Eco, caricatura e fumetto

Eco, caricatura e fumetto

Eco, caricatura e fumetto

Eco, caricatura e fumetto

Incisione originale satirica di James Gillray, 1798, credit Mary Blindflowers©

Mary Blindflowers©

Eco, caricatura e fumetto

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Umberto Eco in “Apocalittici e integrati”, in particolare nell’articolo “Lettura di Steve Canyon”, scrive:

Ora, la koiné a cui si pensa analizzando in termini comunicativi la struttura di un racconto a fumetti, con cosa si identifica? Con la società americana nel suo complesso? A parte che esistono fumetti non americani (anche se il genere è nato ufficialmente negli Stati Uniti ed ivi ha trovato il suo statuto più articolato), sta di fatto che i fumetti prodotti per il pubblico americano vengono consumati anche in Europa.

Secondo i bene informati “Il fumetto è nato ufficialmente sul New York Journal nel 1895 dove appare per la prima volta Yellow Kid di Richard F. Outcault”. Eco avalla questa tesi.
In realtà, ho avuto modo di verificare che il fumetto è nato ben prima della fine dell’Ottocento.
Tempo fa sono andata a una esibizione di stampe antiche a Gainsborough’s House. C’erano incisioni a colori del Settecento e inizi Ottocento che sono veri e propri fumetti satirici con tanto di nuvoletta e vere e proprie strisce.
In una incisione del 1798 si legge: ‘Buonaparte hearing of Nelson’s Victory swears by his Sword to Extirpate the English from off the Earth’.

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“Buonaparte hearing of Nelson’s Victory swears by his Sword to Extirpate the English from off the Earth’, di James Gillray”, 1798, credit Mary Blindflowers©

Si vede un Bonaparte che brandisce una spada com su scritto Egalité ma l’oggetto è insanguinato, come a sottolineare l’evidente contraddizione tra fatti e parole. Le parole di Napoleone sono racchiuse nella classica nuvoletta da fumetto. Si tratta di una caricatura satirica di un noto caricaturista britannico: James Gillray (13 August 1756 – 1 June 1815) che fu anche attore girovago.

 

L’incisione sbeffeggia Napoleone attraverso un riferimento celebrativo alla clamorosa vittoria sulla flotta francese nella battaglia del Nilo circa quattro mesi prima. La divisa di Napoleone, in netto contrasto con quella del messaggero, ha una stravaganza ridicola, con il cappello tutto piume e pennacchi e una falce di luna che allude al dispotismo musulmano. La cavalcatura del messaggero, sullo sfondo, non è un cavallo ma un cammello, chiara allusione al contesto egiziano. lo stesso dicasi per la tenda che si vede sempre sullo sfondo. Anche il pugnale infilato nella ricca fascia tricolore che Napoleone porta alla vita, gronda sangue. Coi piedi calpesta il resoconto della vittoria di Nelson.
La nuvoletta del fumetto serve ad evidenziare il flusso di parole che Napoleone pronuncia.
Questa non è l’unica vignetta satirica che Gillray fece su Bonaparte. Ne esiste una serie anche con strisce tipo “Democracy, or a Sketch of the Life of Buonaparte” pubblicata il 12 maggio 1800.

 

Eco, caricatura e fumetto

Democracy, or a Sketch of the Life of Buonaparte, di James Gillray, 1800 credit Mary Blindflowers©

 

La differenza con il fumetto americano è che quest’ultimo ha dialoghi-storie, mentre Gillray preferiva creare isolati momenti satirici.
I suoi fumetti potevano essere di critica politica o di tenore sociale come “The wine duty; – or – the triumph of Bacchus & Silenus; with John Bulls remonstrance”, pubblicata il 20 aprile 1796 da Hannah Humphrey.

Per ulteriori approfondimenti si rimanda al numero 7 della rivista Destrutturalismo, prevista per Luglio 2024.

 

 

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

Comments (3)

  1. Giorgio Infantino

    Precisazioni doverose, tuttavia il punto è che probabilmente uno dovrebbe riferirsi al fumetto come narrazione di una storia a sé stante e compiuta (anche di fantasia e frutto di uno scritto). In questo senso, una volta tanto, sarei indulgente con Eco ma cercherei, tuttavia, ugualmente di trovare fumetti, nel senso che ho detto, anche precedenti al 1895. Probabilmente esisteranno, e probabilmente sempre in Inghilterra o in Francia, prima che in America.

    1. Destrutturalismo

      L’ho scritto nell’articolo che la differenza è la continuità delle storie. Leggi bene. Mary.

    2. Destrutturalismo

      “La differenza con il fumetto americano è che quest’ultimo ha dialoghi-storie, mentre Gillray preferiva creare isolati momenti satirici”. C’è scritto a lato dell’immagine. Mary.

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