva. Le generalizzazioni sulla figura umana del libraio che sta scomparendo, forse andrebbero ridimensionate perché la realtà non ha mai un solo colore.
Con Amazon non sta accadendo nulla di nuovo, semplicemente un sistema sta sostituendo un altro, più vecchio, facendo crollare tanti falsi miti che ancora la stampa sostiene ipocritamente con inutili quanto false generalizzazioni perché sente che qualcosa sta sfuggendo di mano all’antico sistema e deve generare nel popolino l’emozione posticcia per un fenomeno che è del tutto fisiologico come la chiusura delle librerie fisiche, perché niente dura in eterno, nemmeno il monopolio. Anche i grossi editori che ormai stampano pure su Amazon dovrebbero ricordarselo. Se è crollato l’impero Romano o quello di Alessandro Magno, non vedo perché non possano crollare e fallire anche loro.
Non sempre è tutt’oro quel che luccica. Dietro ogni realtà scintillante, vecchia e nuova, c’è sempre un bel po’ di mondezza nascosta sotto il tappeto.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

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