Il vampiro emotivo, no, grazie

The Emotional Vampire

Il vampiro emotivo, no, grazie

Di Mary Blindflowers©

Il vampiro emotivo mixed media on paper by Mary Blindflowers©

 

Il vampiro emotivo o emozionale che dir si voglia, trova nei social una sua collocazione base che gli consente di dare il programmato tormento a soggetti tendenzialmente aperti al dialogo e al sostegno dell’altro, soggetti in cui è facile instillare giorno dopo giorno, sensi di colpa per non essere stati in grado di aiutare, di sostenere, di mostrare sufficiente ed empatica solidarietà umana, etc.

Il vampiro individua le sue vittime e inizia a bombardarle con richieste d’aiuto, instaurando con loro una confidenza veloce nata dall’intuizione nell’altro della disponibilità e della bontà innate e istintive.

Quindi, una volta instaurato un minimo di confidenza, procederà con l’enumerazione sistematica dei mali che lo affliggono, saturando gli attributi della vittima con le vicende sfortunate della sua vita, unica, irripetibile, straordinaria, particolarmente sfortunata, ricamando e anche in parte inventando storie per rendersi più interessante e coinvolgere l’altro creando un legame di affinità.

Si tratta di individui disturbati che hanno avuto qualche trauma emotivo e utilizzano l’altro come sfogo specialmente nei momenti di acuzie. Ovviamente oggettivizzano la loro vittima che è ridotta a livello di orecchio che ascolta, stampella che sostiene quando c’è bisogno, salvo poi latitare completamente nel caso sia la vittima ad avere bisogno di qualcosa, perché il vampiro prende e non dà nulla né in termini di amicizia né in termini di comprensione umana e cercherà l’oggetto delle sue confidenze, solo quando sentirà di aver bisogno di aiuto, e lo farà anche compulsivamente, totalmente incurante delle esigenze altrui. Così frantumerà la pazienza e gli zibidei del buono di turno con un egocentrismo sfrenato che lo vedrà sempre al centro di sfortunati complotti, orditi contro di lui da tutti, nessuno escluso, familiari compresi.

I vampiri emotivi sono psicotici generalmente non aggressivi che stressano e succhiano le energie vitali di chi si rende pronto ad ascoltarli, letteralmente sfinendoli in un tour de force in cui l’amicizia e il sostegno sono sempre unilaterali, dato che il vampiro è soltanto un abile manipolatore che crea un ricatto affettivo forte nella vittima e ignora totalmente i suoi bisogni al punto di contattare l’oggetto della sua comunicazione unilaterale a qualsiasi ora e per qualsiasi motivo, salvo poi sparire se trova un’altra vittima-sostegno -sostituto che gli dedichi magari più tempo e dedizione.

Il malcapitato si convincerà realmente di poter aiutare il vampiro, cosa del resto impossibile e già molto difficile anche per un esperto psichiatra, e rimarrà preso nella rete come una mosca col ragno.

La chat dei social si presta molto bene agli scopi del vampiro emozionale che così può anche inventarsi una vita senza che l’interlocutore possa sapere se mente o dice il vero e giocare senza inciampi, recitare, ricamare su se stesso con arroganza e superbia. Naturalmente tutto gli è dovuto, il succhiasangue non prende in minima considerazione il fatto che l’altro possa averne abbastanza del suo egocentrismo e abbia una vita propria da salvaguardare.

La cosa migliore da fare e che forse potrebbe sembrare anche crudele, è tagliare i ponti con il vampiro, per difendere la santa omeostasi del proprio io da persone per le quali nulla si può fare, tranne che consigliare loro un bravo specialista.

Una sana crudeltà non ha mai ucciso nessuno. Improvvisarsi crocerossine serve veramente a poco, tranne che a ripetere inutilmente a se stessi: “ma che brava persona che sono, che brava…” A forza di ripeterlo c’è pure gente che finisce con il crederci davvero.

https://antichecuriosita.co.uk/manifesto-destrutturalista-contro-comune-buonsenso/

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