Riti e costumi degli ebrei

Riti e costumi degli ebrei

Riti e costumi degli ebrei

Riti e costumi degli ebrei

Riti e costumi degli ebrei, 1801, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

Riti e costumi degli ebrei

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Riti e costumi degli ebrei confutati dal dott. Paolo Medici, pubblicato a metà Settecento e poi ristampato più volte in edizioni successive, è un libro che descrive punto per punto, come recita il titolo stesso, riti e costumi degli ebrei con l’aggiunta di ciò che l’autore chiama “confutazione”. Non voglio discutere sul valore del tutto relativo e di parte delle confutazioni di Medici perché questi era un ebreo che poi si è convertito al cristianesimo e perché discute riti e usanze sulla base di una interpretazione della Bibbia che si sa è differente per i cristiani e per gli ebrei, quindi è come discutere di lana caprina, dato che ogni religione pretende di essere nel giusto. La maggior parte delle confutazioni dell’autore si basa infatti sulla critica della letteratura rabbinica che interpreterebbe la Bibbia un po’ troppo alla lettera, ignorando l’arrivo del Messia come liberatore dalle tradizioni precedenti alla sua venuta.
Però  Medici ha quantomeno il buon gusto di dividere la confutazione dalla descrizione dei riti e delle usanze, anche se ogni tanto butta dentro la descrizione qualche commentino risentito. È la parte descrittiva a fare del testo comunque un documento interessante che vale la pena di leggere, superando le opinioni personali dell’autore. La descrizione mostra tradizioni e usanze che chi non è ebreo non conosce e affronta ogni aspetto della vita di un ebreo, dalla cerimonie che venivano fatte in occasione della nascita fino alla morte, dagli abiti alle prescrizioni alimentari, dal bagno della sposa sette giorni prima delle nozze, alla subordinazione della donna al potere maschile, dalla celebrazione del sabato e delle altre feste, alla interpretazione e importanza attribuita ai sogni, etc.
Medici riporta anche aneddoti curiosi per confutare la letteratura rabbinica che ha in odio, e cita degli esempi tratti dal Talmud, tra cui Trattato Cholin, cap. 3 in cui apparirebbe un dio pentito. Dio avrebbe fatto sole e luna con una luce che aveva la medesima intensità, ma poi avrebbe diminuito la luce lunare, comprendendo di aver commesso un peccato. Tutto è capitato per colpa della luna stessa che si sarebbe recata da Dio lamentandosi che due re non possono servirsi di una medesima corona, ossia che non trovava giusto, che il sole avesse una luce identica alla sua. Dio allora le rispose: “partiti e impicciolisciti” e da quel giorno la luce della luna è più fiacca di quella del sole. La luna ha anche protestato contro Dio per questa decisione. Quando Dio vide che in alcun modo poteva placare il risentimento della luna, ordinò agli Ebrei di offrire un’oblazione per lei, per ricompensarla della sottratta luminosità.
Medici però non sopporta l’idea di un dio che si pente e da qui parte la sua confutazione.
Interessante è anche la festa degli azzimi, quando gli ebrei facevano il pane non lievitato per ricordare la liberazione dal giogo egiziano. Impastavano focacce e pani, e la sera avanti la vigilia della festa portavano alcuni pezzetti di pane in vari posti della casa. Il padre di famiglia con un lume, una scodella e una penna andava a cercarli per casa e quando li trovava li metteva assieme alla penna dentro la scodella dove il pane rimaneva conservato fino alla mattina seguente che era “il giorno quattordicesimo della luna di marzo alle ore 14 incirca”. In questo tempo, dopo pranzo, si andava fuori, in una corte, si accendeva una fascina o altro che facesse fiamma e vi gettavano il pane che avevano trovato la sera antecedente nelle varie parti della casa, quindi recitavano una orazione in lingua caldea. Da quel momento si astenevano dal mangiare pane fermentato fino alla fine della Pasqua.
La descrizione dei rituali è precisa e piena di curiosità e si palesano anche le ragioni di certe prescrizioni alimentari, come per esempio, il divieto di mangiare sangue. Secondo i rabbini l’ingestione di sangue animale era propria alle potenze demoniache, per cui non ci si poteva nutrire di carni di bestie uccise per soffocamento:

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Non solamente il cibarsi di sangue, ma eziandio il mangiare la carne di una bestia suffocata, era manifesto indizio… di familiarità con il Demonio, perché credono essi che il sangue fosse cibo di essi Demonj, mangiando la carne mescolata con esso sangue racchiuso nelle vene, come succede nella carne del suffocato, credevano di mangiare il cibo dei Demonj o di stringere con quelli amicizia indissolubile.

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Molte di queste prescrizioni saranno rimaste invariate, specie quelle alimentari, altri rituali magari si saranno evoluti con il tempo o avranno subito modifiche. Quello di Medici, anche se di parte e quindi poco obiettivo nei giudizi, (cercare obiettività e distacco super partes nei libri antichi è del tutto inutile) resta comunque un libro da leggere.

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Comments (2)

  1. giancarlo rosati

    Lo trovo molto interessante. E credo che si giocasse con l’ignoranza della gente che accettava tutto.

  2. Angelo Giubileo

    La storia del sole e della luna dimostra come “i più antichi progenitori” (cit. Aristotele, Metaphysica), compresi quindi anche gli antichi ebrei, fossero fondamentalmente “scettici”.

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