Erich Neumann, tre saggi

Erich Neumann, tre saggi

Erich Neumann, tre saggi

Erich Neumann, tre saggi

Erich Neumann, La psicologia del femminile, Astrolabio, 1975, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

Erich Neumann, tre saggi

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La psicologia del femminile di Erich Neumann si compone di tre interessanti saggi a tema: Gli studi psicologici dello sviluppo femminile; La luna e la coscienza matriarcale e Il flauto magico di Mozart.
Tutti e tre i saggi sviluppano tematiche attualissime nell’analisi del rapporto tra matriarcato e patriarcato su cui i lavori, da diverse prospettive, si basano.
Si inizia dunque con l’analizzare la simbologia dell’uroburo, mitico serpente che si morde la coda, per metaforizzare il primo stadio dello sviluppo sia maschile che femminile. Specifica infatti Neumann che, originariamente, la situazione psichica degli individui di entrambi i sessi, presenta una fusione, “un non-essere-ancora-diviso dell’Io dell’inconscio”.
L’autore dice di preferire l’uroburo per spiegare questa situazione iniziale, anziché parlare direttamente di inconscio, per far capire al lettore la dinamicità in potenza racchiusa nell’essere originario in cui emerge la Madre buona, nutrice, protettrice. La Grande Madre o uroburo matriarcale è la prima ad influenzare il bambino. Soltanto successivamente questi sperimenta la madre come diversità ed estraneità. Il rapporto originario deriva dall’archetipo materno, modello di ogni participation mystique. Ma all’interno del rapporto originario embrionale, il piccolo sperimenta come percorso identitario, la dicotomia tra maschile e femminile. Il maschile e il femminile si staccano dal rapporto originario per consolidare il proprio sé.
Neumann descrive questo percorso con una terminologia abbastanza accessibile anche ad un lettore non troppo ferrato perché spiega passo per passo come si arrivi ad identificare il maschile con la coscienza e il femminile con l’inconscio, avvalendosi di esempi pratici tratti dalla mitologia classica e spiegando in modo semplice il concetto di autoconservazione del femminile e dell’irruzione dell’uroburo patriarcale come soggiogamento del femminile stesso, pericolosamente fissato all’idea del padre eterno e di conseguenza della Vergine legata all’uomo-dio, poeta o veggente, in un rapporto che la vede passiva: in questa costellazione permane la componente esaltante del rapporto tra il piccolo femminile e il grande maschile, ma non viene mai superato un certo infantilismo e filialità. Soltanto quando la donna si emenda psicologicamente dall’intervento del maschile e dalla sua dipendenza dall’eroe, perviene alla propria autonomia.
Scrive Neumann:

 

Le conseguenze negative del patriarcato per il femminile costituiscono un circolo vizioso nel quale il maschile costringe la donna con la forza entro i limiti del solo femminile e le impedisce un rapporto genuino con la cultura patriarcale, respingendola nel ruolo di creatura inferiore e di secondo rango.

 

L’imprigionamento della donna dentro l’uroburo patriarcale è di fatto avvenuto anche nella società occidentale dove il femminile tuttora fa fatica a liberarsi dal dominio maschile, dato che la società è basata sul patriarcato.

Alla donna è stata concessa l’intuizione creativa e il subconscio legato alla luna, simbolo maschile e femminile ma maggiormente legato al femminino e al mistero della notte.
Neumann analizza la simbologia lunare ma non sempre perviene a risposte soddisfacenti e credibili, anzi in alcuni punti omette, nella sua visione psicanalitica, dati storici importanti, rapportando tutto alla sola psicanalisi dimentica della storia:

 

Il femminile attua concretamente la fase della coscienza matriarcale e la sua simbologia e ama, diviene gravido, partorisce, nutre, cura etc., ed è femminile verso l’esterno e non dentro di sé. È possibile che la minore attività spirituale visibile della donna, la mancanza di opere creative in confronto con l’uomo, dipenda da questa tendenza. Essere il luogo d’origine della vita nella gravidanza e nella nascita… sembra al femminile… sufficientemente creativa?… Da questo punto di vista il maschile… è di un gradino avanti al femminile in quanto per sua natura può vivere la coscienza matriarcale solo come stadio spirituale e non come concretezza corporea.

 

Il femminile si accontenterebbe da un punto di vista creativo di dare la vita con il corpo? La gravidanza corporea sostituirebbe in modo soddisfacente l’atto spirituale creativo? Ma qui si ignora totalmente che la donna storicamente è stata nei secoli passati condannata dall’uomo alla maternità e al matrimonio, costretta a tralasciare eventuali occupazioni intellettuali. Per esempio la sorella di Mozart, al pari del fratello, aveva un precoce talento musicale e componeva anche bene, ma fu costretta a rallentare le sue attività artistiche per sposare nel 1784 il Barone Johann Baptist von Berchtold zu Sonnenburg, che di certo non era molto interessato al suo genio. Della musica di Maria Anna Mozart non rimane nessuna traccia. Il fratello invece è considerato un genio assoluto. E chi ci dice che non lo fosse anche lei?
Quindi il maschile non è un gradino avanti al femminile, è stato solo favorito da una società rudemente patriarcale che ha condannato la donna alla concretezza corporea, scoraggiandola dal dedicarsi ad attività creative, appannaggio dell’uomo.

Il confronto tra mondo patriarcale e matriarcale viene altresì esaltato da Neumann nell’analisi del Flauto magico di Mozart, opera massonica giocata tra Natura e Ragione, iniziatica e altamente simbolica in cui avviene la coniunctio tra maschile e femminile, superando il contrasto come soltanto l’arte sa fare.
Senza anticipare troppo, direi che vale la pena di leggere anche questo terzo saggio, perché la psicanalisi applicata allo studio delle opere letterarie e musicali, può avere una certa efficacia ed eviscerare contenuti importanti che sfuggono ad un primo sguardo.

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