Houellebecq, filosofia da primina

Houellebecq, filosofia da primina

Houellebecq, filosofia da primina

Houellebecq, filosofia da primina

La forza, Disegno da quaderno degli appunti di Mary Blindflowers©

 

Houellebecq, filosofia da primina

Mary Blindflowers & Angelo Giubileo©

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Su un numero fuori serie di Front Populaire, rivista diretta da Michel Onfray, c’è una sua lunga intervista ad una delle star letterarie del momento, Michel Houellebecq che fa filosofia da primina in 140 pagine sulla vita e sulla morte (rigorosamente altrui), esplodendo in castronerie degne di tal nome. Parla di crisi della Francia e dell’intero Occidente ma legando l’argomento al crollo demografico che riguarda anche i Paesi asiatici, quindi il nostro si addentra nei meandri di una pseudo-filosofia in cui mentre liscia i braccioli di velluto del suo divanetto, sostiene che la causa del fatto che non si fanno più figli sarebbero la mancanza di forza di volontà, l’edonismo, l’individualismo e il narcisismo, ma eccolo:

 

Quando la forza di volontà si esaurisce in una civiltà, inevitabilmente ci sono meno bambini, per le ragioni che lei sottolinea nei suoi libri, individualismo, edonismo e narcisismo. Di conseguenza le famiglie numerose sono oggi prerogativa di cattolici, musulmani ed ebrei praticanti ispirati da monoteismi che credono che un figlio sia un dono di dio.

 

Il signor Houellebecq prima di aprir bocca a discettare del nulla, dovrebbe andare a lavorare in fabbrica e percepire lo stipendio di un operaio che non ce la fa ad arrivare a fine mese e che non può davvero permettersi il lusso di far parecchi figli, perché è già tanto con la crisi energetica che c’è, se riesce a pagare le bollette senza far debiti in giro o finire nelle mani degli strozzini. Sempre il signor Houellebecq dovrebbe uscire dalla sua casa calda di borghese ben pasciuto e andare in un Paese asiatico, visto che l’Europa non gli basta, e vedere come vive un operaio cinese, quanto viene pagato, quante ore lavora e intuire che se il cinese senza mezzi ora segue il trand dei ricchi di non far figli, è perché ha compreso che sfornare bimbetti per farli diventare schiavi come lui, forse non è poi tanto sublime. Sì, perché la nostra star letteraria, scorda che in passato erano soprattutto i poveracci a far figli, dato che secondo la cultura contadina erano doni del cielo e braccia per lavorare la terra (degli altri, ovvio). Forse anche in Cina il povero si è reso consapevole che far figli nella società contemporanea comporta spese che non può affrontare. Perché i poveri dovrebbero far figli per i ricchi? Insomma i ricchi possono mantenere la prole, educarla nelle migliori scuole, assicurare loro assistenza sanitaria e quanto serve per la loro vita. Perché dovrebbero essere i poveri (che poi sono la maggior parte) a dar figli a patrie che li sfruttano e sfrutteranno anche i loro bambini, futuri schiavi? La verità è che il calo demografico spaventa i ricchi perché poi chi andrà a lavorare i campi per nutrirli? Chi laverà i loro vestiti? Chi baderà a loro per pochi spicci quando saranno vecchi e malati? Chi li servirà nei ristoranti di lusso che abitualmente frequentano? Chi pulirà le loro case? I figli dei poveri, ovvio, ma se i poveri non fanno più figli, come faranno questi poveri ricchi a campare come hanno sempre fatto? Come faranno, poverini, a far filosofia con il culo altrui e succhiando il sangue ai poveretti? Senza contare poi che siamo miliardi e produciamo inquinamento, stiamo abbattendo foreste, contaminando i mari, distruggendo l’ecosistema con allevamenti e agricoltura intensivi. Insomma non ci stiamo estinguendo. Se siamo in meno forse Gaia potrà respirare di più.

Altra perla houellebecquiana: “se il Cristianesimo è condannato, l’Occidente è condannato. Ha reso possibile la civiltà cristiana, l’ha generata, è molto bella, me ne congratulo sinceramente, ma non produrrà altro”.

