Alessandro Manzoni, croupier cattobuonista

Alessandro Manzoni, croupier cattobuonista

Alessandro Manzoni, croupier cattobuonista

Alessandro Manzoni, croupier cattobuonista

Ragnatele, credit Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

Alessandro Manzoni, croupier cattobuonista

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Alessandro Manzoni, il croupier dei matrimoni combinati, l’animale da salotto del secolo XIX°, il moralista cattobuonista nato da un conte e dalla figlia di Cesare Beccaria, è riuscito ad insinuarsi perennemente nell’istruzione scolastica italiana, surclassando altri autori sicuramente più interessanti.
I Promessi sposi sono il tedio di ogni studente che si rispetti e che debba avere a che fare con i paletti di una cultura acefala che esalta il valore storico del romanzo, glissando sui suoi macroscopici difetti: un descrittivismo eccessivo rinvenibile fin dalle prime pagine; una tendenza al macchiettismo superficiale nella descrizione delle figure umane piuttosto stereotipate; i continui interventi moralistici dell’autore che dà ossessive lezioncine non richieste al lettore; dulcis in fundo, l’assoluta passività statica di una Lucia Mondella che fin dal cognome chiarisce la sua missione di donna pura, monda appunto d’ogni peccato, come una novella madonnina totalmente agita, figura molto amata dai veterocattolici che, ovviamente, negano la sua passività.
Tra questi c’è anche tal Francesco Camplani, assegnista di ricerca presso l’Università di Macerata, e a quanto pare esperto in diritto. Sui social si improvvisa anche tuttologo e grande specialista in letteratura, dunque si scandalizza all’idea di una Lucia bambola e definisce disgustose le affermazioni di quanti sostengono che i programmi scolastici italiani sono politicizzati. L’aspirante cattedratico sostiene di non voler nemmeno rispondere e banna l’interlocutore.
C’è una nuova tendenza ultimamente: i ricercatori e i cattedratici si spostano sui social e innestano il loro snobismo e la loro attitudine a comandare, fuori dall’ambiente al quale sono abituati e dove fanno solitamente i baroni, ergo queste grandi menti si confondono con quelli che un tempo ritenevano consumatori di cinepanettoni, e ciabattano qua e là, alla ricerca di post sotto cui apporre la loro grande saggezza indiscussa, quindi arrivano tronfi, lanciano la loro pillola mononeuronale della grandezza di una supposta di vaselina, credendo di aver sganciato una bomba atomica e scappano, evitando ogni dialettica assente del resto in ogni buon ateneo italiota che si rispetti.
Ma di fatto i libri restano.
Lucia Mondella è un personaggio atono, lo stereotipo della perfetta cattolica, obbediente e fiduciosa in Dio e dalla bellezza non appariscente, insomma la donna da sposare, quella con cui si mette su famiglia, altro valore imprescindibile. La personalità di Lucia è schiacciata dall’ossessiva preponderanza di fede, speranza e cattomodestia.
Anche in Ermengarda, Adelchi, dove le passioni terrene sono definite empie, a Manzoni interessa mettere in luce la superiorità cristiana, non approfondire l’analisi psicologica della figura femminile. E Lucia non è nemmeno una donna-angelo come Beatrice perché quantomeno lo Stilnovismo concepiva l’amore platonico fuori dal matrimonio, invece ne I Promessi sposi siamo in piena saga veterocattolica in cui l’identità del personaggio va a farsi friggere totalmente in nome di un ideale utopico che stona pesantemente in un contesto storico.
Negare la passività di Lucia, significa non conoscere affatto la letteratura.
Inoltre sarebbe bello anche ogni tanto domandarsi perché un poeta come Papini non venga neppure preso in considerazione nella scuola italiana e perché di Leopardi si studino solo le poesie e mai le lettere e le opere filosofiche.
Papini, nonostante la bellezza della sua poesia, rimane un poeta imbarazzante perché fascista.
Le lettere e le opere filosofiche di Leopardi che criticano i mediocri della letteratura considerati geni, sono troppo scomode per studenti che devono introiettare l’idea che il sistema premi solo i meritevoli.
Il fascismo altresì non impedisce agli insegnanti di declamare La pioggia nel Pineto o di invitare gli studenti a sorbirsi il disgustoso superomismo dannunziano, mentre solo un sospetto mai provato ha costretto il grande Silone a pubblicarsi Fontamara da solo, questo perché l’italietta è un Paese pieno zeppo di contraddizioni e di accademici esperti in zuppe fritte di tuttologia imparentata stretta con la tautologia.

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Comment (1)

  1. Mariano Grossi

    Se potete state boni
    ed allor leggiam Manzoni!
    Se ci fan la vita a priso
    tanto poi c’è il Paradiso,
    mentre il pazzo di Girgenti
    fa la carie a troppe menti,
    il riscatto di un Mattia
    roba da buttare via!
    Per i bulli d’Accademia
    serve una cultura astemia
    buona per i bacia-pile
    tipo Croce oppur Gentile!

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