Scuola, abbigliamento decoroso, polemiche

Scuola, abbigliamento decoroso, polemiche

Scuola, abbigliamento decoroso, polemiche

Scuola, abbigliamento decoroso, polemiche

Sistema roso, credit Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

Scuola, abbigliamento decoroso, polemiche.

 

 

Una delle prime strategie utili alla manipolazione delle masse è la distrazione, lo spostamento programmato e strategico del focus dell’attenzione, da questioni fondamentali e importanti, a questioni di superficie che tutti possono capire e commentare ma che non hanno nessuna reale consistenza e profondità.
Così i giornali, abili esecutori della strategia distrattiva di quella che potremmo tranquillamente chiamare pseudo-filosofia del contorno, propagandano notizie insignificanti che vengono reiterate ad hoc con frequenza più o meno continua ed ossessiva, anche nei social.
Così vediamo articoli interi dedicati alla professoressa di Cosenza che copre con il nastro adesivo gli strappi dei jeans di una studentessa, ed è subito polemica.
Poi altri articoli stile catenella di Sant’Antonio, sull’opportunità o meno di indossare a scuola minigonne, top che lasciano scoperta la pancia et similia.
Si discute sempre ed unicamente dell’apparenza e della forma, mai dell’essenza. E ci si riempie la bocca con paroloni come “decoro”, “educazione”, etc.
Si pigola di continuo su stupidaggini che fanno ridere pure i capponi prima di finire in padella.
Le giovani-vecchie trombone sussiegose e gottose, serie si stava meglio quando si stava peggio, si accigliano e puntano il dito artritico contro la corruzione dei nostri tempi e degli studenti, tirando loro dentiere e anatemi tra peti e clisteri anti-costipazione. Gli anziani vetero-tuttologi, tra i patemi e gli eczemi, alzano i capini semiaddormentati dalle nuvole di taffettà e li fanno oscillare leggermente in segno di disapprovazione e nostalgia per i bei tempi in cui le insegnanti come si deve, li bacchettavano sulle mani per insegnar loro ad essere educati o li punivano facendoli inginocchiare sul sale grosso. Caspita, quelli sì che erano bei tempi! Allora sì, che la scuola funzionava a dovere, quando si portava tutti la camicetta nera, i treni arrivavano in orario e si rispondeva all’appello come se si stesse in un carcere di massima sicurezza.
Docenti stile fascio-catto tuonano contro studenti immorali che non rispetterebbero il tempio della cultura che sarebbe la scuola, concepita come una chiesa o peggio, una sorta di costrizione collettiva in cui si debba curare il “decoro”, che concetto confuso, secondo principi del tutto arbitrari, opinabili a seconda dell’epoca storica e della formazione.
Per anni ho letto Platone coi jeans strappati, perlopiù vecchi pantaloni recuperati nell’ottica del non si butta via niente e poi sono pure carini, senza sapere di poter essere giudicata indecorosa dal mainstream o senza intuire che ci potesse essere qualcuno pronto a tappare con l’adesivo i buchi dei miei jeans. Ho sempre pensato che la cultura sia capire non apparire, anche perché l’apparenza tradisce subito l’essenza soltanto nelle persone banali, ma non tutti sono banali, in alcuni c’è un gap tra ciò che sembra e ciò che è, anche perché l’elaborazione del ciò che sembra avviene sempre soggettivamente nella testa di chi possiede l’occhio che guarda. Lì sta la perversione e forse pure un poco di invidia del corpo.
Per la pseudo-filosofia del contorno, il decoro consiste nel non portare abbigliamento giudicato “non consono”, come se queste due parole possano avere un senso logico definito e certo. Da una parte si strombazza sulla opportunità di fare ciascuno come gli va, concedendo agli uomini di vestirsi anche da donna, perché no, e dall’altra si definiscono immorali le ragazze che indossano dei jeans strappati. Forse la possibilità di vestirsi a proprio piacimento, anche in modo bizzarro e fuori dagli schemi, è concessa solo agli uomini con esclusione dell’altra metà del cielo? La donna ha ancora nel 2022 doveri di moralità che l’uomo non ha?
Poi arrivano i saputelli italioti che invocano a gran voce l’esigenza di una divisa uguale per tutti, come avviene nella saggia Albione dove, a detta di costoro, tutti andrebbero costumati a scuola, con divise consone e decorose.
Ma questi soggetti sono mai stati in Inghilterra?
A parte il rigore delle scuole cattoliche che impongono orribili divise con gonne lunghe fino ai piedi, le divise che molte studentesse inglesi indossano a scuola, vengono tranquillamente “adattate”, diciamo così. Le studentesse, non tutte ovviamente, ma molte, hanno l’abitudine di arrotolarsi la gonna della divisa sui fianchi, per renderla molto più corta. Alcune esagerano, tanto che è possibile vedere le loro mutande al vento, ma nessuno ci fa caso più di tanto, perché gli inglesi hanno un rapporto meno sessuofobico con il corpo la cui esposizione non è vista come peccaminosa come in Italia, paese cattolicissimo e dunque bigotto.
Per farla breve, il giornalismo che continuamente parla di stupidaggini formali e poco dei reali problemi della scuola italiana, problemi che sono davvero tanti, molti dei quali irrisolvibili, non fa informazione, ma distrazione iper-informante di un popolino che, tutto impegnato a commentar le spezie-facezie di un pasto avariato, dimenticando di esser vivo, non si accorge di quanto il pranzo sia cattivo.

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Video – The Black Star of Mu

Christ was a female

Rivista Destrutturalismo

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

 

 

Comments (3)

  1. Mariano Grossi

    Per tappar le vuote teste
    occupiamci della veste.
    Scuola in man ai baciapile
    riformata da Gentile.
    Qui c’è pure qualche allocco
    anelante ai dì di Rocco!
    Quello sì, codice serio:
    guai a commettere adulterio!

  2. roberto marzano

    Eccerto! 🙁

  3. roberto marzano

    RAGGI X

    Sempre inginocchiati in prima fila
    attenti a rispondere con prontezza
    alla Parola del Signore e alle altre giaculatorie
    zelanti paladini di Fede e Famiglia
    non disdegnano affatto di contemplare
    dietro le vili lenti fotocromatiche
    le acerbe terga di ragazzine inconsapevoli
    d’esser sottoposte ai raggi X
    mentre si appropinquano al corpo di Cristo
    all’oscuro che sia il loro di corpo
    a interessare a quei vecchi porci
    che sbavano untuosi di nascosto
    mentre biascicano lascivi
    la loro ostia.

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