Non si sa se ridere o se piangere. La civiltà che definisce “molto bella” ha prodotto le Crociate, l’Inquisizione, lo sterminio dei nativi americani in nome di Dio e dell’Occidente, guerre di religione, etc., insomma quel “molto bella” ci pare del tutto inappropriato e dimentico di ogni realtà storica. Il Cristianesimo e la sua Chiesa come apparato di potere hanno prodotto mostri.

Ancora Houellebecq su Transumanesimo e Eugenetica sostiene che vanno avanti in nome del “potenziamento dell’uomo”. Platone la chiamava “macchina del tempo”. Ed è appunto quel sistema che oggi i transumanisti intendono costruire come una gigantesca macchina o struttura artificiale capace di inglobare e governare l’intero essere, e in particolare tutti noi uomini. Una nuova utopia “progressista”, in atto da tempo, che ha tuttavia contribuito a generare gli attuali otto miliardi di individui presenti sul pianeta. In quanto ancora uomini, tutti noi di certo non sappiamo bene cosa dire del nostro destino, non solo passato ma anche presente e futuro; e tuttavia, in quanto ancora uomini, sappiamo però per esperienza che fintanto che potremo prenderci “gioco” del nostro stesso destino continueremo a farlo… attraverso guerre, amori, carestie e altri fatti e atti naturali e non. Come è finora accaduto al “fanciullo miracoloso” della Tradizione, da Oriente a Occidente e viceversa. Separare la potenza dall’atto, così come l’Oriente dall’Occidente, ci ha portati essenzialmente a questo, e non è servito affatto a tirarci fuori dall’oceano oscuro e ignoto in cui continuiamo a navigare.

La strategia impropriamente chiamata “progressista” che negli ultimi settant’anni circa ha riempito il mondo di carne umana – dato che da un miliardo e mezzo che eravamo siamo appunto diventati otto miliardi -, continua tuttavia a dire di “crescere e moltiplicarci”. Lo diceva e lo dice ancora anche l’Apparato di potere della Chiesa a cui si unisce ora l’Apparato di maggior potere della Silicon Valley e della Finanza transnazionale e globale.  E tuttavia, l’individuo ancora resiste.  L’uomo nuovo, potenziato, non è un transumanista, ma soltanto un uomo consapevole e poco settario che non segue i dettami della moda ma la propria coscienza individuale, che da sempre ci tiene tutti avvinti all’<essere> e al pensiero parmenideo ed heideggeriano dell’<indicibile>. Ma è l’essere, correttamente inteso, che determina il nostro destino. E non viceversa. “Ma se l’essere, nella sua stessa essenza, mantenesse l’essenza dell’uomo? E se l’essenza dell’uomo riposasse nel pensare la verità dell’essere? Allora il pensiero deve poetare l’enigma dell’essere. Esso porta l’aurora del pensato nella vicinanza di ciò che è da pensarsi” (M. Heidegger, Sentieri interrotti, traduzione Pietro Chiodi, Firenze 1968). Ovvero: L’Indicibile.

E pertanto, individualismo è un termine che fa paura agli scrittori contemporanei saliti sul trono del mainstream perché sanno che senza la politica, da soli, con le sole capacità, non avrebbero cavato un ragno dal buco e sarebbero stati signori Nessuno. Houellebecq è contrario anche all’eutanasia ritenendola inaccettabile perché oggi ci sarebbero cure che allevierebbero il dolore, sostenendo di trovare la pratica “ripugnante”. Gli auguriamo di non trovarsi mai nella condizione di voler morire, anche per evitargli l’imbarazzo di doversi confrontare con l’attuale suo castroneggiare sulla vita altrui con tanta saccenza. Forse dovrebbe sapere che ci sono anche persone resistenti ai farmaci e alla terapia del dolore, ma è troppo impegnato a sputacchiare sentenze dal salotto per accorgersene e per rendersi conto che oggi anche l’eutanasia è diventata un lusso. Il povero, grazie a quelli come lui che condannano il suicidio assistito, non può permettersi di finire i suoi giorni in una costosa clinica a pagamento, deve soffrire fino alla fine perché questo è il destino a cui i radical chic come Houellebecq condannano le classi meno fortunate, nate sotto un dio minore, far figli e morire con dolore e tutto questo  mentre si straparla di potenziamento dell’uomo, tra un drink e un apericena o una intervista su una famosa quanto inutile rivista.

 

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

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