Giornata mondiale contro la violenza sulle donne? Sì, ed è subito business©

Giornata mondiale contro la violenza sulle donne? Sì, ed è subito business©

Di Mary Blindflowers©

Sbarre, credit Mary Blindflowers©

 

Il 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Una ricorrenza istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in ricordo del brutale assassinio delle sorelle Mirabal, donne schierate contro il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961) che ha retto per oltre trent’anni la Repubblica Dominicana.

Succede sempre durante tali ufficiali ricorrenze, che qualcuno sfrutti l’onda emozionale per vendere quello che può.  Il commerciante venderà la maglietta con su scritto 25 novembre, la cartoleria la penna o la cartolina illustrata con qualche aforisma sopra, il fioraio i fiori, e l’editore il libro, il Papa pace a amore teorici, mentre esclude le donne da qualsiasi carica importante in seno alla Chiesa. Un po’ come accade per la festa della donna, mimose, baci e auguri a tutte le donne. Auguri per cosa? I dati Istat sulla violenza contro le donne, fanno paura. Auguri dunque per cosa? Per essere donne in un mondo che ancora non distingue l’essere dall’avere, preda di religioni misogine e di arretratezza sociale? Una giornata lenisce tutto? Rinfresca e rimargina ferite con le belle parole della propaganda?

Nemmeno il mondo della cosiddetta “cultura” è esente dall’uso e dall’abuso di simili giornate che sono molto utili per fare business.

Così accade anche quest’anno, come tutti gli anni, che scrittori e scrittrici perfettamente inseriti/e nel sistema diano con largo anticipo l’annuncio che, in occasione del 25 novembre, presenteranno i loro meravigliosi e delicati libri a tema, capolavori immortali e di sicura presa sul pubblico, pubblicati niente po’ po’ di meno che con Mondadori, il monopolizzatore dell’editoria italiana, l’editore con cui nessuno, che non faccia parte di un circolo piuttosto ristretto e riservato a raccomandati denominazione di origine e di scrittura rigorosamente controllata, può accedere.

Il sistema pubblicizza così il sistema, la casta unge la casta, sfruttando l’onda emozionale di una giornata che dovrebbe combattere contro la violenza e la discriminazione ma che di fatto serve solo a vendere, vendersi e pubblicizzarsi al meglio nella vetrina delle vanità.

Ci sarebbe da chiedere a questo punto: l’essere scelti da Mondadori per la pubblicazione sulla base di una raccomandazione grossa quanto una casa, non è a sua volta una forma di violenza sociale? Non è una pesante forma discriminatoria di uomini e donne? Lo sanno tutti che Mondadori non legge nulla che non provenga dalla casta. Naturalmente la scrittrice che pubblica con il gruppo editoriale più monopolizzante e politicizzato d’Italia, nega tutto. L’editoria italiana sarebbe limpida e trasparente come acqua di sorgente, il cielo blu, gli uccellini canterebbero perfino melodiose sinfonie nel Paese dei balocchi e degli sciocchi, e presentare un libro pubblicato col sistema in una sede scelta dal sistema e in un giorno perfettamente inutile istituzionalizzato dal sistema, sarebbe lottare attivamente contro violenza e discriminazione. Così tutto si svilisce, viene monopolizzato per apparire, per vendere. “Se avete subito violenza”, dice la meravigliosa scrittrice, “donne, parlate!”

Giusto. Il silenzio è proprio dei morti. Ma quante donne senza agganci, capaci di perfetta scrittura, colte e intelligenti che hanno subito violenza, possono avere le sue stesse possibilità? A quante di loro Mondadori darebbe voce? Quante di loro verrebbero anche solo lette? Nessuna. Chi può dunque trovare spazio? Coloro che lottano veramente contro la violenza, ossia tutte le donne silenziose e ignorate che giorno dopo giorno combattono contro soprusi e prepotenze, oppure le reginette del business che fanno parte di un mondo di privilegiati e dal caldo nido del loro salottino ricco-borghese di fiori profumati, pizzi e merletti, predicano, raccontano di guerre, pubblicizzano, vendono, leggono, presentano e si mettono sotto le luci sfavillanti del potere, sfruttando la giornata del momento?

Le false rivoluzioni borghesi.

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