A ridosso del Big Bang

A ridosso del Big Bang

A ridosso del Big Bang

A ridosso del Big Bang

L’immobile, credit Mary Blindflowers©

 

Paolo Durando©

A ridosso del Big Bang

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XVII. LA STELLA

 

Giusto a ridosso del Big Bang
ci fu un attimo
che li riversò nei molteplici,
di pensiero in pensiero
nella feconda partenogenesi
di mattini di primavere,
visi rinascimentali, strade del Gabon,
sky-line di metropoli future,
oasi e tsunami,
tetti di villaggi provenzali
e ogni altra cosa.
Sempre e solo quark, gluoni, mesoni,
di esistenti-inesistenti,
estroflessione di un altrove retrostante.
Sono in tanti, fintamente diversi,
le mani prensili nel gioco di specchi.

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XVIII. LA LUNA

 

Come anguille sottili, bisce mentali
di argenti estesi, panie di non-senso,
trappole per i vivi e per i morti.
E’ immobile e silenziosa la città nella notte,
palazzi come cadaveri rosi dall’interno,
grigi accumuli di materia in altri tempi organizzata.
La luce discende morbida arrotolandosi
su vette e alberi, persone e animali.
Vita d’argento, scaturigini dell’energia.
Timidi risentimenti. Parole e slanci frenati
nello schematico proseguo del copione quotidiano.
Vedere l’obiettivo ma temere
l’inciampo nelle reti nascoste
allestite da chi odia e invidia,
di chi vuole che seguiate il suo passo.
E finire nel regno dell’imprevedibile,
dove le decisioni sono apparenti,
le risoluzioni provvisorie,
dove il pianto si volge in riso
in un battito di ciglia,
dove una promessa si rivela
un tradimento.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

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