Polemica Sismondi-Manzoni, asservimento

Polemica Sismondi-Manzoni, asservimento

Polemica Sismondi-Manzoni, asservimento

Polemica Sismondi-Manzoni, asservimento

Teologia moralis, manuscript, 1850 ca. credit Antiche Curiosità©

Mary Blindflowers©

Polemica Sismondi-Manzoni, mentalità dell’asservimento

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Carlo Muscetta nella disorganica e confusionaria introduzione a Manzoni, opere di Francesco De Sanctis, accenna vagamente alla polemica Sismondi-Manzoni:

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Per compiere la ricostruzione della poetica manzoniana, De Sanctis accenna ai rapporti tra le Osservazioni sulla morale cattolica e i Promessi sposi. Mentre nel terzo saggio la Morale cattolica è ricordata solo come «modello astratto e scientifico» del mondo ideale da cui discende Lucia, padre Cristoforo e il Cardinal Borromeo, tutta una lezione, la decima, è dedicata a esporre la polemica Sismondi-Manzoni.

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Jean Charles Léonard Simonde de Sismondi (Ginevra, 9 maggio 1773 – Ginevra, 25 giugno 1842), era uno storico ginevrino, corrispondente dell’Istituto di Francia, dell’Accademia Imperiale di San Pietroburgo, dell’Accademia Reale di Prussia, delle Accademie Italiane di Wilna, Cagliari, dell’Accademia dei Georgofili, di Ginevra, Pistoia e via dicendo. Questo personaggio altolocato e influente, amico di M.me de Staël e che poteva entrare anche nella casa del diavolo, nella sua Storia delle Repubbliche Italiane del Medio Evo, sostenne che il cattolicesimo e il potere ecclesiastico, che richiedono una sottomissione irragionevole, hanno influenzato molto negativamente la mentalità italiana fin dal Medioevo, una verità ancora oggi abbastanza evidente. Lo storico, nella sua lucida analisi, traccia, tra le altre cose, una distinzione molto importante tra teologia e filosofia morale:

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L’unité de foi, qui ne peut résulter que d’un asservissement absolu de la raison à la croyance, et qui en conséquence ne se trouve dans aucune autre religion au même degré que dans la catholique, lie bien tous les membres de cette église à recevoir les même dogmes, à se soumettre aux mêmes decisions, à se former par les mêmes enseignements… Il y a sans doute une liaison intime entre la religion et la morale… Cependant la philosophie morale est une science absolument distincte de la théologie…

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Manzoni, sempre devoto al potere cattolico a cui doveva il suo grande successo, scrisse Le Osservazioni sulla morale cattolica per cercare di confutare Sismondi, lavoro che compilò su insistenza del suo amico e confidente monsignor Luigi Tosi. Lo stesso Manzoni precisa:

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Questo scritto è destinato a difendere la morale della Chiesa cattolica dalle accuse che le son fatte nel cap. CXXVII della Storia delle Repubbliche Italiane del medio evo. Ivi s’intende provare che la corruttela dell’Italia deriva in parte da questa morale. Io sono convinto che essa è la sola morale santa e ragionata, che ogni corruttela viene anzi dal trasgredirla, dal non conoscerla, o dall’interpretarla al rovescio, che è impossibile trovare contro di essa un argomento valido: ed ho qui esposte le ragioni per cui non ritengo tale alcuno di quelli addotti dall’illustre autore di quella Storia.

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Siccome però Sismondi era personaggio potente, il Manzoni, precisa e a più riprese, la sua stima verso l’autore, definendo con affettazione e davvero finta modestia, la sua “un’opericciuola” tesa a confutare soltanto la parte riguardante le affermazioni del ginevrino sulla Chiesa e non altro, quindi da buon italiano che non può inimicarsi nessuno, il bravo Alessandro, inizia a lodare stucchevolmente il critico con gran profusione di parole e giri inutili di stucco che nascondono il trucco di una mentalità sempre sussiegosa coi potenti:

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… se non avrò osservati in quest’opericciuola i più scrupolosi riguardi verso l’Autore che prendo a confutare, ciò sarà avvenuto contro la mia intenzione: io spero però che ciò non sarà avvenuto; e rigetto anticipatamente ogni interpretazione meno gentile di ogni mia parola… Il lettore troverà talvolta che la confutazione abbraccia più cose che l’articolo confutato: in questo caso lo prego di avvertire ch’io non intendo di attribuire all’illustre autore più di quello ch’egli abbia espressamente detto… Notare in un’opera di gran mole e di grande importanza quello che si crede errore, e non far cenno dei pregi che vi si trovano, non sarà forse ingiustizia ma mi sembra almeno discortesia… Non dovendo io citare la Storia delle Repubbliche Italiane che per contraddire ad una parte di essa, mi affretto di attestare brevemente la mia stima per tante altre parti di un’opera, di cui il minimo pregio sono le laboriose ed esatte ricerche… Senza ricevere tutte le opinioni dell’illustre autore, non si può non sentire quante parti della politica, della giurisprudenza, dell’economia e della letteratura sieno state da lui vedute da un lato sovente nuovo e interessante, e, quello che più importa, nobile e generoso.

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Manzoni in realtà sciorina argomenti piuttosto triti per difendere la Chiesa cattolica, tanto che la sua confutazione basata sulla verità evangelica, appare piuttosto debole, specie in quella parte in cui cerca malamente di giustificare la fede come un atto dettato dalla ragione, citando San Paolo e stigmatizzando il dubbio come assurdo. La sottomissione del fedele è vista come “una necessità logica” e la distinzione tra filosofia morale e teologia che Sismondi modernamente sostiene, è dal Manzoni aborrita in nome di una prepotenza dottrinale citazionista che non potrebbe convincere nessun essere ragionevole. Scrive infatti:

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Quando Gesù Cristo disse agli Apostoli: istruite tutte le genti… insegnando loro di osservare tutto quello che vi ho comandato, egli ingiunse espressamente alla Chiesa di impadronirsi della morale… Egli unì la filosofia morale alla teologia, toccava alla Chiesa il separarle?

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Insomma la Chiesa che detta legge in materia di morale, si insinua nelle coscienze per dire loro cosa devono fare, sarebbe cosa santa e giusta, proveniente direttamente da Cristo, la religione sarebbe logica, la neve calda e il sole freddo.

Le critiche del Sismondi, costruite lucidamente e ben argomentate, non potevano di fatto, essere confutate. La storia gli ha dato ragione.
Il risultato che ha ottenuto Manzoni, che, Promessi Sposi a parte, ho sempre trovato detestabile, è un’opera noiosa che reitera all’infinito fin dal primo capitolo le verità preconfezionate della Chiesa Cattolica la cui nefasta influenza in Italia è ancora, purtroppo, molto pesante, causa non ultima di decadenza e arretratezza.

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