L’ufficializzazione del senso non ha senso

Literary plagiarism, mixed media on canvas by Mary Blindflowers©

L’ufficializzazione del senso non ha senso

Di Mary Blindflowers©

Literary plagiarism, mixed media on canvas, by Mary Blindflowers©

 

Il comune buon senso ha impellente e costante necessità dell’ufficializzazione del senso, del filtro accreditato attraverso il quale è possibile ostentare un parere, al 90 per cento, finto. C’è un sostanziale e vuoto dilettantismo di massa che impedisce la fruizione della vera arte. L’arte diventa un oggetto soggetto al crisma incontestabile dell’ufficialità. Se è ufficiale che un artista sia artista, perché lo ha detto Qualcuno che conta, quell’artista è artista, se invece lo stesso non ha dietro nessuno che possa tenergli il bordone, l’arte chissà se sarà arte, l’artista chissà se veramente sarà un artista, insomma non si sa, non si sa perché non ha il marchio dell’ufficialità e quindi i benpensanti si scansano, cercando di non esprimere nessun parere soggettivo, perché se poi questo parere soggettivo non dovesse coincidere con quello ufficiale, sarebbe un guaio. Che poi il marchio accreditato di qualità artistica sia stato elargito dai vari Qualcuno a suon di quattrini, che lo stesso Qualcuno che ha decretato che un artista sia a sua volta Qualcuno, probabilmente abbia avuto le sue buone ragioni, non sempre disinteressate, per chiamarlo ufficialmente artista, non interessa veramente a nessuno, perché nessuno si mette ad aprire un orologio che all’apparenza funziona. Sarebbe rischioso, ci si potrebbe impigliare il senso nel meccanismo interno a ruote dentate. È lo stesso gioco che accade nella vita di tutti i giorni. Se il signor Zeta che a scuola era una vera schiappa, poi “da grande”, riesce ad ottenere un posto di lavoro interessante, e a diventare il “commendator” Zeta, occupando un posto che non gli compete, a nessuno importa che sia in realtà un ignorante di bassa lega che è riuscito ad arrivare dove sta grazie a movimenti più peristaltici che meritocratici. L’immeritocrazia avrebbe per alcuni soggetti il “merito” di favorire gli inetti che, senza un regime corrotto, non andrebbero da nessuna parte, con l’abolizione della giustizia invece diventano persone importanti. E la gente, una volta che i mediocri occupano il posto che occupano, smette immediatamente di farsi domande, primo perché sa già la risposta, secondo perché interviene un processo bacato di accettazione del già dato, attribuendo alla sorte mali che invece appartengono tutti alla storia della mentalità e dell’accettazione supina, col finale adeguamento e tuffo nella corrente.

Smettere di farsi domande non è mai buono per una società che si definisce democratica. L’assenza del dubbio è la corruzione della democrazia, l’instaurazione di un perverso meccanismo tritauomo che instaura l’ordine del subnullismo e premia i mediocri.

L’ufficializzazione dell’arte serve a chi di arte non ne capisce e non sa esprimere un giudizio che sia solo suo in un mondo ormai totalmente uniformato al potere. L’ufficializzazione serve ai subnullisti che vivono il mondo senza passione, dipendenti dal super-ego, legati al filo delle opinabili e corruttibili opinioni dei signori di un teatrino solo dipinto. Lo stesso termine subnullista che uso in questo articolo non è stato ufficializzato, e mi è stato detto da signori molto bene informati, che siccome io sono Nessuno, non posso usare un termine partorito dalla mia testa, a meno che non sia stato ufficializzato da Qualcuno più importante di me.

Insisto a dire che se il teatrino del super-ego andasse a fuoco, i subnullisti non avrebbero più pareri, perché vivendo esattamente al di sotto del nulla, in un mondo di emozioni inesistenti e di neuroni carenti, non avrebbero più chi suggerisce loro le risposte a domande mai espresse.

https://antichecuriosita.co.uk/manifesto-destrutturalista-contro-comune-buonsenso/

Post a comment