Di Mary Blindflowers©
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Mosche dal buco di serrature glabre
Preferiranno altri a te,
altri che soli non potranno cavare
mosche dal buco di glabre serrature,
iatture semiambulanti,
snaturate nei segni, decriptanti bambole loquaci incapaci,
vampiri distanti nel cerchio,
e come ti giri
il mondo svaria,
restando identico a se stesso,
cicerchio a gabbia aperta,
si prende aria, infatti,
senza coperchio, all’erta
ci si scambia il freno,
ma forse, in fondo, nemmeno.
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Sulle mine
Sulle grondaie assiepati noccioli di pera
uccelli al fuorisacca in belvedere
c’era e non c’era una stanca chimera d’attese
nello sbigottito austero peso delle offese,
eccome si bivacca all’artigliere,
il tempo ci tradisce in marchi di cera fine,
la diva è solo un concetto primitivo
che sostituisce il cerone al mito vivo,
e tutto muore, si distacca,
si cammina eternamente sulle mine.
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I vetri delle consustanziazioni
Violati i vetri delle consustanziazioni,
i plettri di musiche scontate,
le divinità già regalate
alla citrulla specie della fama,
resta il contorno delle cose,
acquoso, indefinito come lama,
il troglodita ansito sottile,
l’ancoraggio delle rive sulla linea d’acqua,
e che il mondo che mi ha escluso
poi si tacqua.
Avanti, fatevi coraggio,
non è nulla,
il nero a volte chiama
le sue dive
nascoste dentro l’ordito delle pive.
Avanti, fatevi coraggio,
siete al centro, vi si ama,
a noi resta il contorno, l’ammaraggio,
duro definito come trama,
che nell’ordito geme, chiama,
poi affonda al collo la sua fredda lama.
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La Biennale di Roma
Inutile avvisare l’amministrazione della ruggine,
raschiare fondi lisi,
trovare un senso ai nuovi paradisi,
il ferro lucidato è finto,
tutto il mondo in mostra tinto
geneticamente modificato nell’imbuto,
ma è nel gap del portafoglio,
è l’erba voglio, cresce
dove il sole e il business mesce,
per 400 soli pezzi
troverete chi vi apprezzi.
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DESTRUTTURALISMO Punti salienti
Bella. mi piace.