Corsi per polli di successo, lecchini e tacchini©

Corsi per polli di successo, lecchini e tacchini©

Di Mary Blindflowers©

 

Voli liberi, credit Mary Blindflowers©

 

Nell’Italia delle possibilità mancate e tradite, nello stivaletto dei tanti poeti e delle poche poesie, in questa penisola mitica di svariati navigatori monocellulari su web che mettono “mi piace” alle foto di editor occhialuti dalle improbabili bellezze fisiche e mentali, piovono come grandine famosi corsi di “scrittura creativa” o “editoriale”. Ti insegneremo a mettere l’h davanti alla a quando è necessario, ti istruiremo su come e quando usare l’accento sulla e, e ti spiegheremo cos’è una metafora, un simbolo, ti faremo capire come si scrive una quarta di copertina, un curriculum, eviterai i refusi fusi e sparsi nel tuo lavoro.

Mi chiedo cosa spinga veramente gente che sul profilo fb precisa “scrittore, scrittrice, poeta, poetessa”, a frequentare questi corsi. Non sanno usare la terza persona singolare del verbo essere? Il verbo avere è un pianeta sconosciuto? Non sanno che un, davanti ad un sostantivo maschile, non si apostrofa mai? Hanno bisogno che qualcuno spieghi loro cos’è un anacoluto? Mah… C’è qualcosa sotto… Qualcosa che bolle in pentola e non profuma ma puzza… Sì, il cibo che si serve ai corsi di scrittura creativa è la piaggeria servita su piatti di finto oro. 

Domanda. Bisogna sempre farsi delle domande… 

Chi organizza questi corsi?

Editor di grandi e piccoli gruppi editoriali, gente che nel 90% dei casi ha un ruolo decisionale
all’interno di una casa editrice. Tutti sanno quanto sia difficile anche soltanto farsi leggere se non si è raccomandati da qualcuno. Occorre avere un contatto diretto con l’editor. Ergo lo scrittore italiota di belle e brutte speranze si iscrive al corso, così si fa conoscere da colui o colei che decide, e magari, pagando per sapere dove si mette l’h, unge l’editor, cerca di stabilire un contatto umano con lui, con una mano gli dà i soldi e con l’altra gli mostra i suoi lavori, sicuro che l’editor che lo ha sempre ignorato, stavolta, sulla spinta del soldin che cade nella cassetta, farà in modo che l’anima salga in cielo benedetta. Il guru leggerà, finalmente, dato che il povero questuante ha pure pagato per sorbirsi un corso inutile a livello pratico ma utile a livello agganci.

Ma i corsi sono utilissimi!”, obietterà qualcuno. Ecco, rispondo, allora non sei uno scrittore, primo perché nessuno può insegnarti a scrivere, la creatività e il genio o li hai o se no vai a dormire. Lo scrittore non agisce, è agito. Il vero artista scrive come sotto ipnosi e dopo si meraviglia perfino di quello che ha scritto. La scrittura non è contabilità che si insegna a scuola. Chi si accinge a scrivere dovrebbe aver già imparato la grammatica alle scuole dell’obbligo che non costano nulla. L’unico “svantaggio” che presentano è che non ci sono editor da ungere.

Poi si passa dai corsi di “scrittura creativa” che insegnano quello che non si può insegnare, ai corsi di “scrittura editoriale”, in cui ti insegnano a promuoverti e perfino a scrivere una quarta di copertina!

Siamo decisamente nei guai.

Se uno scrittore non sa neppure scrivere una quarta di copertina forse dovrebbe fare altre cose, tipo coltivare cactus e piante grasse al polo sud.

L’idea di scrivere quest’articolo che alcuni troveranno scandaloso o irriverente mi è venuta dopo l’ennesimo invito a partecipare a corsi, corsetti e corsettini, che ritengo fatti per polli, lecchini e tacchini. Non faccio parte della categoria, purtroppo o per fortuna, non so… Declino tutti gli inviti. 


Comments (2)

  1. François

    Geniale. Drammatico. Vero.

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