Snobissimo, lo scarabeo stercorario

Snobissimo, lo scarabeo stercorario

Snobissimo, lo scarabeo stercorario

Snobissimo, lo scarabeo stercorario

Snobissimo, schizzo su quaderno degli appunti, Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

Snobissimo, lo scarabeo stercorario

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Gli eunuchi

Silenzio.
Sibili e sbuffi, nelle caverne,
dove gli eunuchi son galaverne nere,
straziano feroci cere di cemento,
inclini al sangue altrui,
dei memento già indicizzati
si adagiano le sere su sofà filtrati,
ventagli di vento riciclato in calicà di sete
e trini, vendono spini in confezione omaggio,
col graffio del viaggio morto
il fiato corto dei lapalissiani,
senza aver lasciato che il vuoto
inane degli aristocratici bignami.

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Il manzo

Chiaro che fuori c’è scuro e frenesia,
l’orda da tamarro tatuato, i letami, l’ordalia,
e poggiano perfino le zampe sullo stato liscio delle ossa,
sul tuo piscio buglossa, sulla genealogia fintarossa,
ma tutto passa nelle convinte apoteosi dei confini,
nel concetto sicuro delle necrosi da dio,
nei pesi delle proustiane camicie di lini, i più fini,
nell’aristocratico rosso del vino e del pio,
nel treno troppo frequentato
da quello stesso popolino che tu, porco, hai sfruttato.
Sei decisamente ricco, uno sporco ben-dato,
un manzo castrato che ha solo ereditato.

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Snobissimo

Dentro circuiti genealogici la grossa marezzata di sterco è brezza di mare, cerchi l’alterco solo sul giornale. Pausa finto-rossa. Puntare al dopo viaggio sulla carta migliore classista. Punto, due punti, virgola con maiuscola davanti. Scrivi piano, tra i santi al pannolone, usando come profumo, l’afrore del tuo guano imperialista da padrone.

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Il duca dice

A foggia di piccola risacca trenata, lo scarabeo duca stercorario, apre la bocca mai digiuna, si lamenta sull’orario, si liscia la giacca di lino di luna. Il duca dice, sollevando i cigli, uno per ognuno dei nobili famigli: “in prima classe disturbata, possono i gigli di nobili bargigli aver corrispondenza con cotesti cafoni qui sull’intrenata? Può un più che nobile proustiano che semingagaglia con la bocca mai digiuna, esser costretto in un simile pantano qui sul treno?”

“Oh non se la prenda mica”, rispose allo stercorario ridendo la formica, “questa che lei non sa, è la vera vita!”

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

 

 

Comment (1)

  1. Mariano Grossi

    “impastane un’altra! Una focaccia di efebo inculato, perché dice che la cacca la vuole ben pesta lo scarabeo magnamerda!!!”

    Aristofane, esordio de “La pace”

    Dedicato a chi si mischia malvolentieri coi terroni e i cafoni!

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