I Rondoni, il gelato, la poesia che non c’è

I Rondoni, il gelato, la poesia ch enon c'à.

I Rondoni, il gelato, la poesia che non c’è

Di Lucio Pistis & Sandro Asebès©

I Rondoni, il gelato, la poesia ch enon c'à.

indigestion, unique sample, linocut by Mary Blindflowers©

 

Oggi piove e non agli irti colli ma sulle dolci colline della nostra vecchiaia. Non potendo uscire abbiamo deciso di capire come è possibile pubblicare senza scrivere nulla.

Davide Rondoni è l’esempio più significativo di come in Italia si possa riuscire a pubblicare poesie pur non scrivendo poesie, anche senza averne mai scritta una.

Bartolomeo

Quando anche tu ti fermerai in questo grande

autogrill e il viso stanco

vedrai rapido

sui vetri, sull’alluminio del banco,

sarà una sera come questa

che nel vento rompe la luce

e le nubi del giorno, sarà

un grande momento:

lo sapremo io e te soli.

Ripartirai

con un lieve turbamento, quasi

un ricordo e i silenzi delle scansie di oggetti,

dei benzinai, dei loro berretti,

sentirai alle tue spalle leggero

divenire un canto.

La felicità del tempo è dirti sì,

ci sei, una forza segreta

uno sgomento ti fa, non la mia

giovinezza che cede, non l’età

matura, non il mio invecchiamento –

la nostra vera somiglianza

è là dove non si vede.

Mio figlio, mio viaggiatore,

sarà il tuo inferno, la tua virtù

questo udito da cane o da angelo

che sente all’unisono il giro dei pianeti

e la pastiglia cadere nel bicchiere

due piani sotto, dove due vecchi

si accudiscono.

Sarà questo amore strepitoso

tuo padre, quello vero.

Fermati ancora in questo autogrill,

dal buio mi piacerà rivederti…

Nella “poesia” suindicata non c’è infatti ombra di poesia, è tutta prosa che va sistematicamente e un po’ alla rinfusa, a capo: “Quando anche tu ti fermerai in questo grande autogrill e il viso stanco vedrai rapido sui vetri, sull’alluminio del banco, sarà una sera come questa che nel vento rompe la luce e le nubi del giorno, sarà un grande momento: lo sapremo io e te soli”.

Questo secondo Rondoni e chi lo pubblica, sarebbe l’attacco di una poesia. A noi francamente sembra tutta sgangherata e nemmeno tanto vivace prosa, oltretutto anche piuttosto innocua, all’acqua di rose. Quando ti fermerai stanco in un autogrill sarà un grande momento, un segreto di portata universale con la rottura più che classica, diremmo muffosa della luce del giorno che spezza la sera. Il tema del padre che invecchia e del figlio che gli somiglia in un amore strepitoso. Contenutisticamente banale, ritmicamente lenta, con un nostalgico finale di recupero dal buio che tuttavia non riesce a volare, a comunicare intensamente. Uno sgomento che ti fa rimanere in sospeso, come inconcluso. Ti fa cosa? Non lo sappiamo. Manca il complemento oggetto. Manca il pathos, la profondità, il senso della musicalità, la genialità, manca la poesia.

Ci si aspetterebbe che ad istoriare un rapporto di orgogliosa eredità genetica tra padre e figlio possa essere un sito meno transeunte ed anonimo di un autogrill, anche se qualunque luogo può diventare poetico se c’è un poeta a scrivere, ma tant’è qua risulta latitante. Piuttosto il target poi qual è? Universalizzare l’esigenza di un incontro non si capisce se voluto o casuale tra padre e figlio in autostrada? E il contorno sostentativo di queste emozioni travolgenti sarebbero gli arredi e le facce dei benzinai della stazione di servizio? Francamente per chi come noi si accappona la pelle alle cornici d’innesco delle emozioni montaliane ci sembra davvero di una fiacchezza indicibile.

Il nostro fondo masochistico ha deciso di proseguire con un’altra lirica, chiamiamola così, fuori stagione:

Ode al gelato

Il gelato è la più bella A

invenzione del mondo B

dopo la mamma e il babbo C

il fratello e la sorella A

e considerati anche i parenti ?

vien dopo solo alla nutella. A

Mi sento più ricco d’un nababbo, C

un cono lo slurpo in un secondo B

o me lo gusto piano piano D

come fossi un gran sultano. D

Datemi un gelato e sarò ricco E

nel cioccolato mi ci ficco E

come sarebbero belli tutti gli umani F

coi grandi gelati tra le mani. F

E provo un orgoglio profondo B

perché il gelato in tutto il mondo B

lo han portato gli italiani! ?

Davide Rondoni è orgoglioso per il gelato, siamo commossi, davvero… E noi siamo orgogliosi di quest’articolatissima sequenza che francamente ha davvero i tratti dell’originalità, abbarbicata alle montagne russe delle incatenate che diventano alternate e poi baciate, con lo scazonte finale di una improvvisa improvvida assonanza che fa saltare la regolarità delle rime piene mantenute fino all’explicit: Gli è rimasto orfano o vedovo il verso n: 5, ma ai grandi artisti, agli acrobati delle sequenze rimarole si perdona! E deve essere a tal punto orgoglioso che decide di coniare un neologismo, “slurpare”, verbalizzando un lemma che è già mutuato da una lingua straniera, ma con limitazione attestata nei dizionari al sostantivo, e non fa niente se travalica l’ambito del lessico poetico per tracimare in quello magnifico del mondo dei fumetti con quella voce imitativa; non è blasfemia, o meglio non è la sola dando una scorsa alle sue poesie. Ricco, con ficco, profondo con mondo, nababbo con babbo, che rime sublimi! Chissà quanto tempo ci ha messo l’autore a concepire simili raffinatezze! Non mancano i parenti, mamma, babbo, sorella e fratello, un bel gelatino fresco con il cioccolato in cui ficcarsi e la poesia è servita sul piatto della meravigliosa mediocrità.

Rondoni per Wikipedia è sufficientemente enciclopedico. Ha pubblicato infatti varie raccolte anche con grossi editori, è laureato in letteratura italiana all’Università di Bologna nientepopodimeno che con Ezio Raimondi. Ha fondato e diretto il Centro di Poesia Contemporanea nell’Università felsinea. Ha scritto diverse raccolte di poesia, pubblicate in Italia e all’estero. Ha ricevuto premi letterari. Si è imposto con i suoi capolavori universali, all’attenzione della critica. Quindi non sa solo “slurparsi un cono in un secondo”, ma è anche poeta, scrittore e drammaturgo… e noi? Ah, noi siamo prime ballerine all’Opéra de Paris, con un po’ di soldi e agganci le nostre trippe di vecchi rimbambiti ottuagenari sembreranno ali di libellula. Se Rondoni è un poeta, noi siamo silfidi. E, se tanto ci dà tanto, vinceremo pure ricchi premi e cotillons.

https://antichecuriosita.co.uk/manifesto-destrutturalista-contro-comune-buonsenso/

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