Nori, Orsini, una non-notizia

Nori, Orsini, una non-notizia

Nori, Orsini, una non-notizia

Nori, Orsini, una non-notizia

Nori, Orsini, una non-notizia, credit Antiche Curiosità©

 

Lucio Pistis & Sandro Asebès©

 

Nori, Orsini, una non-notizia

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Tra i più chiari ed inequivocabili sintomi di decadenza di una civiltà ci sono sicuramente le amplificate ostentazioni di verità rivelate tradenti una libertà incatenata.
I mezzi di diffusione del Vangelo rivelato secondo il Dio Mainstream sono cinque: televisione, giornali, radio, libri, e indirettamente social network che hanno un potere di amplificazione non trascurabile. Per questo motivo il potere dominante usa i social per parlare di ciò che accade in tv. L’insistenza ossessiva con cui si discetta sulla fine del povero corso universitario di Nori relativo a Dostoevskij o dei pareri di Orsini, peraltro condivisibili, parte dai giornali e dalla tv e poi, come un morbo contagioso, si propaga nella rete. Il mainstream, appurando che la tv la vedono due vecchiette e tre casalinghe depresse, si sposta in rete, butta un amo e tutti i pesci abboccano. Invece di parlare della guerra, intuendone le ragioni storiche e geopolitiche, si parla di Nori e di Orsini, che, facciamocene una ragione, non sono nati sotto il pero della meritocrazia, sono bensì sistema anch’essi.
L’alta borghesia monopolizza tutti gli spazi dell’informazione. Ogni tanto, in seno alla sua stessa classe, c’è qualcuno che viola la regola non scritta della casta e si permette di esprimere un parere che i piani alti non approvano. È chiaro che viene censurato. La borghesia censura la borghesia, ma non c’è nessuna notizia, non c’è nessuno scandalo.
Se ti prendi lo stipendio che un operaio impiega due mesi a tirar su lavorando, per comparire un breve tempo già deciso in tv, è chiaro che devi seguire una scaletta e un binario già tracciato.
Orsini non veniva pagato dalla Rai per dire il suo reale parere, ma per spappagallare la versione dominante sulla guerra, esattamente come tutti gli scrittori e gli intellettuali che compaiono in tv. Non dicono ciò che pensano, ma ciò che il sistema vuole che dicano. Possono pensare ciò che credono, ma non vengono pagati per pensare, bensì per convincere gli spettatori che la versione del potere è quella giusta. Sono esperti a pagamento, come mercenari che combattono per chi offre di più. Ma è stato così da sempre. Pensate che Orazio, Virgilio e Tito Livio fossero intimamene convinti che Ottaviano Augusto fosse la soluzione dei mali della repubblica romana in crisi di autoconsunzione? Erano lì stipendiati per fare propaganda, altrimenti avrebbero fatto la fine dei Cornelio Gallo, degli Ovidio esiliati a Tomi o suicidi per disposizione ricevuta come i Lucano.
Lo stesso Leopardi, uno dei pochi intellettuali liberi dell’Ottocento, ancora per molti versi inviso da alcuni accademici, si meravigliava che Virgilio fosse più famoso di Lucano:

 

E mi ricordo del tempo della mia giovinezza; quando io leggendo i poemi di Virgilio con piena libertà di giudizio da una parte, e nessuna cura dell’autorità degli altri, il che non è comune a molti; e dall’altra parte con imperizia consueta a quell’età, ma forse non maggiore di quella che in moltissimi lettori è perpetua; ricusava tra me stesso di concorrere alla sentenza universale; non discoprendo in Virgilio molto maggiori virtù che nei poeti mediocri. Quasi anche mi maraviglio che la fama di Virgilio sia potuta prevalere a quella di Lucano. Vedi che la moltitudine dei lettori, non solo nei secoli di giudizio falso e corrotto, ma in quelli ancora di sane e ben temperate lettere, è molto più dilettata dalle bellezze grosse e patenti, che dalle delicate e riposte; più dall’ardire che dalla Verecodia; spesso eziandio dall’apparente più che dal sostanziale; e per l’ordinario più dal mediocre che dall’ottimo (Operette Morali, Il Parini ovvero della gloria, Laterza, 1928, pp. 88-89).

 

Se Orsini dice la sua e non viene ricontrattualizzato, tutti si scandalizzano. Ma perché? Che senso ha scandalizzarsi del sistema che ha ogni tanto una cellula giudicata folle e che quindi sottopone a censura?
Dov’è la novità?
La gente pensa forse che la Rai paghi gli scrittori per esprimere la loro libertà di pensiero?
Se un intellettuale va alla Rai, è già dentro il sistema, è sistema egli stesso. Se insegna all’università, è più che mai sistema… (Continua su Destrutturalismo n. 5).

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

 

 

Comment (1)

  1. Mariano Grossi

    Orsini, Nori, tutti nei guai
    senza contratto di mamma Rai
    senza spiegare cos’è “L’idiota”
    all’ignoranza dell’Italiota.
    Mai pachidermi tra vetri Boemia
    questa è la legge dell’Accademia!

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