Rapporto verità e amicizia

Rapporto verità e amicizia

Rapporto verità e amicizia

 

Rapporto verità e amicizia

Luci sfavillofilanti, credit Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

Rapporto verità e amicizia.

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Che rapporto c’è tra senso della verità e amicizia?
Cosa l’uomo comune sarebbe disposto a fare e a dire per un amico?
Per i Romani antichi l’amicizia era un do ut des, intessevano tutta una serie di rapporti di convenienza a circolo chiuso e chiamavano i rappresentanti di questo circolo “amici” tutti legati tra loro da relazioni di tipo politico e convenzioni che prevedevano mutui soccorsi anche economici tra persone dello stesso ceto sociale. Questo concetto classista dell’amicizia condizionata dall’appartenenza alla stessa parrocchietta, non è mai morto, ha raggiunto la società contemporanea e ne permea ogni atteggiamento. Gli amici così non sono solo persone ma rappresentanti di un sistema, di un modus vivendi comune reputato l’unico possibile ad esclusione di tutti gli altri, trasversalità di pensiero compresa. Chiunque osi criticare questo stesso sistema o rilevarne imperfezioni evidenti, viene considerato inopportuno, la reazione sarà immediata e aggressiva. Persone che fino al secondo prima ritenevi tolleranti, intelligenti, capaci di ragionamenti complessi e di dialettica applicata ai movimenti di una società in cui tutto cambia affinché nulla muti, si trasformano, come nella novella gotica di Robert Luis Stevenson, Dottor Jekill diventa mister Hyde:

Giorno dopo giorno mi avvicinai alla verità la cui scoperta mi portò a uno spaventoso naufragio: l’uomo non è in verità uno ma duplice. Azzardo l’ipotesi che l’uomo sarà conosciuto come un insieme di varie entità incoerenti e indipendenti l’una dall’altra… Due nature lottavano nella mia coscienza e a ragione potevo dire di essere l’una o l’altra: ma questo si doveva al fatto che ero veramente tutte e due…

Esseri duplici dunque si aggirano ovunque, si inseriscono nel tessuto sociale selezionando creature del loro stesso contesto socio-culturale e fanno comunella. Diciamo che fino a che si condivide la loro stessa visione del mondo tutto va bene, sei brava e bella. Queste duplici creature sono democratiche, tolleranti, a volte colte, a volte no, dipende…, ma tutte, sia ignoranti che istruite, condividono la duplicità e la difesa del circoletto e non si fermano davanti a nulla. Quando qualcuno osa sostenere un punto di vista diverso o criticare un elemento del cerchio chiuso, la trasformazione da buono a cattivo di ogni soggetto appartenente allo stesso giretto, è immediata, il senso della verità obiettiva perso per difendere l’amico da eventuali critiche. Parte una missione punitiva verso colui che ha osato parlare. Persone normalmente pacate si imbestialiscono. Se pubblicizzano l’esibizione d’arte in cui un loro amico espone due rettangolini colorati, e gli fai presente che sono due rettangolini colorati e niente più, ti consiglieranno di deporre le tue frustrazioni e goderti la vita invece di vedere due rettangolini colorati laddove loro vedono le vibranti forze dell’universo intero, luoghi non luoghi in cui la loro amicizia deposta come un uovo di gallina, sosta e si esibisce in lunghe strisce di profondità cosmichelevate alla massima potenza dell’essere.
Mediamente ogni volta che entro in una galleria di arte contemporanea in cui le sontuose descrizioni di planetarie abissalità si scontrano con la meschinità di certi ghirigori telati e scagati su taffetà che nemmeno un neonato, mi prende una sensazione di terribile iconoclastia verso tutto questo sacro scontato, pare però che non si possa fare e nemmeno dire nulla, è solo una mia sensazione di mondo rincagnato nell’epiteto trastulla.

In poche parole cosa ci ha insegnato la storia in secoli e secoli?

Che quando les oiseaux chantent, il n’y a pas de danger. Bisogna lasciarli cantare. Siamo dunque al porto sicuro, il cielo è blu, cosa possiamo volere di più?
Con un poco di fantasia, un pizzico di do ut des secondo la logica degli antichi Romani, un po’ di apoditticità espressive, eliminando ogni possibile corrente avversa e diversa, tutto diventa arte, i quadratini sono vibrazioni di infinito; il sito espositivo delle ciofeche del momento, un luogo di accoglienza supersonica di cui far memento; le fatine danzano con i loro abitini rosa sbattendo le microalucce che tanto non si sente il minimo alito di vento; ogni cesso scassato diventa sublime metafora dello scarto contemporaneo e della caducità della società; ogni mutanda, ogni posata scamazzata e appesa, sono un indiscutibile parto di senso; e il post bidé redivivo con la sua smalta superficie? Una vilipesa sintesi di tutte le profonde profondità profondissime che girano circolarmente e cioccolatamente cioccolatose alle pose della borghesia del non sia mai che impasta! Et voilà, les jeux son faits, non vissero tutti felici, tutti contenti? Perché guastare questa favola ricca di denari e di safari nelle praterie della superficie di casta? Ma suvvia, basta con questa dialettica da frustrati e depressi come l’onda dei cipressi in cimitero, edulcoriamo il vero e prepariamo un cero per la defunta arte. Due lacrime per Nerone, due lacrime per Poppea… Luci sfavillofilanti e oranti in file di ignoranti da nomea.
Ritornando alla domanda iniziale direi che il rapporto tra senso della verità e amicizia è sempre stato e continua ad essere piuttosto in crisi.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

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